Senza regole.

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Credo siano stati le tre ore più lunghe della mia vita, tra traffico, macchine, grotte e i miei genitori che non riuscivano neanche più a fare una conversazione di senso compiuto ne tanto meno mio padre ci provava, come dargli torto?
Era stato tutto così veloce e mio padre non poteva perdonare il fatto che mia madre avesse segnato la mia vita dando il consenso a Salvatore Ricci di farmi traferire a casa sua senza nemmeno chiedere se a me andasse bene.

« Caroline.. »
« Papà? »
« Credo che sia arrivato il momento.. »
« Quale? »
« Sapevamo già che la nonna morisse okay? Era malata da un mesetto ma non siamo riusciti a dirtelo perché avevamo paura della tua reazione e che non saresti riuscita a finire gli esami.. »
Annuì appena siccome avevo intuito qualcosa e deglutì restando in silenzio fissando il suo sguardo che ormai non era più serio, aveva soltanto un amare tristezza e delusione che gli si leggeva in quei occhi blu che si ritrovava.
« Tieni.. queste sono tue.. la nonna mi ha detto che dopo che sarebbe morta voleva che ogni cosa diventasse tua visto che sei l'unica nipotina femmina.. mi ha detto di darti quelle.. »
Indicò le fedi al mio collo che fuoruscivano dal maglione e deglutì appena guardandolo toccandolo come per proteggerle.
« Tieni.. questo è il mazzo di chiave di casa di nonna, mi dispiace per tutto, mi dispiace per non essere stato presente e per aver contribuito a.. rovinarti il futuro infilandoti in dei cammorist.. »
« PAPÀ! »
« Si scusa.. »

Odiavo quando chiamavano così la famiglia di Ciro, perché sembrava che etichettassero anche lui senza sapere ciò che realmente era quel ragazzo. Odiavo quando lo chiamavano così, per quanto la famiglia faccia schifo lui non centrava niente assolutamente.
Guardai le chiavi che avevo preso tra le mie mani e annuì appena come per dirgli "grazie" e in realtà non mi aspettavo molto perché mio padre non era un tipo d'abbracci infatti annuì appena e andò via di casa.

-
Ricordo che quelle settimane successive erano state abbastanza difficili. La mancanza di papà, la perdita di Nonna e i messaggi che non ricevevo più su whatsapp di lei, per non parlare delle cose che faceva mia madre, della lontananza di Sonia da quando stava uscendo con Elena una ragazza della nostra classe, e da quando era ormai evidente il cambiamento di Ciro, esteticamente e non.. e adesso vivevo da lui già da due settimane proprio come desiderava il Signor Salvatore Ricci.

« si pero' ora sei qui e non devi mangiare ciò che ti dice tua madre, Cora.. »
« Lo so Rosa ma.. potrei ingrassare.. »
« Spero tu non sia seria.. ma come ti hanno cresciuta con la costante paura di muoverti? »
Sospirai appena guardandola seduta con lei in giardino a bordo piscina mentre guardavo i toast alla nutella che Chiara aveva portato poco prima e che non toccai nemmeno con lo sguardo.
« Uè, che state facendo voi due qua fuori? »
« Ci stiamo trovando un bel ragazzo ! »
« Mh, tu dovresti ma sei ancora abbastanza piccolina, mentre invece questa ragazza qui già ha un fidanzato quindi può anche restare con gli occhi chiusi. »
Sorrisi appena guardando Ciro avvicinarsi ad entrambe e dopo aver baciato la testa di sua sorella minore avvicinarsi al mio viso e baciare le mie labbra con un bacio a stampo.

Indossava un paio di pantaloni neri e una t-shirt dello stesso colore, si era fissato con quei capelli pieni di gel e si era persino "fregiato" un sopracciglio, che stupido.
Pero' a me piaceva ugualmente, anche perché oltre alla sua estetica ero innamorata di lui, di quel ragazzo che avevo visto con lo zaino in spalle che fingeva di non voler sapere niente di Arte e poi puntualmente sapeva anche risolvere tutte le mie espressioni di aritmetica.
« C'è ne andiamo un po' in camera? »
Annuì subito sentendo la sua voce vicino al mio orecchio e sorrisi subito alzandomi dopo di lui che si tirò su e la mia attenzione cadde su Rosa:
« Guardati un po' la tua fidanzata che ha paura del cibo pure!! »
« Pensa a te che alla mia fidanzata ci penso io »
Disse in modo antipatico e feci una smorfia come per digli "lascia stare", infiali l'accappatoio e lo seguì fino alla ormai camera nostra.

Ricordo che il primo giorno che arrivai in casa erano le 18;30 di sera e dovevo sistemare le mie cose e che oggi dovevo ancora finire di sistemare visto che Ciro mi aveva dato una cabina armadio proprio come l'aveva Rosa in camera sua, dicevano che li le donne dovevano essere regine.
Allora la sera prima di andare a dormire domandai dove dormire e il padre di Ciro mi disse che dovevo dormire assolutamente in camera da letto di Ciro visto che ero la sua donna e che non accettava che dormissimo separati, identico ai miei genitori che se avessero saputo gli sarebbe venuto un collasso. C'era abbastanza ignoranza ma era un loro modo di pensare che ancora dovevo abituarmi.

« Che è sta cosa che non vuoi mangiare? »
« Ma chi l'ha detto? Io mangio.. »
« Sisi, si nota. Cora sei a casa mia, a casa nostra, non hai più regole su come vestiti e su come mangiare e ne tanto meno sei obbligata a fare cose che non vuoi fare. »
« Smettila ciro.. »
« Stare ancora appresso a ste stronzate non ti farà ritornare ai vecchi tempi, non farà ritornare i tuoi genitori insieme e non farà tornare di nuovo tua nonna! »
Deglutì appena alzando subito lo sguardo a lui e per un istante sentì quelle parole trafiggere il mio petto, ma mi limitai ad annuire e girare lo sguardo avvicinandomi al mio armadio prendendo dei vestiti puliti.
« Vado a farmi una doc.. »
« Amore.. mi dispiace, non pensavo.. »
« Va tutto bene, mi lavo e torno.. »
Lo guardai sospirare e annuire, feci la stessa cosa prima di scomparire nel bagno della nostra camera da letto.

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