Sua madre.

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A volte mi sento che respiro col tuo naso, che piango coi tuoi occhi, che parlo con la tua bocca.
Mi sembra che se senza motivo un giorno mi alzo e sono triste non è perché piove è perché tu stai provando lo stesso.. e mi sembra che se cammino storto e mi distraggo e mi cade dalle mani qualsiasi cosa è perché non so che stai facendo tu
Mi sembra che se ho mal di pancia non è perché la colazione che ogni mattina Chiara mi prepara è abbondante.. ma perché tu non hai mangiato!
E mi sembra che se la testa mi fa male sembra che mi pesi il doppio è perché stai pensando troppo. A volte mi sento che non dormo perché non dormi tu, che mi stanco perché chissà quale sforzo stai facendo tu.
A volte mi sento che non ci sono più io, non ci sei più tu.. siamo solo uno! E mi sembra ci sia una tristezza di cui non parla mai nessuno dei due.
È quella che sento quando.. sei triste tu.

Chiusi subito il quaderno di italiano che non aprivo da più o meno un mesetto, da quando avevo lasciato scuola. Spesso ci scrivevo qualcosa e poi lo nascondevo sotto al materasso del mio letto così che se mio padre non l'avrebbe mai visto, perché lui odiava la scuola collegata al mio nome.
Credo di essermi innamorato, e sono nella merda! Non perché sono male, ma perché non posso permettermi di donare amore a qualcuno sapendo che avrei sicuramente deluso quel qualcuno prima o poi. Avrei sicuramente negato l'evidenza ma era palese il mio amore verso Coraline ormai, tanto che anche Edoardo se ne era accorto, e mi aveva detto semplicemente di stare alla larga da lei se davvero le volevo bene.
Ma perché dovevo privarmi di qualcosa che davvero avevo nel mio cuore?

« Dove stai andando? »
« Sto uscendo, perché? »
« tu nun stai mai a casa.. »
« papà nemmeno tu eh.. »
« Cirù aro stai andando? »
Sospirai appena sistemandomi la giacca nera di pelle che avevo appena messo e lo guardai.
« Io penso che mo è il momento di mettere da parte le femmine, anzi, la femmina. »
« la femmina? Ma come parli? »
« Portami rispetto e non rivolgerti così a me. »
Mi fece segno di sedermi sul divano di fronte a lui e sospirai appena mettendo il cellulare nella tasca interna della giacca guardandolo.
« O sai no che so tutto? »
« Ma cosa? »
« Coraline Marì Tavarni, 16 anni. Figlia di Alessandra e Roberto Tavarni. Primario del policlinico di Napoli,  Avvocato più temuto donna di Roma. Trasferiti qui più o meno 3/4 anni fa a causa del trasferimento di lui.
La ragazza fa danza, studia alla tua ex scuola e il fratello è chillu scem e Cristian. »
Deglutì subito tenendo lo sguardo basso sentendolo parlare, sapeva tutto per filo e per segno, sicuramente aveva ingaggiato qualcuno o semplicemente mio padre conosceva tutte le mosse che qualcuno qui a Napoli di "potere" faceva.
« E se te la devo dire tutta, la madre scopa una meraviglia. Un avvocato così non lo vedevo da molto qui a Napoli. »
Alzai subito lo sguardo a lui guardandolo.
« Ma che cazzo stai dicendo? »
« Nun dicer e parol, e si. C'è stato una frequentazione tra noi due ma il marito non sa niente. Mi servivano diversi favori e lei mi ha aiutato, e sa pure di Kimberly mentre il marito è all'oscuro di tutto. »
Passai le mani sul viso alzandomi dal divano e deglutì andando avanti e indietro girando poi lo sguardo a lui guardandolo in modo schifato. Avrei così tanto voluto urlargli di odiarlo, di non voler essere come lui, di sentire lo schifo fino al mio midollo che provavo nei suoi confronti.
« Quindi si tant ce tien a quella ragazza, per il bene suo, nun t'avvicinà. »
Rimasi con lo sguardo schifato rivolto di lui, afferrai subito le chiavi del mio motorino nuovo e uscì di casa sbattendo la porta anche troppo.
Che cazzo avrei fatto? Che cosa dovevo dirgli a Cora? Che sua madre aveva messo le corna a suo padre con mio padre? Che aveva aiutato la camorra? Cercai di calmarmi e guidare fino casa sua.

-

« Hey stai bene..? »
« Eh? Sisi.. »

La guardai sorridere mentre indossava la sua salopette bianca da sopra ad un paio di converse.
Sorrisi appena guardandola e rimasi disteso al suo fianco sul suo letto.
« I miei dovrebbero tornare per le 2:00.. »
« Tranquilla Cora.. comunque secondo me dovresti cambiare colore della camera.. »
« L'ha scelto mia madre, ho una camera nel retro dove ho le mie cose, però adesso è vuota e vorrei rifarla.. vieni! »
La guardai alzarsi dal letto e tirarmi con la mano che stringeva la mia, sorrisi guardandola.. molto spesso nei tratti sembrava mia madre, sembrava quando giocavo con lei e lei era l'eterna bambina, anche avendo avuto tre bambini.. il suo umorismo, il suo sorriso e la sua allegria, e non averla vista mai piangere se non quando aveva deciso di lasciarci.

Entrai in camera dopo di lei e mi guardai attorno notando che era vuota e bianca, sorrisi guardandola e notai la pittura sul pavimento con dei rulli. Mi avvicinai aprendo la pittura e girai il viso a lei.
« Allora? Lo facciamo? »
« Adesso? Sei pazzo? »
« Adesso.. »
La guardai e soffiai una risata porgendole un rullo e infatti iniziammo a pitturare metà camera di azzurro, azzurro come i suoi occhi.

« Ma dove le hai prese queste crostate? »
« Le ha fatte mia madre ma fanno schifo.. »
« Ah.. no sono buone.. »
« Dai che te lo si legge in faccia.. »
Si mise a ridere e mentre ingoiavo il pezzo di crostata lei spiaccicó il rullo sporco di pittura sulla mia t-shirt bianca.
« Cora.. scappa.. »
Le urlai quasi e infatti riuscì a prenderla subito, il mio braccio avvolse il suo corpo da dietro e la mia mano sporca di pittura finì sul suo viso e sulla sua salopette di jeans bianca.
In realtà creammo un macello, infatti riuscimmo anche a pulire, mentre la sua cassa portatile ci regalava il suo cantante preferito "Ultimo" niente contro eh, anche perché sembravano adatte a noi quelle canzoni, ma io avrei preferito un "Antony - Esageratamente" si lo so, ero un vero tamarro.

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