Fà cio che ti dico.

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« Ciro, Edoardo, c'è l'avvocato che vuole parlarvi. »

Sospirai appena guardandomi attorno e girai il viso ad Edoardo per capire se forse l'aveva chiamato lui, alzai un sopracciglio quando mi diede una risposta negativa e entrambi accompagnati da Massimiliano la guardia.
Deglutì appena guardandola e guardai Edoardo sedersi di fronte a lei nella sala colloquio dove mi sedetti per ultimo restando in silenzio guardandola in malo modo.
« Ragazzi, è venuto il momento che dovete collaborare. »
« Ci dica tutto.. »
« Allora, abbiamo trovato Rico Altanese, lui si prenderà tutte le vostre colpe okay? Ma voi dovete dire le stesse cose che dire lui al giudice. »
Eravamo gli unici che ogni volta ad un colloquio eravamo senza telecamere o altro, sospirai appena senza fiatare mentre Edo annuì subito.
« Forse fra meno di un mese sarete fuori.. »
« Cirù allo? Nun si cuntent? »
« Ij nun c'è voglij avè nient a che c fa con le persone come lei. »
Entrambi smisero di sorridere, al solo pensiero che questa donna.. aveva fatto del male alla donna che più amavo, al solo pensiero che aveva scopato mio padre più di una volta..
« Ciro, credo che tu sia l'ultimo a poter parlare dei sbagli che io ho commesso su mia figlia »
« Ma c cazz stai ricenn? Ma ti rendi conto che hai sempre deciso sulla sua cazzo di vita?? »
« Non sono problemi tuoi questi.. »
« Ah no? E che ti fottevi mio padre nella camera di mia madre ?? »
Urlai sbattendo la mano sul tavolo facendola sobbalzare, e Edoardo mi fece segno di stare calmo, anche se sapeva che non doveva farlo.
« Io adesso devo solo aiutarvi.. questa è acqua passata, anzi, se sono qui e' perché.. »
«Si, perché te l'ha chiesto lei.. sai cosa? Dovrei avere l'immenso rispetto nei tuoi confronti, il massimo.. hai messo al mondo la donna della mia vita, mi hai dato un enorme dono ma.. hai contribuito a far scappare di casa mia madre, fregandotene dei sentimenti altrui.. e mi sento letteralmente schifato quindi per favore, vattene. »
Alessandra annuì subito e si alzò Dal proprio posto prendendo la borsa, rivolse lo sguardo ad Edoardo facendogli un cenno di testa lasciando la sala colloquio.

« Ma che cazzo ti prende? Tra un paio di settimane saremo fuori e te ne passerai per il cazzo di quella.. quindi per favore, se non vuoi farlo per te.. fallo per il tuo amico che non vedrà suo figlio nascere. »

Guardai Edoardo serio, forse come non l'avevo mai visto prima d'ora. Abbassai lo sguardo guardandolo lasciare anche lui quella stanza e serrai la mascella.
Io se uscivo da li sapevo che sarei corso da lei e non doveva succedere, non doveva capitare perché lei meritava un finale diverso, e non con me.

-

Entrai nel bagno della mia cella afferrando il cellulare che avevo nascosto sotto al materasso e cercai il numero di mio fratello Pietro, e quando ci riuscì aspettai rispondesse.
« Cazzo dai.. Pietro.. »
« Oh Ci, che succies? »
« Ho bisogno che tu faccia una cosa »
« Dici, tutto.. »
« Devi prendere un assegno e intestarlo a Cora, compragli una delle ville più belle che abbiamo a Napoli, e dille che è un mio regalo.. che deve essere felice e che una volta che io saró fuori non deve più avvicinarsi a me.. »
« Ciro.. ma si sicur? »
« ...per forza Piè.. »
Lo sentì sospirare e poi staccare la chiamata.
Entrai in camera nascondendo il telefonino spento e mi sedetti sul letto guardando il soffitto.

Se c'era una cosa che odiavo di me era la mia testardaggine, non sopportavo l'idea che qualcuno dovesse soffrire soltanto per stare al mio fianco, io proprio non ci riuscivo.. anche se in una litigata lei mi disse che ero io l'egoista perché pensavo soltanto a me stesso e non al fatto che forse la sua scelta era stare al mio fianco.
Passai subito le mani sul viso sentendo l'enorme peso che ogni volta sentivo sul mio petto quando le cose non andavano come desideravo, mi tirai su dal busto guardandomi attorno e poi abbassai la testa a Edoardo, dormiva.

Dovevo dormire anch'io ma sapete meglio di me quanto fosse impossibile la notte dormire senza che i pensieri scellerassero nella mia testa.

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