Si parte.

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Ho paura di dovermi abituare al fatto che, questa vita mi debba andare bene così.
Ho paura di continuare a vivere chiusa in una scatola opprimendo le mie opinioni per il chiasso di quelle altrui.
Ho paura che ci sia sempre qualcuno che parli più forte di me, facendo diventare le mie grida bisbigli.
Ho paura di chiedere aiuto, anche se lo faccio ogni giorno invano.
Mi fa paura credere che un giorno saremo solo vento, nuvole e poi pioggia.. ho paura di quei momenti in cui il mondo gira fortissimo, e io mi sento una statua di ghiaccio ferma, immobile.
Ho paura di dovermi accontentare, di non saper riconoscere la felicità fino a smarrire la mia anima.
Ho paura che mi debba fare sempre più forte per proteggermi da un mondo pesante, ossessivo è malato a cui forse contribuivo anch'io, abitato a vedere del marcio in ogni cosa.
Io voglio passare il tempo ad osservare questo mondo frenetico nell'angolino di una stanza colma di persone, in silenzio, con una sola matita e un foglio in mano, e poter scrivere all'infinito quanto questa paura mi renda renda vivo.

La guardai dormire al mio fianco, sembrava una bambina, amavo ogni minimo dettaglio di questa ragazza, i suoi capelli scuri, i suoi occhi azzurri da far invidia il mare di Napoli.
Allungai la mano nei suoi capelli accarezzandola guardando la sua guancia spiaccicata sul mio petto nudo e la coprì con la coperta accarezzandole i capelli socchiudendo le labbra e guardando il soffitto.

Non riuscivo a dormire come mio solito, i mille pensieri che avevo in testa, i sensi di colpa di ogni notte quando appoggiavo la testa sul cuscino, le urla delle persone che avevo ammazzato, credo sia arrivato alla terza persona in due settimane, le urla di quella ragazza nel Urus, il locale che frequentavo sempre, e poi.. lei, i suoi occhi tristi, che vedevo felici soltanto quando eravamo lontano da tutto e tutti, e i segni sul suo viso, il suo occhio.. cosa mi stava succedendo? Perché stavo diventando ciò che non volevo essere?

Sentì il cellulare vibrare e illuminarsi, allungai subito la mano sospirando e lo sbroccai prima di restare a guardare la nostra foto che avevo come sfondo e sorrisi leggermente, ma smisi di farlo subito leggendo un messaggio di Edo:
" Cì, la polizia ha aperto le indagini su Lauro "
" Pagherò e sistemerò la famiglia di qualcuno e gli chiederò di costituirsi. "
" sei sicuro che funzioni ? "
" Deve funzionare per forza! "
" se ci buttano dentro usciamo a 30'anni.. "
" Stai tranquillo Edoardo, non posso permettermi di entrare dentro, ho qualcuno che amo alla follia qui e tu hai una sorella che ha bisogno di te e che ha solo te. "
" Non me lo posso permettere, Ciro.. "
Sospirai appena guardando l'ultimo messaggio di Edo, avevamo una fottuta paura anche se nascondevamo ogni fottuta cosa.
Passai le mani sul viso e cercai di dormire poggiando il cellulare sul comodino.

Avevo intenzione di passare almeno un'altra giornata insieme a lei, per questo avevo chiesto a Pietro di stare un po' dietro alle cose in questa settimana, e avevo intenzione di portarla a Parigi, in Francia, avevo diversi amici che mi avrebbero ospitato o meglio mi avrebbero dato una appartamento per tre giorni li, poi saremmo ritornati a Napoli e lei sarebbe ritornata a scuola.
Sapevo quanto fosse importate per lei, sapevo persino la sua decisione di andare alla Sapienza, ma non potevo e non volevo che lei andasse via.

-

« Hey, dormiglione.. ti alzi? »

Mugolai appena portando la mano sugli occhi cercando di nascondermi dalla luce che entrava in camera da letto e sbadigliai appena.
« Dai sono le 11:30.. alzati.. »
« Sono sveglio.. »
« Si, come no.. »
Apri' gli occhi notando che era vestita e prepara, alzai un sopracciglio stringendo la mano sul cuscino guardandola.
« Dove sei andata? »
« Mi sono svegliata alle 9:00 e sono andata dal parrucchiere con Rosa, e poi sono andata a comprarti una cosa! »
« Cosa? »
Mormorai strofinando i palmi della mano sugli occhi sedendomi sul letto facendo un sospiro cercando di svegliarmi del tutto e guardai nelle sue mani una busta piccola che mi porse.
« So che è una stronzata ma mi piaceva e te l'ho preso, così quando non ci vediamo puoi ascoltarle.. »
Alzai un sopracciglio prendendo la busta dalle sue mani e apri prendendo ciò che c'era dentro, era un MP4, alzai lo sguardo a lei e le sorrisi.
« Dentro ci sono tutte le canzoni che mi fanno pensare a noi, e poi anche delle tarrate che ascolti tu.. »
« Ma come ti permetti? »
La guardai fare una smorfia e sorrisi poggiando il pacchetto sul comodino allungando il braccio dietro la sua schiena facendola cadere sul mio corpo.
« Grazie vita mia.. »
Sussurrai a bassa voce spostandole i capelli dal viso e ricambiai subito il suo bacio.
Lei non lo baciava mai, o meglio, sempre ma spesso ero io a prendere l'iniziativa, come se avesse timore di qualcosa, ma sapevo che anche se tra meno di due mesi compievamo un anno di fidanzamento infondo infondo era ancora imbarazzata quando gli dicevo persino che era bellissima, e amavo quando nascondeva il viso dicendo che non era vero.
Ma se solo lei si amasse la metà di quando l'amassi io, se solo si guarderebbe con i miei occhi, capirebbe che è davvero bella, e perfetta.

« Anch'io ho un regalo per te.. »
« Mh? »
« Prepara una valigia che domani mattina partiamo per Parigi. »

La guardai un po' confusa e dopo aver capito le mie intenzioni sorrise subito e sorrisi sentendo le sue mani sulle mie guancia liscia che avevo rasato la sera prima.
« Sei serio? »
« Mai stato così serio.. »
« Ma tu sei pazzo.. »
« Un po'.. »
« Ma come facciamo? »
« Ho già sistemato tutto io, e poi niente è impossibile a Ciro Ricci. »
Lei intendesse il fatto che fosse minorenne e che non poteva viaggiare senza il consenso di un genitore, sorrisi guardandola sorridere e l'accarezzai il viso.
Credo sia una delle cose più belle che mi fosse capitato.

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