Una fine.

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Non è vero che siamo forti noi uomini, toglietevelo dalla testa. Non siamo donne.
E la differenza è davvero tanta, credetemi.
Noi uomini sappiamo cavarcela, sappiamo restare a quella, ma.. voi donne e' un'altra storia!
Voi prendete la vostra borsa che pesa tantissimo piena delle vostre cianfrusaglie e di cose che nemmeno ricordate di avere, la mettete sulla vostra spalla con la testa fissa al cielo e camminate, camminate raggiungendo tutto quello che volete. Voi e la vostra testa dura, che nemmeno vi fa smettere di sognare.

Era proprio vero.. gli uomini forse all'apparenza sembravano più duri delle donne, ma la pura verità era che noi uomini ci cagavano sotto si ogni cosa, potevamo essere stati "addestrati" in qualunque modo dai nostri genitori ma restava il fatto che la paura c'era, come la mia fottuta paura di perdere le persone a cui amavo, come la paura di perdere ogni cosa che stavo alzando con le mie forze, come la paura di perdere l'amore della mia vita. E si, ero davvero un cagasotto.

« Fratè che ti succede? »
« Eh a me? Niente perché? »
« Ti vedo cambiato un sacco, la galera ti ha fatto bene.. »
« Parla quello che fra meno di due settimane sarà pieno di pannolini sparsi ovunque ? »
« Oi Cì, è successo tutto così velocemente.. »
« E secondo te io non ho visto come guardavi Teresa in carcere? »

Ci fu un silenzio enorme, ringrazia che eravamo lontani da tutto mentre lui era seduto e io in piedi col braccio sulla sua spalla e lo sguardo verso il mare.

« E tu con Federica? »
« Federica è stata una sbandata?! »
« Ma dai.. che cazzate.. »
« Edo io sono innamorato di Cora.. »
« Non si era capito.. »
« E appunto.. quindi.. corri da lei prima ca O' Chiattil ti ruba l'amore della tua vita.. »
« Chist vo murì p forz eh? »
« Che poi tu sei più bello.. »
« Dic a verità.. »

Lo guardai ridere e sorrisi scuotendo il capo toccandogli la guancia col dito e mi allontanai da lui lasciandoli li mentre camminai fino a dove c'erano gli altri.
Erano seduti a bordo e a cerchio, Sonia con il suo ragazzo Michele, mia sorella Rosa con Milos, Greta un'amica di Rosa, Filippo ó chiattil e lei..
Erano seduti i vicini e stavano ridendo, sospirai appena e mi avvicinai spingendo appena Milos com la gamba facendo in modo che mi sedessi accanto a lei e così che fosse tra me e lui.
Serrai la mascella guardando Filippo e intrecciai le braccia al petto nel momento in cui sentì Rosa.
« Ci vuoi giocare? Stiamo giocando a obbligo o verità.. »
« Alle cose delle medie? »
« Lo facciamo per accontentare tua sorella.. »
Li guardai sorridendo appena e girai lo sguardo a lei, se ne restava in silenzio e si metteva il cappuccio della felpa nera che indossava.

« Vabbene, ci sto! »
« Okay, obbligo o verità Ciro? »
« Verità.. »
« hai mai fatto sesso in un luogo pubblico? »

Morsi il labbro inferiore portando la mano dietro la nuca dopo aver fatto un occhiataccia a mia sorella, girai subito lo sguardo a lei pensando quella volta che scopammo nel bagno del MC dopo aver detto ai ragazzi fuori che Cora non si sentissi bene.
Annuì subito girando lo sguardo guardandola fare un mezzo sorriso e poi tornai a guardarli.
Toccó a Sonia, a Greta a Milos e poi Kim che stava appena entrando nel gioco siccome era al telefono con Cristian.
« Allora amica mia, obbligo o verità? »
« Obbligo.. »
« ti obbligo a baciare Filippo »
« Cosa? »
« Muoviti. »

Per un istante pensai di voler strangolare Kim ma l'unico che volevo strangolare era Filippo che aveva allungato la mano alla guancia di Cora e l'aveva baciata come se sembrasse che stesse aspettando da una vita.
Mi allungai subito con la mano e d'istinto lo spinsi dal petto per farlo allontanare.
« Ma c cazz e gioc facit? » urlai troppo forse
« Oh Ciro.. » disse Filippo
« Statt zitt tu. »
Mi tirai su dal pavimento della barca e li guardai male, tutti forse, perché nessuno c'era con lo sguardo rivolto verso di me se non quello di Cora.
Mi allontanai da loro e scesi giu entrare in camera mia dove condividevo con Edoardo.

Ho sbagliato, non ad amarla eh..Ho riposto in lei troppe situazioni che non centravano nulla con lei. È che.. la felicità mi piace e a perderla così, uno ci resta male.. sono sono solo, eppure mi sento solo, continuamente.
Ho questo peso sullo stomaco e vorrei aprirmi per poterlo mostrare a tutti.. sarebbe molto più semplice e diretto, ma non mi è consentito.
Invece bisogna parlare, parlare e parlare per farsi capire. Quand'ero piccolo mi dicevano sempre che le cose belle finiscono, come se dovessi abituarmi ad essere triste la maggior parte del tempo.
Ma io credo che anche la tristezza ha una fine eh, e inizia quando te ne freghi di ciò che è stato, delle parole dette e dei silenzi.
Che a volte fanno più male di tutto il resto!
E che io sono fatto così, non riesco a fregarmene, se ci tengo veramente.. non so fingere.
Pero' forse è vero, anche la tristezza ha una fine, bene, che abbia inizio ora, non mi va più di aspettare.

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