L'erede è arrivato.

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Io non so se tu abbia un angelo a proteggerti, non mi è dato saperlo, sono sicuro di non averlo neppure io un angelo che veglia su di me! Perché assistendo al corso della mia vita il mio si chiamerebbe "Disangelo" un misto di etimologia non ufficiale tra Disagio&Disastro con l'aggiunto di qualche lettera della parola Angelo, almeno è più credibile! Bene, il mio Angelo si chiama Disangelo e il tuo credo si chiami "Felangelo" che è sempre un misto di etimologia non ufficiale tra Felice&Angelo questa volta, perché il mio sbanda e perde le ali ma il tuo assolutamente deve farti felice o quando meno proteggerti, che ne so io.. che cosa fa un Angelo.
Fatto sta che il mio può anche venire meno al ruolo di protezione, tutta quella roba spirituale, tanto l'unica che ancora posso chiamare "Custode" è la mia malinconia.
Ma il tuo deve essere un angelo vero, deve essere un custode reale della tua vita. Falangelo deve restarti accanto altrimenti ci vado io, dov'è che abitano questi cosi alati? E vediamo chi comanda!
Perché se è vero che gli angeli ci proteggono ci sono affianco nel nostro tortuoso cammino vitale, Tu, non devi inciampare. 
E vorrei a questo proposito che tu mi prestassi il tuo dolore, così che con la scusa di restituirtelo io possa farlo mio per sempre, lasciandoti l'ingenuità come ultimo atto gentile della mia vita. Quasi mi tormenta il pensiero che tu possa non avere un angelo, perché il fatto che tu pianga, che ti strugga, che soffra, non mi va bene per niente. E un angelo in questo per quello che so dovrebbe aiutare, dovrebbe diminuire la soglia del dolore.
Quindi Disangelo, con te nemmeno parlo perché hai sbagliato lavoro e lo devi anche cambiare!
Ma Falangelo, tu manda avanti il tuo, che non capita spesso che un angelo ne protegga un altro.
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Rimasi seduto sul divanetto dell'Accademia dove l'avevo accompagnata per la prima volta a danza, sembrava davvero un qualcosa di spettacolare mentre danzava, non l'avevo mai vista prima d'ora, e vi giuro che era una delle cose mie preferite, mentre rimasi a fantasticare su quale fosse il suo Angelo custode, perché davvero una bellezza del genere non la meritavo affatto.

« Te le guardi tutte? »
« Eh? »
« Intendo, sei qua per cosa? »
« Non capisco quale sia il vostro problema.. »
« Nessuno, ma sei uno dei tanti che viene a guardare il culo di queste ragazze? »
« Eh? No! Sono il fidanzato di.. Coraline! »
« Ah, allora benvenuto, non sapevamo.. »
« Aspetti.. perché qui vengono maschi? »
« Le porte sono aperte a tutti tesoro! »

Rimasi a guardare la donna di mezza età, credo sia una maestra di danza, annuì appena sospirando accigliando le mie sopracciglia e catturo' la mia attenzione il mio cellulare che squillava, ma ormai vivo col silenzioso quindi era strano sentirlo suonare che quasi pensai "wow, carina la suoneria del mio telefono".
Allungai la mano dietro la mia nuca grattandola appena e uscì dall'accademia rispondendo al cellulare.
« Chi è..? »
« Coglione, devi tornare a casa! »
« Tra mezz'ora! »
« Quale mezz'ora, tuo fratello sta come una belva, ti sei scordato l'incontro per il patto con gli americani, Ciro! »
« Cazzo! Sto arrivando.. »
Staccai subito la chiamata infilando il cellulare nella tasca e sbuffai appena, dovevo sistemare un paio di cose ma così come facevo? Morsi il labbro inferiore guardandomi attorno e maledì il fatto di non averci fatto accompagnare da Giorgio. Spostai il ciuffo di capelli dall'occhio sinistro e ringrazia non so chi che la lezione fosse finita e notai Cora avvicinarsi.
« Amo non fartela la doccia la fai a casa.. »
« Ma.. okay! »
Mi disse annuendo, cercando il mio sguardo. Se c'era una cosa che amavo di lei era che capiva che qualcosa non andava soltanto dal mio sguardo..
Le presi il borsone dalle mani portandolo sulla spalla con la mano e quando uscimmo dell'Accademia entrammo nella mia 500 bianca che sicuramente avrei cambiato tra un paio di giorni visto che ero riuscito a comprare la patente quella settimana; credo che senza mio padre ero riuscito a respirare un po', e ci mancavano 5 giorni al suo ritorno, anche se era tutto così faticoso avere sotto controllo ogni cosa.
« Tutt'okay? »
« Si, dobbiamo correre a casa ho dimenticato l'impegno.. »
« Che vuoi che sia? »
« Tutto! »
-

Aspettai che si aprisse la porta di casa e guardai Chiara con un viso come per dire "stai calmo" alzai un sopracciglio e le lasciai il borsone di Cora nella mano di Chiara, girai lo sguardo togliendomi la giacca entrando dopo Cora che faceva la stessa cosa e le feci segno di seguirmi,
Entrai in salone notando mio fratello alzarsi dal divano e mi avvicinai a lui:
« Oh scusa ma ho avuto da far.. »

Toccai subito la guancia facendo una smorfia con la bocca sentendo un leggero fastidio alla mascella

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Toccai subito la guancia facendo una smorfia con la bocca sentendo un leggero fastidio alla mascella.. serrai quest'ultima e sentì il sussulto di Coraline, voltai lo sguardo a lei facendole segno di andare sopra e lei non se lo fece ripetere due volte.
« Ma c sfaccim, quanto hai intenzione di crescere? In questa casa abbiamo bisogno di uomini no re Strunz comm e te! »
Mi urlò contro sbattendo la mano sul tavolo che c'era in salone avanti al divano; stavo cercando di rimanere calmo con tutto me stesso, notando Edoardo entrare dal giardino.

« Teniv che fa eh? Teniv c fa a guardare la puttanella ballare? Ma overament fai Ciro?? Primm a fatic e po e Femmn »

Strinsi subito le nocche dei pugni sentendo come l'aveva chiamata e senti l'adrenalina arrivare nel mio corpo, se non fosse stato mio fratello già sarebbe morto, sicuro.

« Ma pecchè tu a chiamm fatic chest? »
« Ancora vuoi mettertelo in testa che questa è la nostra vita? Ringrazia che ti ho apparato il culo e ho chiuso l'accordo o papà ci faceva un culo enorme. »
« Complimenti! Vulit che divento Ciro Ricci? A disposizione, ma ricordatevi una cosa, soprattutto tu, papà ci ha sempre insegnato che dobbiamo portare rispetto prima per le donne e poi per questo codice di merda! Quindi si vuo essere rispettato da me rispetta prima a femmina mij e po ij rispetto a te. Ah.. »
Lo indicai serio guardandolo spostando gli occhi poi sul mobile, c'era una delle pistole nostre.
« Sta arrivando l'erede no? Quindi immediatamente ti voglio a Pz. CarloIII a vedere le cose come stanno andando lì, e si c sta bisogn usa questa. »

Afferrai la pistola buttandogliela addosso e guardai l'espressione di mio fratello cambiare, lo vidi annuire e indietreggiare appena finché non lascio' casa. Era ciò che volevano no? E mo dovevano solo fare quello che dicevo io, tutti.
Guardai Edoardo sorridere come se avesse avuto soddisfazioni e mormorai.

« C cazz guard affà tu ja, pripar na cann mo veng. »

Lo guardai sorridere e annuire uscendo in giardino. Ciro Ricci, l'erede del boss di Napoli, era arrivato.

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