« Sei sicura di voler leggere il tuo tema Coraline? »
« Si prof, o non avrebbe senso averlo scritto. »
Sentì la risata degli altri alle mie spalle e alzai un sopracciglio abbassando lo sguardo al mio tema,
dovevamo ispirarci a George Floyd, medesimarci in lui nel momento in cui stava smettendo di vivere, ma non credo di esserci riuscita.« Perché qualcuno ti ha dato la possibilità di respirare togliendola ad un'altro?
Ma spiegatemi.. chi cazzo decide chi deve respirare e chi non deve?
Ma lo sai per cosa respiri? Lo sai che non basta respirare per essere uomini?
Io il mio respiro lo sputo in faccia a chi mi dice che non posso respirare!
Io non sono come te, non sono un vigliacco..
Io non nascondo il mio inutile respiro dietro ad uno stupido telefono. Io non gli schiaccio la testa sull'asfalto, come lo chiamate? Come un "Negro". Mentre sua madre lo sta cercando, piangendo! Mentre urla il suo nome e perde fiato.. e lui ruba il suo ultimo respiro per dire « Mamma » mamma...
Io non sono un "negro" come lui, ma respiro come lui adesso.. io piango con lui adesso..
io sono lui, adesso. Non uccidermi. »C'era un silenzio assordante forse, nessuno dei miei stupidi "compagni" di classe aveva fatto un commento, quello dei soliti che facevano loro, neanche Michele, il più stupido della classe aveva aperto bocca.
Poggiai la mano sul foglio e mi tirai su poggiando il compito sulla cattedra della prof e tornai a sedermi sentendo subito la voce della prof.
« Coraline.. credo che questo silenzio sia la risposta a ciò che hai scritto.. complimenti.. »-
Bene. Coraline, è così che mi chiamo.
Mettetevi comodi perché non sarò quella ragazza che vi aspettate io sia, anzi.
« Hey, com'è andata la giornata? »
« Abbastanza bene, credo.. »
« Il compito? Tutto apposto? »
« Si mamma.. »
« Coraline perché non mi dici mai le tue cose? »
« Perché non ho niente da dirti, la mia vita è monotona. Scuola, studio, casa e amici. »
« Bene, potresti dirmi che succede quando sei con loro.. »
« Mamma basta! »
Sbuffai appena liberandomi dalla la cintura di sicurezza dell'auto di mia madre e lasciai quest'ultima entrando in casa prima di lei.La mia 'umile' casa a Posillipo che i miei genitori custodivano con gran cura, la nostra casa.
L'unica cosa che amavo di quella casa era la vista.
Ero a Napoli da più o meno 3 anni, non che mi sentissi una Napoletana ma l'accento Romano restava nella mia pronuncia.
Ecco perché per i miei amici ero sempre "la nuova", eravamo lì a Napoli perché mio papà Primario del Policlinico aveva avuto trasferimento qui, e ovviamente senza scelta dovevo seguire i miei genitori essendo minorenne. 16 per l'esattezza, ancora due anni per diventare maggiorenne, diplomarmi e andare via da qui.
Attenzione, non perché non amassi Napoli anzi, questa città era stupenda e le persone era di cuore, ma mi mancava casa mia, e le cose che avevo lasciato lì, soprattutto la mia migliore amica Vivianne.« Coraline tra un po' scendi che torna papà e pranziamo! »
Non risposi neanche in realtà, mia madre era avvocato, quindi vi lascio immaginare la parlantina che aveva, ma non mi ero mai aperta davvero a lei, non avevo quel rapporto che dovevano avere madre e figlia, i miei genitori erano spesso fuori per lavoro e mio fratello maggiore Cristian ormai laureato viveva la sua vita lontano da tutti e tutti ma tra me e lui c'era un bellissimo rapporto, infatti era lì a Napoli da noi da una settimana e domenica sarebbe tornato in Portogallo, ma per il momento era qui anche perché la sua fidanzata era Napoletana.
Una ragazza stupenda, Kimberly, spesso uscivamo insieme quando Cri non era qui.Rimasi seduta sul bordo della finestra mentre reggevo il mio cellulare tra le mani e girai lo sguardo sentendo la voce di quest'ultimo:
« Ma che ci fai seduta lì sopra? »
« Lo faccio sempre.. c'è una vista stupenda! »
Lo vidi sorridere ed avvicinarsi sedendosi al mio fianco; io e Cri ci somigliavamo un sacco, occhi azzurri e carnagione chiara, labbra carnose e un cuore enorme solo per chi decidevamo noi, soltanto che lui aveva lo sguardo di mamma e forse era un po' più tranquillo come lei e io avevo preso più dal mio papà, irrequieta assai e furba.
Poggiai subito la testa sulla sua spalla poggiando il telefono sul comodino allungandomi e guardai il mare.« Napoli è assai bella, però dovresti venire qualche volta in Portogallo, te ne innamorerai »
« Mh? Ma perché non torni tu? »
« Scherzi? Li e' un'altro mondo.. tu hai deciso cosa fare dopo il diploma? »
« Credo che continuerò con l'accademia di danza e poi vorrei andare alla Sapienza.. »
« Quindi tornerai a Roma? »
« Vorrei.. »Lo guardai annuire e poi scendere dalla finestra e farmi segno di scendere, infatti così feci e quando lui lascio' la mia camera restai per un istante ancora lì, pensai a ciò che gli avevo appena detto era forse l'unico con cui mi aprivo oltre la nonna Adele che avevo lasciato a Roma con Foffy il nostro gattino.
« Ti muovi a scendere? Papà e qui! »
Sbuffai appena quasi imprecando e lasciai la camera andando giù in cucina e a pranzare con loro.
« papà, questa sera è il compleanno di Kimberly e fa una piccola festa a casa sua in piscina, può venire anche Coraline? »
Alzai subito lo sguardo sentendo mio fratello e alzai un sopracciglio rivolgendo lo sguardo a mio padre.
« Non se ne parla.. hai 23 anni lei 16.. »
« Ne ha quasi 17 e poi ci sono io con lei! »
Guardai i miei genitori guardarsi e poi mio padre annuire con un sospiro.
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Una proposta da farti.
FanfictionƑorte come la morte è l'amore Quindi perché dici di amarmi se l'unica cosa che fai è distruggermi?