Siamo uguali

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« E stai tranquilla amo, se vuoi andare a danza ci vai, ti faccio accompagnare da Giorgio! »
« Ma posso andarci anche da sola, davvero »
« No ma si pazz? »

Lo guardai mentre era seduto fuori al balcone della nostra camera e indossava una canotta bianca, aveva tra le dita una Merit che ogni tanto toglieva dalle labbra con gli occhi socchiusi a causa del fumo.
Era così dannatamente sexy eppure sembrava di conoscerlo appena, sorrisi leggermente abbassando lo sguardo restando seduta sul letto con la schiena appoggiata alla testiera del letto e con le ginocchia alzate dove avevo poggiato il libro che stavo leggendo " E poi ci sono io ", era davvero carino quel libro.

« Allo che fai? Domani vieni con me? »
« Devo per forza..? »
« Amo ci saranno tutte le donne dei colleghi »
« Colleghi? È così che li chiami? »
« Mio padre li chiama così.. »
« Farai davvero tutto ciò che fa lui? »
« Dovrei.. »

Lo guardai avvicinarsi e salire sul letto, togliere dalle mie gambe il libro che stavo leggendo e feci una smorfia sbuffando perché avevo perso il segno.
« Marò amo e puos nu poc sti libr.. »
« ma pensavo che la secchiona ti eccitasse più »
« tu mi ecciti in tutti i modi.. »
« sei un animale.. »
Lo sentì ridere e sorrisi scuotendo la testa spingendolo appena nel momento in cui le sue mani afferrarono il mio corpo e si infilò sotto le coperte poggiando subito le labbra sulle mie..
Socchiusi le labbra ricambiando il suo bacio e portai le dita nei suoi capelli morbidi e bagnati che stranamente quel pomeriggio aveva senza tutto quel gel visto che era appena uscito dalla doccia e emanava un profumo enorme, quello che ormai amavo da mesi.
Senti le sue mani sotto la mia maglia bianca larga che indossavo soltanto quando dormivo e morsi subito le labbra quando le sue dita toccarono il mio seno scoperto.

« Ciro! Muovt papà ci sta aspettando giù »
« Ma c cazz Pietro! »
Lo sentì imprecare nel momento in cui suo fratello Pietro bussò alla porta e alzai appena lo sguardo accarezzandogli il collo con le dita.
« Dai vai.. »
« No amo devi venire pure tu è una riunione di famiglia.. »
« Ma io non son.. »
« Sei la mia donna, sei la mia fidanzata e sei di famiglia. »
Lo guardai per qualche istante e annuì appena alzandomi ringraziando di essermi svegliata presto quella mattina ed essermi lavata prima di lui, infatti mi alzai e apri l'armadio infilando un paio di jeans neri e un top azzurro con le Nike, non sapevo neanche come vestirmi in queste situazioni per questo Rosa e Kimberly in questi giorni sarebbero venuti a spiegarmi un paio di cose ma che trovavo davvero da ignoranti.

Mi sentì osservata in realtà per questo quando mi voltai notai Ciro seduto sul letto, mi stava fissando da un bel po e sorrisi appena scuotendo il capo sistemando i capelli sciolti che avevo sulla schiena.
« Si pront? »
Annuì subito e lasciammo la camera insieme prima di arrivare in salone dove c'era Il padre, Pietro e Rosa.

« C'è sta tiemp per fare le cose, quando vi chiamo dovete venire subito. »
« Si papà, scus ci ho messo tempo io per vestirmi. »
« Cir a papà nun te fa bell, chist è il momento che devi comandare. »
Ciro annuì subito e deglutì appena guardandoli mentre mi sedevo accanto a Ciro sul divano che c'era di fronte.

« Vi volevo tutti qui per una ragione, sono mesi che sto mettendo Ciro sulla buona strada e mo voglio le dimostrazioni. Lunedì parto per l'America, una settimana, ti lascio non tutto ma l'inizio nelle tue mani. Voglio che mi porto avanti la piazza, almeno una delle tante che abbiamo e per fartela facile ti ho dato Secondigliano. Rosa a papà, tu sai più le cose quindi voglio che porti Coraline sulla nostra strada, e ricordi le donne tre cose fanno.. »
« Dicono sempre Si, si vestono bene, e fanno le donne Ricci. » rose Rosa con convinzione.
« Bravissim. Pietro tu, si chiu gruoss, aiuta tuo fratello ma non molto perché sarà lui l'erede, tu pensa alla famiglia, pensa a proteggere le donne di questa casa e soprattutto a non far mancare niente alle loro famiglie okay? »
« Vabbuò papà, come vuoi. »
Spostò lo sguardo su me e deglutì appena sentendo un leggero strano effetto e strinsi subito le mani sul divano guardandolo negli occhi.
« Cora, tu sei la nuova arrivata, non pretendo niente, soltanto che ami mio figlio, lo rispetti e se pure sbaglia devi restare al suo fianco, perché noi le promesse non le infrangiamo per noi la famiglia è sacra. Tu ami lui, lui ama te. Così appena volete facciamo sto bel matrimonio! Ah, vabbuò quando vorrai aiuto per la scuola io ci sto, sai benissimo che ormai non devi temere più niente. Ma, comportati nei migliori dei modi. »
Deglutì appena guardandolo ancora una volta e mi fissava ancora, forse aspettava che gli dicevo si, infatti quando annuì subito lui smise di guardarmi e si rivolse ai figli.
« Sto via una settimana, fate ciò che dovete fare ma nun V facit truá in galera o in tarantelle ca v'accir io. »
Annuimmo tutti quanti.
« Bene, mo fate le cose vostre! Cirù ho avvisato Giorgio che deve accompagnare a sta criatur a danza. »
« Si, grazie papà.. ah.. sabato ha il saggio, potremmo andare a vederla.. non so almeno ci facciamo vedere che adesso fa parte di noi. »
« il saggio? E staremo tutti la a papà senza problemi, brav. »

Lo guardai dare uno schiaffo dietro alla spalla di Ciro e poi allontanarsi dalla nostra visuale uscendo di casa con Giorgio il suo autista, lo stesso che nel tardi avrebbe accompagno me a danza.
Sentivo l'oppressione di questi ragazzi e la voglia di vivere che gli era impedita, e capì che qui tutti e quattro eravamo così uguali.

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