Il mare fuori.

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« Pecche stat insieme voi due? »
« Cirù l'ho vista sulle discese e l'ho portata con me, stai tranquillo. Ma che fai dubiti di me? »
« Dovevi portarla qua già dall'inizio »
« Si okay, mo sta qua. »
« Se fa chell c dic io. »
« Ma cre oi Cì, stai caccian e pall? »

Girai subito lo sguardo guardando i tre parlare tra di loro, Ciro, Edoardo e Pietro.
Eravamo a casa di Ciro, Edoardo mi aveva portata li perché da quello che avevo capito glie l'aveva detto Ciro.
Rimasi in silenzio in disparte guardando fuori dalla finestra.

« Amo.. ti va di parlare un po'? »
« Non ho bisogno di parlare con te.. »
Sentì il suo sospiro e notai Edo e Pietro andare via e restare da soli.
« Me ne vado a casa.. »
« No tu non ti muovi da qua! »
« ma vatten a fancul. »
Lo guardai male facendo per aprire la porta di casa ma la sua mano afferró il mio collo da dietro e deglutì subito quando fece in modo che i mi occhi guardassero i suoi rossi.
« È colpa mia okay? Non dovevo tirarti in tutta questa situazione.. ma lascia che io stia al tuo fianco adesso. »
« Non ho bisogno di nessuno.. »
« Invece si, per quanto puoi nasconderlo ho già vissuto questo dolore, so come cazzo ci si sente, la tua famiglia si è disintegrata in un secondo e adesso hai un destino scelto al fianco di una persona che forse tra un paio di anni non vorrai più. »

Chiusi gli occhi riaprendoli sentendo le lacrime che non lasciai uscire, girai il viso facendo in modo che lasciasse la mia nuca scuotendo la testa in un no e toccandomi il collo con le dita.

« Se tu resti al mio fianco sarà tutto più facile »
« Per quanto tempo ti avrò al mio fianco prima che il tuo essere si innalzerà ancora di più e qualcuno lì fuori assettato di vendetta  aspetterà la tua morte come aspettano la morte di tuo padre? Mh? Dimmi.. per quanto tempo dovrò amare il ragazzo che ho al mio fianco prima che qualcuno me lo porti via? O per quanto potrò toccare il suo viso prima che dopo un tuo reato entrare in una cazzo di cella, eh?? »

Stavo urlando, e anche troppo..
chiusi subito gli occhi mettendo i palmi delle mani sugli occhi per coprirli e mi voltai dandogli le spalle sentendo l'enorme peso sul mio petto..
Avrei dovuto ascoltare tutte quelle voci che mi dicevano "sta lontana da queste situazioni" eppure qualcosa non mi lasciava andarlo via.
Sentì le sue braccia avvolgere il corpo e la sua testa nell'interno mio collo da dietro.
Allungai la mano nei suoi capelli con gli occhi chiusi e rabbrividì al suo calore.

« Ti amo Cora.. »

Lì fuori la mia famiglia si stava distruggendo, mio padre presto sarebbe tornato in Australia lasciando il suo lavoro qui e noi saremmo rimasti qui a Napoli mentre mia madre diventata avvocato di ogni mafioso che la contattasse, mentre la mancanza di mio fratello si faceva sentire così tanto.
Ed io ero lì con lui, con l'eterna paura di non vederlo più tra un giorno e l'altro, con la paura di perderlo, con la dannata paura di non sentirmi più protetta da lui, di non sentire più il suo calore. Ero innamorata di lui, fino al midollo..

-

« Spero sia stata di gradimento la cena Cora »
annuì guardando Salvatore il papà di Ciro a capo tavola che cercava forse di sentire la mia voce.
« Papà, Ciro.. domani io e Coraline possiamo andare a fare shopping a Via Toledo? »
« Non credo sia un.. »
« Certo che si, così almeno state un po' insieme voi donne e noi uomini facciamo i nostri affari »
Rispose suo padre interrompendo le parole di Ciro, strinsi la forchetta tra le dita e l'appoggiai al bordo del piatto e girai il viso a Ciro guardandolo sospirare in modo davvero stanco.
« Comunque ho parlato con tua madre, puoi anche venire ad abitare adesso che sei minorenne qui, puoi continuare anche la scuola e magari appena sarai diploma puoi.. »
« Io in realtà vorrei fare l'università.. »
« Ah.. e continuerai l'università allora! »
Notai lo sguardo di Ciro e il viso di Rosa e Pietro straniti e stupiti dalla risposta del loro padre che forse non si aspettavano.
« Davvero? » disse Rosa.
« Scusami.. ma se vuole diventare dottoressa come suo padre ben venga, avremo una dottoressa in famiglia! »
Rosa annuì come per dire "Bha" e annuì anch'io tornando a guardare il mio piatto mezzo vuoto.

-

« Pensavo che tuo padre odiasse la scuola.. »
« Infatti, è strano che ti abbia detto ciò.. »
« Credi che gli piaccio? »
« Credo che lui pensi che tu sarai la mia donna per sempre, quindi sta cercando di fare colpo.. »
« Per sempre? »
« Sai cosa intendo.. »
« No.. »
« Che mi sposerai.. »

Lo guardai subito restando seduta sul letto della sua camera e strinsi le mani sulla coperta. Non ci avevo pensato prima d'ora, avevo appena 17 anni e sentivo di voler almeno prima laurearmi, e magari avere una carriera e poi sposarmi..

« Non sei assolutamente obbligata a farlo eh.. lo faremo se la nostra storia durerà, intendo.. siamo giovani, io ho 18 anni e tu ne hai appena compiuti 17, potremo svegliarci un giorno e non amarci più quindi stai tranquilla, io non ti obbligo a farlo.. »
« Te l'hanno mai detto che parli troppo? »
« Forse.. »

Lo guardai alzare lo sguardo dal pavimento per quanto si stesse giustificando e sorrisi appena guardandolo al mio fianco, amavo quando rimaneva a fissare il vuoto come se stesse pensando a chissà cosa, amavo quando alzava l'angolo sinistro delle sue labbra e mostrare il suo mezzo sorriso con quelle rughette che comparivo al bordo delle labbra.. amavo quando mi toccava delicatamente, come se quasi mi rompessi. Amavo quando restava a guardare fuori dalla sua finestra il mare, quel mare che lui amava tanto, era innamorato del mare, ecco perché mi diceva sempre che aveva scelto la camera migliore di casa, perché c'era il mare fuori ad aspettarlo al suo ritorno a casa.
Credo di amare ogni sfaccettatura di questo ragazzo.. chissà come sarebbe stata la nostra vita se un giorno qualsiasi, uno così a caso.. le nostre vite si incontrassero e che le nostre decisioni erano nostre e basta.

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