Sonia e io.

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« Perché non mi rivolgi la parola da giorni? Che ti ho fatto scusami? »
Guardai Sonia esausta dalle mie parole e sbuffare voltandosi subito verso di me tenendo tra le mani i suoi libri.
« Senti.. non abbiamo così tanti motivi per essere così tanto amiche, quindi perché mi stai appiccicata? »
« Sonia io non ti sto appiccicata, io non elemosino amore e né tanto meno amicizia, ma perché sono giorni che ti comporti così? »
« Perché tu.. non capisci il pericolo o meglio non vuoi capirlo e se io ti dico che quella cosa non fa per te allora non è perché sia gelosa ma semplicemente perché non voglio che ti fai del male da sola.. e tu che fai? Ti fai un weekend insieme con lui a casa tua.. »
« Stai parlando di Ricci vero? Non è successo niente di che..»
La guardai sospirare non appena pronunciai quel cognome e guardarmi male mettendo i libri nello zaino.
« Te lo ripeto.. sta lontana da lui! »
« Ma per quale motivo? È un ragazzo apposto, anche se non ama la scuola studia ed è davvero carino con me. »
« Tu non capisci.. »
« Cosa dovrei capire?? »
« non devo dirtelo io. »
La guardai mentre scuotevo la testa e mi lasciò li, fuori alla scuola..

Sospirai appena aspettando che mia madre arrivasse e mi guardai attorno. Non lo vedevo da un paio di giorni, e non l'avevo visto neanche a scuola, facevamo parte della stessa scuola e lui era nella 4D, spesso avevo sentito il gruppo della sua classe dire che lui era solito fare "filone" non che marinare la scuola e non capivo davvero come potesse questo ragazzo essere arrivato quasi al diploma.

Vi parlo di Sonia okay?
Sonia era il mio opposto in tutto! Ci siamo conosciute al mio primo giorno di scuola qui tre anni fa, e non ci eravamo mai più lasciate.
Spesso ci prendevano per sorelle, avevamo gli stessi occhi e qualche stesso lineamento ma lei era bionda e io mora.
L'unico difetto che aveva era che prendeva il caffè come gli americani, acqua sporca.. era una Napoletana Doc e questo faceva davvero strano, un offesa enorme ai napoletani.

Sonia è stata sempre al mio fianco anche quando non volevo rientrare a scuola per il timore che non accettassero ciò che ero, e poi col tempo ho capito che alla fine ero soltanto io che dovevo accettare chi fossi e chi fosse la mia nuova vita li.
Infondo è sempre stato così, ero una finta "insicura", ma il fatto che combinassi di tanto in tanto guai e lei era l'unica che mi aiutava ad uscire fuori era davvero un girasole tra tante rose rosse in un prato verde.

« Ti muovi a salire? »
« ma perché fai sempre tardi? »
« perché devo lavorare, Coraline voglio che ti prenda almeno il patentino per una Smart così non.. »
« si così ti tolgo anche il disturbo di venire a prendermi da scuola tranquilla. »
Ci fu un silenzio per qualche minuto, anche perché mia madre con quel silenzio sembrava darmi ragione.
« oggi ho danza! »
« oggi dobbiamo andare dalla nonna! »
« non ci vengo, ho finito tutta la punizione e di sicuro non salterò di nuovo danza.. »
« guarda sei incorreggibile Coraline.. »
La guardai in malo modo sospirando e girai lo sguardo al finestrino restando nel traffico delle altre auto di altri genitori che andavano a prendere i loro figli da scuola, chissà se erano come i miei genitori.

Sentì il cellulare vibrare visto che avevo ancora il suono abbassato in classe e notai un suo messaggio:  « Non mi hai mandato il buongiorno stamattina.. »
Sorrisi appena e smisi di farlo subito sentendo la voce di mia madre.
« Che mi nascondi in quel sorrisetto? »
« Niente.. »
« Ragazzino? »
« Ma dai mamma.. »
Allontanai il cellulare cercando di non far leggere ma fu troppo tardi perché la guardai ridere:
« Ciro? È così che si chiama? Un nome troppo napoletano.. »
« Ci sono nomi napoletani? »
« Si.. Gennaro.. Antonio, Ciro.. »
« Ma dai mamma.. »
La guardai ridere e scossi la testa poggiando la testa sul finestrino e tornai a guardare il cellulare.

- avresti potuto farlo tu.. non eri a scuola? -
- no, non mi va! E forse un po' mi manchi.. -
- anche tu mi manchi.. -
- ti va di vederci per le 18? -

Pensai di avere danza e deglutì appena facendo una smorfia, poteva aspettare la danza.. forse..
- Va bene.. i miei genitori alle 16:30 vanno da mia nonna a Roma e tornano domani mattina, se vuoi.. -
- ci vediamo stasera.. -
Sorrisi leggendo e lasciai il blocco schermo senza rispondere girando lo sguardo a casa nostra visto che eravamo arrivati e lasciai l'auto sotto le urla di mia madre "Non buttare le cose per casa".
Mio fratello era a casa di Kimberly e ci sarebbe rimasto visto che lunedì sarebbe tornato in Portogallo.

Sbuffai appena entrando chiudendo la porta dopo che mia madre entro' e lasciai le scarpe fuori alla porta buttando lo zaino accanto alla porta dentro.
« Vedi che ti ho preparato tutto per pranzare, per stasera dopo la danza ti lascio i soldi chiama una pizzeria. »
La guardai respirando in silenzio e mi sedetti sullo sgabello in cucina guardandola mettere nella borsa che stava preparando prima che venisse a prendermi da scuola.
« Ma quanta roba porti che mezza giornata dovete stare? »
« Le cose non bastano mai quando sei lontana da casa. »
« E..non ho fame! »
« La stai facendo la dieta che ti ha detto la dottoressa Minato? »
Annuì appena sospirando e pensai alla fissazione di mia madre che dovevamo mangiare in modo salutare.

Mi alzai dallo sgabello e andai in camera mia.
- Sonia, stasera i miei genitori vanno a Roma e non vogliono che vengo a Danza, ci vediamo domani a scuola. -
Non le avevo mai mentito, non le avevo mai detto una bugia.

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