Mi manchi.

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Credo di aver perso il conto da quando non sentivo la voce di Ciro, come se l'avessi dimenticata anche se la mia testa rigettava ogni volta che pensavo di farlo.
Avevo capito che di me non voleva saperne più niente quando Pietro si presentò a casa con un mazzo di chiave, mi avevano preso una casa per far sì che io lasciassi casa Ricci.
E per quanto non volessi farlo dovevo, per questo ero già da una settimana in quella nuova casa a Posillipo, era stupenda quella casa, ma troppo grande per me, spesso stavo con Rosa che mi faceva compagnia o Kim o anche a Linda che tutte e quattro con l'assenza dei nostri ragazzi non riuscivamo proprio a starci.

« Io ti direi di non mollare, so che sei anche arrabbiata con lui ma.. non lasciare niente »
« Si, anche secondo me e poi forse da mattina usciranno da galera, e torneranno di nuovo quelli di sempre. »

Sospirai appena sentendo Kimberly e Linda parlare anche se in realtà non li stavo ascoltando per niente, eravamo fuori al tribunale, volevo entrarci ma non ci riuscivo, non solo perché fossi arrabbiata con lui, anzi, più che arrabbiata delusa dal suo comportamento, ma più che altro perché avevo dato tutta me stessa per lui, e lui mi ripagava così? Avevo bisogno di pensare a me, al mio diploma e al fatto che forse sarei partita per Roma, per La Sapienza.

« Io non entro.. »
« Come vuoi, non ti obblighiamo.. »
Annuì appena guardandole entrate e mi allontanai entrando nel primo bar che c'era li, mi sedetti al tavolino e guardai il vuoto tutto il tempo, prima che un ragazzo della mia età, forse, mi rivolse la parola.
« Le porto qualcosa? »
« Un.. cappuccino zuccherato grazie » 
Lo guardai sorridere ed annuire, feci la stessa cosa aspettando che mi servisse e tornai a guardare infondo alla strada.

-

Erano le 12:30 e nessuna traccia delle ragazze, se non un messaggio di Kim che mi informava del fatto che l'udienza era iniziata alle 10 ed io ero tornata a casa almeno per cercare di studiare visto che il giorno dopo avrei avuto un interrogazione.
Non sapevo le cose come sarebbero andate a finire, ma sapevo come volevano che andassero anche se erano troppi grandi per la realtà.
Alzai subito lo sguardo dal mio libro di scienze e guardai il mio cellulare squillare, anonimo.
Sbuffai appena pensando fosse uno di quei rompevano che rompevano le palle giorno e notte o il mio prof di matematica che sicuramente mi rimproverava di non essere andata a scuola perché si, avevamo uno strano rapporto noi due, aveva all'incirca più o meno 29 anni e insegnava nella mia classe già dal quarto anno, mi aveva aiutata un po', perché quando Ciro era stato portato in carcere io stavo lasciando gli studi, e invece c'è l'avevo fatta.
deglutì appena rimanendo ad ascoltare il mio cellulare squillare e subito dopo staccai tornando a studiare.

In realtà avevo finto di studiare tutta la giornata, ed erano le 22:30 di sera, sempre una botta ogni volta che calava sempre e dovevo dormire da sola. e le ragazze nessuna si era fatta viva per dirmi qualcosa, neanche Kim.. la realtà dei fatti avevo pensato che forse era stato proprio Ciro a dire loro di non dover dire niente.
Sospirai appena guardando la pizza sul tavolino che avevo mangiato metà, mi tirai su chiudendo la scatola infilandola sotto al forno, sicuramente  ci avrei fatto colazione la mattina.. come era solito fare mio e di Ciro ogni mattina che la sera prima cenavamo con una pizza, in realtà era proprio lui che mi aveva insegnato questa cosa, e se la mia vecchia nutrizionista sapesse di ciò avrebbe sicuramente decapitato entrambi.

Odiavo il fatto che collegassi ogni cosa a lui, che ogni cosa avesse un nostro ricordo, odiavo dover dormire di notte da sola, e odiavo dover affrontare questa vita, una nuova vita diversa da ciò che mi aspettavo, perché 9 mesi fa, prima che Ciro entrasse in quelle mura, io me l'aspettavo con un suo ritorno.. e invece no.
-

Sussultai sentendo il mio cellulare squillare e tossì appena allungando la mano al mio comodino, cazzo, erano le 4:35 del mattino, chi cazzo poteva chiamarmi a quell'ora? Mi tirai su dal busto spostando i capelli dal viso e portai il telefono all'orecchio, ma l'unica cosa che sentì era un sospiro, deglutì appena sentendo subito i miei occhi pizzicare, quel sospiro.. potevo riconoscerlo tra mille, strinsi subito la mano attorno alla coperta e ne ebbi la conferma quando lo sentì parlare.

« Hey.. lo so che è tardi per chiamarti, lo so.. E che probabilmente non vuoi sentirmi e neanche parlare.. ma ti chiamavo per dirti che.. mi manchi, Vedi io.. non riesco a parlare con nessuno come parlavo con te, non è lo stesso..
Si, non so che altro dire oltre al fatto che sono uscito e che mi manchi e che.. ti amo davvero Coraline, davvero.. »

Non era lucido, sentivo la sua voce strana e forse capi' che era semplicemente fatto, deglutì appena restando in silenzio e socchiusi le labbra per parlare ma sentì il suo staccare, passai le mani sul ciao stendendomi e poggiai la testa sul cuscino guardando il soffitto.
Soltanto dopo capì che stavo piangendo, mi voltai nascondendo il viso nel cuscino e iniziai a piangere come una stupida, come a tutte le volte che succedeva quando io non ero con nessuno.
La sua voce, mi era mancata così tanto ma forse aveva ragione, le nostre anime non erano fatte per stare insieme.

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