Cosa devo sapere?

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Non ricordo che tempo faceva quando l'ho visto per la prima volta, se pioveva o c'era il sole.
Sento persone che ricordano sempre questi particolari, com'era il cielo, con cosa avevano fatto colazione, se nel caffè quel giorno c'avavo messo uno o due cucchiaini di zucchero.
Invece io non me lo ricordo, né la colazione, né quello che c'era intorno.
Io non me lo ricordo perché non te lo ricordi mai davvero, com'era lo spazio-tempo prima di incontrare una persona importante.
Non te lo ricordi mai, te lo costruisci il momento esatto che è venuto prima, ma quasi mai corrisponde al vero.
Beh, non ricordo né alberi, né cielo, né strade, ma la mia vita dopo di te me la ricordo tutta.
I cambiamenti arrivano così, è stato quasi naturale legarmi a te, dopo quel primo giorno di cui non ricordo la colazione.
Legarsi è una bella parola perché sottintende che fa sempre male, perché se provi a stringerti un nodo al dito, poi dopo un po' ti da fastidio e ti si forma un bel segno rosso.
Così, non posso sempre dirti che mi faccia bene la stretta che sento da quel giorno, solo che adesso il mio dito è bianco, come quello di chi ha la circolazione ferma esattamente sopra il punto in cui stringe il nodo.. e un leggero formicolio mi prende la mano, ma c'è un non so che di piacevolissimo in quel fastidio..
perciò non lo slego questo nodo!
Non mi ricordo quindi nulla di com'era quella giorno, però mi ricordo di te, dei vestiti che avevi, ma non di quelli che avevo io.. è stato naturale volerti bene perché vedi, non mi ricordo come ero io ma come eri tu.
Come sei tu io me lo sono sempre ricordata.

Pagina 68. Ho una proposta da farti.
Deglutì appena leggendo l'ennesima pagina del suo libro, del libro della mia donna, sospirai appena chiudendo quest'ultimo poggiandolo sul petto restando sul divano di casa.
Era stata una notte così micidiale, non avevo chiuso occhio dalla sera precedente, non era finita nei miglior dei modi perché ricordo soltanto che nella mattinata trovammo quella ragazza bionda, Ginevra, in overdose sul pavimento, e noi non avevano fatto niente per impedirgli di farlo.
Passai le mani sul viso alzandomi dal busto poggiando il libro sul tavolino avanti al divano e poi guardai il cellulare leggendo i messaggi dell'ingegnere che mi diceva che la casa che avevamo comprato, quella che quando ero in carcere Cora era lì da sola era del tutto pronta e prima dopo il matrimonio sicuramente saremmo andati a casa nostra. Quei 10 mesi stavano volando così velocemente.
Spostai il viso sul mio cellulare ancora, ennesimo messaggio di Edoardo "Tutto apposto" sospirai di sollievo mettendo like al messaggio e poi guardai i messaggi della sera precedente di Coraline.
- Dove sei? -
- Potresti almeno rispondere.. -
- Sono le 4, che fine hai fatto? -
- Potevi almeno avvisare che non saresti tornato stanotte. -
Sospirai notando che non avevo risposto a nessun messaggio e mi tirai su andando in cucina e guardai Chiara cucinare la cena.

« Ma tu non dormi mai? »
« Non farmi pensare Chia.. »
« Tu sai no che ti conosco da quando avevi 15 anni? E che non puoi mentire a me? »
« Cosa c'è? »
« Stai combinando qualche guaio eh? »
« Sto solo lavorando.. »
« Lavorando eh? » 

Annuì guardandola aprendo il frigo prendendo un sandwich già fatto e gli tolsi la carta argentata attorno mordendolo subito girando lo sguardo alla porta della cucina sentendo la porta dell'entrata aprirsi e chiudersi dopo poco.
Rimasi seduto sullo sgabello mangiando guardandola poggiarsi sulla soglia della porta, fissarmi appena e poi abbassare lo sguardo.
Chiara si allontanò subito dalla cucina e la vidi poggiare le chiavi di casa sul tavolo
« Prima che.. »
« Non me ne frega Ciro.. »
« Cosa? »
« Non mi importa del tuo lavoro, fa quello che vuoi, torna quando vuoi, mh? »
La guardai e deglutì appena, sentivo ogni volta la sua stanchezza di questa situazione, restai in silenzio mordendo ancora il sandwich e la guardai aprire il frigo, prendere dell'acqua e versarsela in un bicchiere di vetro.
« Mi ha chiamato l'ingegnere.. »
« Si me l'ha detto, oggi dovevamo andare a controllare insieme.. »
« Mi dispiace se non sono venuto.. »
La guardai annuire e sedersi di fronte vicino al tavolo sullo sgabello, restare in silenzio tenendo il bicchiere tra la mano e con l'altra poggiare il telefono sul tavolo, ci fu un po' di silenzio mentre lei se ne stava col dito a scorrere sul telefono finché non la senti parlare.

« Oh, hanno trovato una ragazza morta nel Locale dove vai sempre tu.. »
« Mh..? Davvero..? »
« Ginevra Iraso, 16 anni.. studentessa, morta tra la notte del 14-15 alle 4:25 di notte.. il locale ormai ceduto da quasi un mese al grande boss e erede Ciro Ricci, ma ciò non c'entra niente con la
morte della raga.. »
La guardai smettere di leggere e alzare subito il viso al mio, lasciai il tovagliolo finendo il sandwich sentendo i suoi occhi suoi miei e deglutì appena sentendo le sue parole.
« Locale di Ciro Ricci..? »
Abbassai subito lo sguardo guardando nel bicchiere che avevo avanti a me.
« Hai comprato l'Horus? »
Rimasi ancora in silenzio, non alzai nemmeno lo sguardo, non sapevo neanche che dirgli, ormai era mio solito nascondergli tutto ciò che riguardava la mia vita fuori da casa.

« Perché non me l'hai detto? »
« Te l'avrei sicuramente detto.. »
« Si come no.. »
« Coraline dai, è un semplice locale.. »
« È un locale pieno di Privè, pieno di ragazze che ballano nude su un cubo, pieno di droga.. »
« Ma cosa c'entra? Io ho solo comprato il locale il resto non sono questioni miei.. »
« Cosa.. cosa cazzo devo sapere ancora? »
« Niente.. »
« No sono seria Ciro, io chi devo sposare? »

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