3. Calo di zuccheri

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Oggi avrei avuto una giornata molto pesante, perché la mattina sarei stata tutto il giorno all'università, poi il pomeriggio avrei dovuto fare una sessione intensa di allenamento, questo perché domenica avremmo avuto una partita, che per fortuna si giocava in casa.

Verso le 9:30 mi diressi all'ateneo, presi posto e dopo poco iniziò la lezione di Sociologia.
Da piccola il mio sogno era quello di diventare una giornalista oltre al futuro di pallavolista professionista.
Dopo due ore, andai nell'aula per la lezione di diritto, una delle materie che più odiavo.

Quando finii le lezioni erano ormai le 14:15, così non ebbi neanche il tempo di mangiare un boccone che andai direttamente al palazzetto e per fortuna avevo con me il borsone per l'allenamento.
Parcheggiai la macchina, scesi in tutta fretta e nel mentre mi feci una coda alta, arrivai in spogliatoio che però era vuoto, siccome le ragazze erano già ad allenarsi, mi cambiai e andai in campo.

-Lavia trenta minuti di ritardo- disse il Coach.
-me ne sono resa coto, il professore si è dilungato molto sul diritto privato- risposi.
-non voglio le spiegazioni, voglio che cominci a correre come fanno le tue compagne.- rispose lui, annuii e cominciai a correre insieme alle ragazze.

Venni affiancata da Miriam che era tanto sudata.
-che avete fatto la prima mezz'ora?- chiesi
-riscaldamento e corsa, stavamo aspettando te per iniziare- rispose la mia coinquilina.
-oh cavolo mi dispiace- dissi.
-basta chiacchiere, si lavora- disse

Dopo circa tre ore intense di allenamento senza sosta insieme ai ragazzi, incominciai a maledirmi per non aver mangiato niente, la testa mi girava tantissimo e cominciai a vedere tutto sfocato.
Indietreggiai un attimo tenendomi la testa, iniziò a insinuarsi nel mio orecchi un fischio assordante.

-Lavia tutto bene?- sentii dire da lontano, poi buio.

POV SIMONE

Presi una pausa per bere un goccio d'acqua, oggi avevamo allenamento insieme alle ragazze, alzai lo sguardo e vidi dall'altra parte della rete Camilla che si guardava intorno spaesata, che le stava prendendo?
Poi la vidi indietreggiare, non si reggeva tanto in piedi, la vidi mettersi una mano sulla testa e incominciò a diventare bianca cadaverica.

-Lavia tutto bene?- neanche il tempo di dirlo che con i miei riflessi corsi verso di lei, per non farle sbattere la testa a terra.

Era svenuta.

L'adagiai delicatamente sul pavimento freddo, alzandole successivamente le gambe, intanto le Eleonora era andata a chiamare il medico, che per fortuna c'era sempre per ogni evenienza.
Quando la vidi aprire gli occhi le lasciai le gambe e mi misi affianco a lei.

-Lavia, non pensavo mi cadessi ai piedi così velocemente- dissi per stuzzicarla.
-Giannelli vaffanculo- rispose con un filo di voce facendomi il dito medio.

Il medico le misurò la pressione e che disse non fu di certo la risposta che tutti aspettavamo.
-calo di zuccheri, non sta mangiando- rispose.
-si sta sbagliando, io mangio, ho solo saltato qualche volta il pranzo, come anche oggi, ero in ritardo.- rispose la ragazza alzandosi e andandosi a sedere sulla panchina.
-ed è sbagliato- rispose lui. -sta sera mangi in grandi quantità per recuperare tutte le sue forze.- disse prima di congedarsi.

Mi avvicinai a Miriam, la presi per un braccio e la portai verso i corridoi.
-ehi che ti prende, mi puoi lasciare il braccio Simone?- chiese e così feci.
-tu d'ora in poi la controlli e mi dirai se mangia o se vomita quello che mangia.- l'obbligai.
-e perché tu ti interessi così tanto di una ragazza che hai trattato male da quando è arrivata?- chiese incrociando le braccia.
-perché un conto è il suo carattere e un conto è il suo stato di salute. Può anche non starmi simpatica, ma ora si parla di altro.- dissi -è importante monitorarla.- continuai.
-e se è così importante perché non la fai magiare con te d'ora in poi?- chiese, che sfacciata.
-vaffanculo Miriam- dissi andandomene.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora