65. Dopo una sconfitta c'è sempre una vittoria

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Purtroppo la partita che avevamo disputato domenica, non andò nei migliori dei modi.
Avevamo perso, avevamo perso due posizioni in classifica, compromettendo il nostro campionato.

Oggi invece avrei avuto la sentenza del processo.
Ero fuori dal tribunale con il mio avvocato, con la quale stavo parlando, mentre stringevo forte la mano di Simone.
Avevo paura, avevo paura di quello che avrebbe potuto dire il giudice.

-vedrai che andrà bene, una cosa come questa porta alla carcerazione dell'imputato, potrebbe poi avere un'aggravante, ricordiamoci che ha dichiarato il falso davanti ad un ufficiale della giustizia.- disse il mio avvocato cercando di calmarmi.
-speriamo- dissi sospirando.

Alzai lo sguardo da terra trovandomi dinanzi la mia migliore amica, insieme a Viola e Anzani, Miriam con Luca e le ragazze della squadra.

-ma, ma che ci fate qua?- chiesi rivolgendomi a tutti.
-l'allenatore ci ha detto che eri qui e volevamo supportarti- rispose Alexandra.
-Invece a noi...- cominciò Miriam indicando i cinque -noi siamo stati chiamati da Simone e allora eccoci qua- dichiarò.

Chiacchierammo un po' prima di essere chiamati per entrare.

-buongiorno- disse il giudice entrando in sala. -la sentenza di oggi non durerà tanto, vorrei però ascoltare la presunta persona che ha aggredito il signor Minsoni.- continuò.

Detto ciò Simone andò a sedersi, dove l'ultima volta mi sedetti io.
Il giudice cominciò a fargli delle domande, ma solo una mi colpì.

-perché è andato dal signor Minsoni, dopo la confessione fatta dalla signorina Lavia?- chiese il giudice. Simone mi guardò negli occhi e rispose.
-perché quando ami una persona fai di tutto per non farla soffrire. Tanto tempo fa gli feci una promessa, niente e nessuno le avrebbe fatto più del male, finché io ero al suo fianco, poi però mi ripromisi di starle accanto nonostante ci fossimo lasciati, perché una relazione può finire, ma l'amore no. E sapendo che le era tornata la depressione ho voluto fare di tutto per poterla stringere tra le mie braccia, anche solo da semplice amico, anche solo per l'ultima volta. Ma quando mi ha fatto vedere ciò che il signor Minsoni le aveva fatto non ci ho visto più.- rispose.

Le lacrime erano ormai salite agli occhi, mi sentivo amata.

-bene, può andare al posto signor Giannelli.-
-grazie- disse venendo a sedersi dietro di me.
-ora mi ritirerò per una mezz'oretta finendo di scrivere la sentenza definitiva, potete uscire dall'aula.- disse il giudice alzandosi e uscendo.

Tutti uscirono, tutti tranne io.
Volli restare seduta al mio posto, pensando e affliggendomi dentro. In parte era colpa mia, se non avessi lasciato Simone, se non avessi firmato per questa squadra, ora non sarei qua dinanzi a un giudice.

-non è colpa tua, ricordatelo Camilla. Tu non hai fatto niente- mi girai e vidi Miriam insieme a Vanessa.
-ragazze- dissi mentre si sedettero tutte e due al mio fianco abbracciandomi.
-devi capire che poteva succedere comunque- disse Vanessa.
-e che nonostante tutto, tu sei qua e stai bene- continuò Miriam.

Chiacchierammo, anzi, mi consolarono, poi venimmo interrotte dall'entrata delle altre persone prima che entrasse anche il giudice.

-Stando alle dichiarazioni avute, l'imputato Federico Minsoni è colpevole dei seguenti reati: violenza psicologica, dettata dall'articolo 33, con una reclusione minima di tre anni; violenza fisica, dettata dall'articolo 35, con una reclusione minima di sette anni; una reclusione di tre anni per falsa testimonianza, nonostante le prove evidenti dell'accaduto. Per un totale di tredici anni di reclusione e una cauzione di diecimila euro per danni morali e fisici conseguiti alla signorina Camilla Lavia.- disse il giudice, poi continuò. -Il signor Giannelli, invece, non ha commesso nessun reato in quanto è stata legittima difesa nei riguardi di una donna in difficoltà. Per l'appunto dichiaro il signor Minsoni colpevole dei reati sopraelencati-

Avevo vinto.
Avevamo vinto il processo.

Abbracciai il mio avvocato, poi abbracciai Simone.

Finalmente ero libera, finalmente potevo tornare a vivere.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora