32. Un anno insieme

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Orami il 12 gennaio era arrivato, oggi io e Simone facevamo un anno.

La luce che filtrava dalla finestra mi costrinse ad aprire gli occhi. Tastai l'altra parte del letto, ma era fredda, alzai di poco la testa, giusto quel tanto per vedere un post-it sopra il cuscino.

Buongiorno amore, sono ad allenamento, ci sentiamo dopo.

Riposai il biglietto sprofondando nuovamente sotto le coperte.

In questo periodo aveva nevicato abbastanza, purtroppo natale e capodanno l'avevamo dovuto passare in zona rossa.

Con Miriam e con Lorenzo avevo chiarito, e da quello che ho capito la loro era solo attrazione fisica.
Ovviamente la mia amica amava ancora Luca e mio fratello era ritornato con la sua ex, Carola.

Dopo una mezzoretta di dormiveglia decisi di alzarmi dal letto andando a fare colazione.
Orami erano le 10 passate e la fame cominciava a farsi sentire.

Non avendo nulla da fare chiamai mia madre per parlare un po' con lei, dopo essere state un'ora intera al telefono mi arrivò un messaggio da parte di Simone, dove diceva che aveva appena finito allenamento.

Così dopo il suo messaggio cominciai a preparare il pranzo.
Simone arrivó dopo circa venti minuti, questo ritardo era causato dal fatto che lui fosse il più lento della coppia a farsi la doccia.

-ciao amore- dissi aprendo la porta.
-ciao- disse prima di baciarmi. Successivamente andò a posare il borne in bagno e poi tornó da me. -che cos'hai preparato di buono?- chiese allisciandosi i baffi che si stava facendo crescere nuovamente.
-risotto con il vino rosso- risposi.
-ehmmm buono- disse
-dai siediti che è pronto.- impiattai il riso lo misi in tavola.

Dubbi continuarono a salirmi.
Si era forse dimenticato che giorno fosse?

-amore ti ricordi che giorno è oggi?- chiesi facendo finta di niente.
-oh si giusto, oggi devo andare con Sosa- disse lui -grazie di avermelo ricordato- sorrise.

Ci restai male dalla sua risposta.

POV SIMONE
Il pomeriggio Camilla andò ad allenamento e così incominciai a prepararle la sorpresa per questa sera.

Mi sentivo male al solo pensiero che lei stesse male per il semplice fatto che facevo finta di non ricordarmi che giorno fosse oggi.

Mi feci aiutate da Sosa, al quale commissionai di andare a prendere i fiori.
Mentre al resto ci avrei pensato io.

Quando finii tutto incominciai a preparare la cena perché da lì a poco sarebbe arrivata la mia stupenda ragazza.

Suonarono al campanello e così andai ad aprire a Sosa che mi aveva portato le rose blu.
-grazie amico- dissi
-non c'è di che, buona serata e ricorda di utilizzare le precauzioni.- mi fece l'occhiolino prima di andarsene.

POV CAMILLA

-oi cosa ti ha regalato per il vostro anniversario?- chiese Chiara
-si è dimenticato, non si ricorda che giorno è- dissi abbandonandomi sulla panca dello spogliatoio.
-beh dai ora vai a casa e gli farai gli auguri e lui se lo ricorderà- rispose Nicole.
-non penso- mi alzai -comunque io vado, ci vediamo domani ad allenamento- salutai tutte e andai via.

Partii e dopo neanche cinque minuti ero a casa, parcheggiai l'auto e andai all'appartamento.
Appena aprii la porta notai una luce che proveniva dalla cucina, cosí lasciai il borsone all'ingresso e andai incontro alla luce.

-te ne sei ricordato- dissi felice con un filo di voce e gli occhi lucidi.
-buon anniversario amore- disse dandomi un mazzo di rose blu.
-grazie, anche a te- risposi baciandolo.

Posai le rose sul tavolo imbandito di candele e petali.

-sta sera sono tutto per te- sussurrò al mio orecchio.

Un brivido partì dalla mia spina dorsale e mi pervase tutto il corpo.
Lo amavo e non credevo avrei mai smesso, era il mio tutto, era tutto ciò che desideravo.

Dopo la cena lavammo i piatti insieme e in men che non si dica ci ritrovammo a fare l'amore.

-ti amo- dissi con il viso poggiato sul suo petto.
-ti amo anche io- disse prima di allungare la sua mano sul suo comodino. Avvicinò la sua mano al mio viso e solo in quel momento vidi una scatolina di velluto rossa.
-non mi stai chiedendo di sposarti- chiesi ridendo.
-nah, troppo scontato- rispose alzando le spalle.
-e allora a cos'è dovuto?- chiesi curiosa.
-perché oggi, in questa casa, su questo letto voglio farti una promessa.- prese un po' d'aria. -io ti porterò sull'altare, prima o poi diventerai mia per sempre. Prometto di esserci sempre, voglio che tu sia la madre dei miei figli e che tu sia la causa dei miei scleri.- disse mentre un po' di lacrime scendevano sulle mie guance.
-mi stai promettendo l'impossibile- dissi allontanando la scatolina che conteneva un bellissimo anello con un solitario blu zaffiro. Piansi più forte -non posso diventare mamma, non posso prendermi la responsabilità di un bambino sapendo che non sempre sarò a casa.- continuai.
-Questo argomento lo possiamo affrontare più avanti, ora l'unica cosa che voglio è darti questo anello perché ti amo- disse tirandolo fuori e infilandomelo nell'anulare. -ricordati di questa promessa- sussurrò.
-per sempre- lo baciai.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora