95. Ultime parole famose

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Cercai di dormire un po' nostro figlio non ne volveva sapere di uscire e intanto il dolore aumentava.

-Simone ti prego chiava qualcuno, voglio l'epidurale- dissi.
-subito- rispose alzandosi e uscendo dalla stanza.

Qualche minuto dopo tornò insieme ad un'infermiera che subito mi fece ciò che avevo chiesto.

-qualunque cosa ti serva Camilla, chiama che noi arriviamo- disse la ragazza prima di uscire.
-va bene, grazie- risposi.

Dopo un po' squillò il telefono di Simone.

-pronto?- rispose. -si, tutto bene.... no non ancora... certo... va bene te la passo... ciao mamma- mi passò il telefono.
-ciao Sabri- dissi poggiando il telefono all'orecchio.
-come stai tesoro?- chiese.
-sono stanca- risposi.
-è da tanto che sei in ospedale?- chiese.
-no sono arrivata qua circa alle 22- risposi.
-beh sono passate due orette, da quanto hai le contrazioni?- chiese.
-sono cominciate leggere ieri sera, poi oggi erano un po' forti e alle 17 circa mi si sono rotte le acque.- risposi.
-dai ti lascio riposare, domani veniamo giù- dichiarò
-va bene, grazie Sabrina- staccai la chiamata. -anche i tuoi partono domani- dissi a Simone.
-perfetto- rispose prima di darmi un bacio sulla fronte.

L'ostetrica venne più volte a controllare, ma non era ancora ben dilatata.

Alle quattro del mattino ebbi l'urgenza di dover spingere, ne sentivo il bisogno.
Svegliai Simone che si era addormentato da poco e chiamai la ginecologa.

-bene Camilla, ora ti prepariamo, quando ti dico io tu spingi.- disse la mia ginecologa.

Okay, forse mi stavo cagando addosso, ero spaventata, impaurita.

-Camilla, al mio tre, 1... 2... 3... spingi- e così feci.

Faceva male, molto male.

Dopo tre o quattro spinte ero già stremata.

-posso vedere?- chiese Simone che mi stava tenendo per mano.
-si, certo, basta che non svieni- disse.
-nah, non mi fa niente.- rispose spavaldo.

Si affacciò, lo vidi sbiancare, la presa sulla mia mano si fece sempre più leggera e poi svenne.

-brutto cazzone- dissi a denti stretti.
-stai tranquilla Camilla, si riprenderà presto, tutti i papà fanno prima i coraggiosi e poi svengono- constatò la ginecologa.

Abbassai lo sguardo mentre due infermiere lo stavano alzando e un'altra gli stava porgendo dell'acqua e zucchero.

Lo trucidai con uno sguardo e gli mimai un "idiota".

-ora Camilla, devi fare una bella spinta, decisa e finalmente potrete conoscere vostro figlio.- disse.
-non so se ce la faccio- constatai.
-tu ce la farai amore, credo in te- disse Simone, che in tanto si era ripreso.
-tu devi stare solo zitto- dissi prima di dare l'ultima spinta.

Attimi di silenzio e pochi secondi dopo nella stanza rieccheggiò un pianto.

-è un maschietto- disse la ginecologa poggiando mio figlio sul petto.

Scoppiai a piangere, guardai Simone che era anche lui in preda alle lacrime.

-ti amo- gli dissi, poco dopo appoggiò la sua fronte alla mia.
-sei stata bravissima, ti amo anche io Camilla- rispose con gli occhi colmi di lacrime di felicità.
-come lo volete chiamare?- chiese un'ostetrica.

Ci guardammo negli occhi e sorridemmo.
Dopo ch lui fece ritorno dal Brasile avevamo scelto due nomi, uno se fosse stata femmina e l'altro se fosse stato maschio.

-Andrea- dissi sorridendo.

Ebbene sì oggi 18 Novembre era nato Andrea Giannelli il nostro primo figlio, la luce dei nostri occhi, il frutto del nostro amore.

Finalmente tutti e due potemmo dormire.

Alle 8 Simone andò a casa a farsi una doccia, successivamente andò anagrafe e poi tornò qui.
Durante le ore di visita vennero i ragazzi e le ragazze della squadra.
Avevo la stanza piena di buste e fiori.

-grazie ragazzi- risposi.
-di niente- disse Roberto.
-quanto pesa?- chiese Alexandra.
-beh, nonostante sia nato prima, persa 3 chili e 500 grammi.- rispose Simone al mio posto.
-quando diventa più grande gli insegnerò tutti i trucchetti per battere il padre a pallavolo.- disse Oleh, risero tutti.
-non lo forzeremo con la pallavolo, lo sport che vorrà lo farà e noi saremmo più che contenti di supportarlo.- risposi. -peró si, sarebbe bello vedere Simone battuto da suo figlio a pallavolo.- risi.
-che cattiva-
-se volessi fare la cattiva direi a tutti che sei svenuto mentre stavo partorendo- dissi -ops l'ho detto-
-amico, meno male che ci avevi detto che non saresti svenuto- disse Seba ridendo.
-può capitare.- rispose mio marito.

Quando l'orario delle visite mattutine terminò tutti andarono ad allenamento, compreso Simone.

La sera venirono i miei suoceri e i miei genitori che spupazzarono un po' Andrea e mi fecero tanti complimenti.

Poi quando se ne andarono mi misi a guardare la partita, mentre allattavo mio figlio.

-guarda papà- dissi con una voce sottile.

-prima di cominciare una partita facciamo un applauso al neo papà, il numero 6 Simone Giannelli- disse il cronometrista prima di far partire l'applauso.

Guardai tutta la partita, posai Andrea nella culla e andai a dormire.

Ero stanchissima, stremata, ma molto felice.

Avvolte i sacrifici portano a grandi emozioni.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora