36. Partire

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-buongiorno Silvia- dissi quando rispose al telefono.
-oh buongiorno Camilla, hai deciso?- chiese
-si, accetto, dimmi quando posso venire a firmare il contratto- risposi con le lacrime agli occhi.
-prossima settimana le carte saranno pronte.- disse.
-perfetto, verrò direttamente là, così incomincio a vedere gli appartamenti.-
-va bene, buona giornata- rispose prima di chiudere la chiamata.

Chiusi la chiamata e andai a suonare all'appartamento di Miriam.

-hey- disse aprendo. -tesoro, che è successo?- chiese vedendo com'ero conciata.
-l'ho lasciato- dissi
-perché?- chiese
-non potevo farlo soffrire ancora di più con la storia del trasferimento. Così l'ho lasciato con una lettera e poi ho chiamato la team manager del Perugia dicendole che avevo accettato.- le spiegai
-quindi questo è un addio- constatò la mia amica
-è un arrivederci- risposi abbracciandola.
-ma il campionato non è finito- disse
-resterò fino a fine campionato, poi andrò via- risposi -e mi chiedevo se mi potessi ospitare per questo ultimo mese- chiesi
-certo- l'abbracciai.

Quello stesso giorno avevamo allenamento, ma decisi di non andarci siccome era giorni il giorno condiviso .
Restai nell'appartamento della mia amica a cercare un'abitazione a Perugia, vicino al palazzetto.
Ne trovai un paio che mi interessava, cosí chiamai i proprietari e presi appuntamento per la prossima settimana, che con l'occasione della firma del contratto sarei andata sa vedere gli appartamenti in affitto.

Quando poi si fece sera cominciai a preparare un boccino per me e la mia amica.
E appena arrivò, cominciammo a cenare.

-oggi non c'era neanche Simone- disse
-Miri ti prego- la supplicai.
-mi ha detto Luis che l'ha chiamato piangendo- rispose
-possiamo non parlarne?- chiesi disperata
-no, perché non devi fare il mio stesso errore.- rispose schietta.
-se lo voglio fare lo faccio- dissi facendo la testarda.
-orgogliosa che non vuoi ammettere di aver sbagliato- mi ammutolii

Probabilmente aveva ragione, non volevo ammettere il mio sbaglio, ma non potevo continuare a farlo soffrire.
Era stata una decisione abbastanza difficile anche per me, ma ho dovuto.

-Miri lo sai che io lo amo, ma questo amore era destinato a finire prima o poi- dissi alzandomi da tavola.
-se era destinato a finire allora perché lo stai ancora amando? Perché sei qui e non a casa sua a cenare o a dormire?- chiese arrivando dove voleva.
-perché ho il cuore a pezzi, perché in questo momento se ce l'avessi davanti a me non potrei mai dirgli addio- cominciai a piangere.
-ecco, ti sei risposta da sola- disse vendo da me ad abbracciarmi.
-L'ho ferito, l'ho fatto a pezzi, non è vero?- chiesi tra i vari singhiozzi.
-tutto si può aggiustare tesoro- disse accarezzandomi la schiena.
-non tutto si può aggiustare, questo non si può aggiustare- risposi.

Sapevo che non avrei mai smesso di amarlo.
Ma tutto ha una fine.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora