87. O mio dio

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Eravamo appena arrivati a Bolzano e i ricordi della prima volta in questa graziosa città si facevano spazio nella mia mente.

-tu ricordi che quattro anni fa mi avevi portata qui per natale?- chiesi
-si, mi ricordo ogni minimo dettaglio.- rispose Simone prima di spegnere la macchina.
-sono agitata- dissi guardando le mie mani tremanti.
-sta tranquilla- cercó di rassicurarmi dandomi poi un bacio sulla tempia.

Feci un grosso respire prima di scendere dalla macchina e mano nella mano dirigerci verso l'entrata.
Suonammo al campanello aspettando che qualcuno venisse ad aprire.

-ciaooo- disse Martina aprendo la porta.
-buongiorno- rispose suo fratello abbracciandola.
-ciao Marti- quando fu il mio turno dei saluti.

Entrammo in casa e mentre mio marito andò a salutare i suoi io andai a poggiare i regali nella sua vecchia camera.
Mentre camminavo per il corridoio venni fermata da mia cognata.

-hey Cami, ma mi chiedevo se...- disse per poi appoggiare una mano sul mio ventre.
Annuii senza proferire parola
-o mio dio- disse abbracciandomi.
-chissà da cosa l'hai notato- dissi ironica indicai la collana con il chiama angeli.
-sono felicissima pee voi- rispose sorridendo
-sarai una zia fantastica.- risposi.

Ritornammo in salotto dove andai a salutare i miei suoceri mentre Martina abbracciò forte Simone, che mi mimò un 'ha già capito?' ed io annuii contenta.

-allora novelli sposi come va?- chiese Luciana.
-bene, tutto bene- disse Simone venendo verso di me circondandomi la vita con il braccio.
-vi vedo molto contenti- constatò mio suocero.
-eh già, chissà come mai- suppose Martina sorridendo.

Dopo questa piccola chiacchierata in salotto, ne susseguì un'altra sulla tavola durante il pranzo.
Per fortuna non c'erano ne cibi ne bevande che io non potessi assumere.

E per fortuna direi.

Per ora ne Luciana ne Paolo avevano notato la mia strana collana e il mio strano ciondolo e ne fu un po' contenta in quanto avrei potuto mostrare i regali con i quali si presume che avessero capito.

-vado un attimo a prendere i regali che vi abbiamo portato dall'America.- disse Simone alzandosi e andando in camera sua.
Quando tornò distribuimmo i regali.
-sono molto curiosa- disse mia suocera scartando il suo regalo.

Appena lo vide scoppiò in un pianto di felicità, era maglia con su scritto "I'm a professional grandma".
Il regalo di Paolo era un completo da bambini per tennis.
Mentre a Martina le avevamo regalato una tazza con su scritto "Super aunt", ma purtroppo aveva già intuito prima.
Paolo ci guardò con gli occhi lucidi senza proferire parola.

-così potrai insegnarli un po' di tennis, come hai fatto con me- disse Simone sorridendo.

Vennero entrambi ad abbracciarci.

-sono così contenta per voi ragazzi- disse Luciana.
-anche noi lo siamo mamma- rispose il figlio.

E una parte dei nonni lo sapeva, ora mancavano i miei genitori e i miei fratelli.
Non volevo scoprire la loro reazione.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora