31. Sconvolta

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Oggi avevamo giocato contro il Club Italia, che era la squadra nella quale giocava Vanessa prima della maternità. Purtroppo avevamo perso 3 a 2, ma poco importava visto che eravamo tra le prime in classifica.

La sera al posto di andare in hotel con la squadra, mi incontrai con la mia migliore amica a casa sua.
Suonai al campanello e mi venne ad aprire lei con un immenso sorriso.

-ciao tesoro- dissi abbracciandola.
-ciao amo- disse lei facendomi entrare.
-Simone?- chiesi non vedendolo.
-è andato a farsi un giro con Osmany- rispose sedendosi sul divano.
-come sta il fagottino?- chiesi accarezzandole la pancia un po' evidente.
-o fagottina- rispose sorridendo. Appena lo disse, misi le mani sopra la bocca.
-è femmina?- chiesi.
-si- annuì -ma non lo dire a nessuno, devo ancora dirlo al papà- disse mettendosi una mano sulla pancia.

Chiacchierammo tutta la serata e mangiammo un boccone, poi quando tornò Simone mi accompagnò in Hotel.

-Sai Camilla ti vorrei ringraziare, perché tu fai stare bene Vanessa, certe volte la vedo triste e certe volte piange di nascosto sperando che io non la veda o la senta. Ma oggi, oggi era felice- dichiarò.
-diventare mamma comporta diversi cambiamenti, la pallavolo era tutto per lei, ora che non può giocare è un impedimento alla sua libertà.-
-quindi lei questo bambino non lo vuole?- chiese
-non sto dicendo questo, ma sto dicendo che ora che non è impossibilitata a giocare gli mancano tutti i contatti che aveva. Non so se mi sono spiegata- risposi.
-grazie, tu per lei sei una grande amica e sarai una splendida zia acquisita.- sorrise.
-e tu sarai un bravissimo padre- dissi sorridendo.
-E credo che tu e quello scalmanato di Simone in futuro sarete dei bravi genitori- disse, guardando la strada.
-ehm, non penso che la storia tra me e Simone durerà per sempre, prima o poi si stancherà di me. In più lui vuole diventare padre un giorno, ma io non voglio diventare mamma.- risposi facendo un sorriso amaro.
-posso sapere perché, se non sono inopportuno?- chiese.
Feci un grosso respiro.
-non voglio che un ipotetico figlio viva con una madre non sempre presente, tra trasferte varie sarebbe complicato, in più entrambi siamo pallavolisti ed è tanto se possiamo avere un po' di intimità fra di noi, figurati con un bambino di mezzo.- risposi.
-capisco- disse prima di spegnere la macchina.

Lo ringraziai salutandolo, entrai in hotel e andai in camera mia.

Siccome non avevo tanto sonno incomincia a scrivervi con il mio super fantastico fidanzato, a cui mancavo tanto.

Il giorno dopo partimmo per tornare a Trento.
Appena scesi dalla corriera, trovai Simone ad aspettarmi.

-ciao amore- dissi baciandolo. -finito allenamento?-
-si, dai andiamo a casa- disse, così misi il borsone nel bagagliaio della sua macchina e partimmo per tornare a casa.
-come stai?- chiesi.
-sono felice, soprattutto perché sei ritornata- disse guardando la strada.

Quando arrivammo a casa, avevo un certo langorino così mi mangiai una mela.
Poi decidemmo di andarci a fare un giro per il centro, ma prima passammo nella nuova casa di Miriam.

Suonammo al campanello e dopo cinque lunghi minuti ci venne ad aprire.
Salimmo fino al suo appartamento e ci aprì la porta.

-hey ragazzi, non vi aspettavo, che ci fate qui?- chiese lei aggiustandosi i capelli.
-mamma mia Miri, sembri usciata da una sessione sfrenata di sesso- la presi in giro.
-confermo disse Simone ridendo.
-divertenti, mi stavo allenando- rispose.
-cavolo, siamo tornate neanche due ore fa da Roma.- constatai -comunque vado un attimo in bagno- dissi.
-si sì, prima porta del corridoio a destra.- mi diede le indicazioni.

Ma forse entrai nella porta sbagliata.

-OH CAZZO- urlai richiudendo la porta. -che cazzo ci fa mio fratello nudo nella tua camera?- chiesi ritornando di là.
-Cami ti posso spiegare, non è come sembra- disse cercando di giustificarsi.
-non è come sembra? C'è mio fratello in camera tua cazzo, ed è pure nudo.- ripetei.
-Posso spiegare.- continuò.
-Potevi farti tutte le persone di questo mondo pur di dimenticare Luca, ma non mio fratello. Cavolo sei pure innamorata di Vetto- dissi prima di uscire da quella casa.
E correre via sotto i continui richiami di Simone.

Continuai a ricevere un sacco di chiamate da mio fratello e da Miriam.
Venni affiancata da una macchina.

-Cami ti prego sali.- disse Simone abbassando il finestrino.
-Salgo solo se mi prometti che andiamo a casa- dissi asciugandomi le lacrime.
-va bene ma sali.- disse, cosí feci il giro dell'auto e salii, ma al posto di andare a casa mi riportò dov'eravamo prima.
-mi avevi promesso che andavamo a casa- dissi incrociando le braccia.
-io non ho promesso niente, ho detto solo va bene. Ora andiamo e vi chiarite- rispose uscendo e venendo ad aprirmi lo sportello.

Sbuffai e ritornammo nell'appartamento dell mia amica.

-vi do due minuti per spiegarmi tutto- dissi sedendomi.
-vedi Cami, io e Lollo ci stiamo frequentando già da un po'.- iniziò Miriam.
-e tu sei pure fidanzato- dissi guardando Lorenzo.
-non più da qualche mese- rispose -comunque sia, ci piacciamo a vicenda, quindi non vedo dove sia il problema- continuò.
-il problema è avete fatto tutto ciò alle mie spalle. Potevate venire a casa o anche dirmelo per telefono del tipo "hey Cami io e tuo fratello ci stiamo frequentando" oppure "hey sorellina io e Miriam ci stiamo provando" non credo che fosse tanto difficile. Ora con permesso vado a casa a riflettere su tutto ciò- risposi alzandomi e andando via seguita da Simone.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora