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POV SIMONE
Okay forse avevo fatto una cazzata, forse dovevo essere più comprensivo.
La chiamai un sacco di volte senza ricevere risposta.
Mi recai al Pala Barton sperando di trovarla lì, ma niente.
Ero un po' disperato.

-pronto?- chiese Roberto dall'altro lato del telefono.
-Rob, ho fatto una cazzata- dissi.
-quando mai non fai cazzate tu?- chiese
-è seria come cosa. Ho litigato con Camilla e ora non risponde più al telefono. Non so dove sia e nel suo stato ho paura che le possa succedere qualcosa- risposi.
-da quanto tempo?- chiese
-da ieri-
-ah bene...- sentii dei rumori. -Rob io vado- sentii una voce secondaria.
-vabbè se sei in buona compagnia ti lascio, chiama se sai qualcosa- dissi.
-va bene, ciao- rispose chiudendo la chiamata.

Sbuffai prendendomi la testa tra le mani.

POV CAMILLA
Uscii dalla casa di Roberto e con la macchina mi diressi al Pala Barton, volevo stare un po' con le ragazze.

Entrai in macchina e aspettai qualche secondo prima di partire.

Piansi tutta la notte e stamattina mi svegliai piena di dolori e forti crampi al ventre.
Mi massaggiai la pancia.

-papà ti vuole bene...- dissi per convincere più me che il bambino nel mio grembo. -forse- sussurrai.

Partii con la macchina e dopo una decina di minuti arrivai.
Entrai all'interno e vidi subito le ragazze che si stavano allenando.

-buon pomeriggio- dissi salutando tutti.
-ciao Cami- risposero in coro.

Mi andai a sedere guardando l'allenamento.
Altri crampi mi colpirono nel mentre, strizzai gli occhi dal dolore.
Feci dei grossi respiri profondi, mi alzai e mi diressi in bagno.

Purtroppo la prima cosa che notai fu una macchia di sangue abbastanza grande sulle mie mutandine.
In quell'esatto momento mi feci prendere dal panico, mi aggiustai e tornai tremante dalle ragazze.

-tutto bene Cami?- chiese Alexandra.
-no, sto... sto perdendo sangue- dissi
-o mio dio, mister la porta all'ospedale.- disse subito Giorgia, che non si cambiò neanche.

Arrivate in ospedale mi portarono nel reparto con il codice rosso.

Stavo piangendo come una disperata, c'era la possibilità che avessi avuto un aborto spontaneo.
Vicino a me volevo solo una persona... Simone ....però lui non c'era.

-Gio mi prenderesti il telefono nella borsa?- chiesi mentre aspettavo che arrivasse la dottoressa con gli esiti.
-certo tesoro- disse passandomelo con anche dei fazzoletti con i quali mi asciugai le lacrime.

Chiamai subito Simone, perchè questa non era questione di orgoglio ma della vita di nostro figlio.

-Camilla- sentii la sua voce quasi subito -dove sei?- chiese con tono preoccupato.
-sono in ospedale, c'è stato un problema- dichiarai cominciando a piangere nuovamente.

POV SIMONE
Appena lo disse mi crollò il mondo addosso.
Chiusi subito la chiamata e corsi fuori, presi la macchina e partii per andare all'ospedale.

Appena arrivai, dopo circa venti minuti, chiesi subito dove fosse stata portata e appena mi risposero andai a cercarla.

Arrivai dinanzi alla sua porta e corsi dentro.

-amore- dissi abbracciandola.

A quel tocco scoppiò a piangere.

-vedrai che andrá tutto bene.- sussurrai.
-stavo perdendo sangue e - tirò sul col naso -e mi sono fatta portare qui da Giorgia.- rispose
-lei dov'è?- chiesi.
-è andata a cambiarsi,Alexandra e Claudia le hanno portato il borsone con i vestiti.- mi spiegò.

Bussarono alla porta ed entrò la dottoressa.

-salve, allora Camilla. Hai avuto un distaccamento parziale minimo della placenta, causato da forte stress. Quindi per questa notte ti tengo sotto osservazione e domani ti faccio dimettere- disse
-ma è qualcosa di grave? Il bambino sta bene?- chiesi
-niente di grave, ma è da tenere sotto controllo. Il bambino sta bene. Camilla d'ora fino alla fine della gravidanza devi stare a completo riposo. Niente spostamenti pesanti e niente stress- rispose la dottoressa.
-va bene grazie- disse Camilla prima che girasse i tacchi e se ne andasse.

Mi girai verso di lei e le asciugai le lacrime.

-scusami sono stato un coglione, ho detto delle cose che non pensavo neanche in quel momento.-
-tu devi cercare di capirmi, la mia vita è cambiata nel momento che ho fatta quel test di gravidanza a maggio. Ho dovuto lasciare ciò per cui vivevo, è stato difficile all'inizio, ma avevo te. Poi sei partito e sono rimasta completamente da sola.- rispose tranquillamente con gli occhi lucidi.
-lo so, mi dispiace- risposi prima di darle un bacio a stampo. -ti amo-
-promettimi che non te ne andrai- disse
-non ti posso promettere che rimarrò sempre qui, ho la champions e il mondiale, ma ti starò accanto il più possibile- dissi prima di baciarla nuovamente.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora