84. Pianti di Gioia

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Dopo aver fatto una quantità di foto pari alla popolazione di tutta Europa potemmo andare al ricevimento, dove ci stavano aspettando tutti gli invitati.
Facemmo la nostra fantastica entrata sotto la canzone Uptown Funk.
Dopo una mezz'oretta cominciarono ad arrivare le prime portate.
Tra una portata e l'altra andammo a salutare tutti gli invitati.

-come sta andando?- chiese Simone al tavolo della nazionale.
-tutto bene- risposero in coro.
-comunque io proporrei un brindisi agli sposi- disse Yuri alzando il calice.
-ragazzi non serve- dissi
-un applauso agli sposi- urlò Alessandro facendo partire un applauso da parte di tutti gli invitati.
-abbiamo finalmente trovato il modo di far imbarazzare Camilla- constatò Paola.

Arrivammo così ai primi, che ci gustammo molto volentieri.

Successivamente era arrivato il momento del ballo degli sposi, o per meglio dire, il momento del nostro primo ballo da sposati.

Io e Simone ci mettemmo in mezzo alla pista da ballo e subito dopo, appena partì la base della canzone, cominciammo a ballare un lento, uno attaccato al corpo dell'altra.
Ci guardammo un un tempo che sembrava infinito, non so quale sarebbe stato il momento giusto per dirglielo, avevo paura della sua reazione.

-amore devi dirmi qualcosa?- chiese come se mi leggesse nel pensiero e fu proprio in quel momento che la paura pervase la mia mente mandando in tilt il mio discorso.

-no, tranquillo. Ti amo- dissi prima di baciarlo.

Sapevo che a fine serata sarei riuscita a dirglielo, ma dall'altro lato sapevo che non avrebbe bevuto così tanto da ubriacarsi fino a non ricordarsi niente, così decisi di aspettare.

E metà della festa venni chiamata dal dj.

-Camilla, c'è una sorpresa per te- disse invitandomi ad andare in mezzo alla pista.
-mi devo preoccupare?- chiesi
-forse un po'- rispose.

Partì la base di una tarantella calabrese e appena vidi Simone intento a ballarla scoppiai a ridere.
Al suo strambo ballo si aggiunsero i miei fratelli i miei genitori e tutti gli altri miei famigliari, così mi tolsi i tacchi e cominciai a ballare anche io.

Quasi subito mi stancai, così lasciai gli altri divertirsi e io me ne andai al mio tavolo.
Venni raggiunta da Luciana.

-siete bellissimi- dichiarò.
-grazie Luciana- risposi.
-avete fatto un passo molto grande e vi auguro il meglio, ma non solo perché sono la mamma di Simone, ma anche perché vi meritate tutta la felicità di questo mondo.- disse e io l'abbracciai di slancio cominciando a piangere.
-grazie, veramente- sussurrai.

La serata continuò con altro cibo e molta altra musica.
Canzoni cantate in modo stonato e alcuni balli fatti con papà, Daniele e Lorenzo

Alle due la serata si stava per concludere, avevamo mangiato anche la torta, ma era arrivato il momento più intimo che una coppia al proprio matrimonio ha, cioè quando gli invitati se ne stanno andando e rimani solo tu, lui e la musica, mentre ci sono ancora le damigelle e i testimoni o i nostri genitori.

-ti amo- sussurrò al mio orecchio chiudendo gli occhi.

-anche io, ma c'è una cosa che voglio dirti.- dichiarai.
-è successo qualcosa?- chiese un po' preoccupato.
-si, qualcosa è successo, oggi al nostro matrimonio c'era un infiltrato- sussurrai per non farmi sentire.
-In che senso? Come? Chi? Davvero?- chiese a raffica mentre io continuavo ad annuire divertita.
-ed era anche al nostro tavolo- risposi con lo stesso tono di prima.
-tu ti sei fumata qualcosa per sparare questa stronzata?- chiese quasi ridendo.
-ridi ridi che appena te lo dico ti metti a piangere sicuramente.- dissi a bassa voce.
-amore sei ubriaca?- chiese nuovamente.
-ma se non ho toccato neanche un po' di alcol oggi- risposi. -e comunque al nostro tavolo c'era un infiltrato, e non sto scherzando- dissi nuovamente sperando che capisse.
-non ti sto più seguendo, al nostro tavolo c'eravamo solo noi due- rispose buttando indietro la testa e cominciando a sbuffare. -stai delirando- continuò a dire senza guardarmi.
-questo infiltrato ha mangiato con me per tutto il tempo- continuai, a quel punto i suoi occhi scattarono nei miei. -questo infiltrato è con me da quasi due mesi, questo infiltrato l'ho scoperto l'altro giorno-.

Vidi le lacrime comparire negli occhi di Simone.

-dimmi che non è vero, dimmi che non è uno scherzo- disse cominciando a piangere.
-no, è tutto vero.- risposi e proprio in quel momento abbassò la testa cercando di non farsi vedere mentre piange. -amore, che fai piangi?- chiesi -prima stavi ridendo.- continuai.
-diventerò papà?- chiese a bassa voce incredulo.
-si, lo diventerai- dissi.
I suoi occhi tra il verde e il nocciola erano contornati dal rosso del pianto.
-ma tu non volevi figli- disse
-si, non li volevo, fin quando non ho sentito il suo cuoricino battere così velocemente che qualcosa dentro di me si è smosso e sono scoppiata a piangere.- risposi cercando di non piangere.
-ti amo- disse prima di baciarmi.
-ti amo anche io.- risposi

Mi prese in braccio cominciando a farmi girare mentre sorrideva e io ridevo dalla felicità.
Era vero dentro di me ormai batteva anche un secondo cuore, frutto del nostro amore, frutto di quello che ogni giorno proviamo l'una per l'altro.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora