59. Non piangere

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-il giorno del processo si sta avvicinando e credo tu lo debba dire ai tuoi genitori- disse Simone, mentre lanciava a la pallina a Lily in mezzo al prato.
-mia madre prenderebbe un colpo, i miei fratelli e mio padre farebbero la tua stessa fine.- risposi dalla panchina.
-almeno lo saprebbero e tu ti toglieresti un peso- constató.
-appena torniamo a casa li chiamo, però voglio che ci sia anche tu- risposi.
-okay- disse mentre prese la pallina che Lily gli aveva portato.

Dopo quella mezz'ora al parco tornammo a casa mia, mi sedetti su una sedia in cucina, vicino a me si sedette Simone e così dopo qualche minuto feci partire la video chiamata con mia madre.

-hey tesoro della mamma, come va?- chiese -oh ciao Simone, non dirmi che siete tornati insieme, che bello- cominciò a dire.
-mamma, non ti ho chiamato per quello- risposi.
-è successo qualcosa?- chiese mentre il sorriso sul suo volto pian piano scompariva.
-c'è anche papà? Così ve lo dico ad entrambi subito?- chiesi
-si, lo chiamo- disse e dopo qualche secondo sullo schermo comparve anche mio padre.
-ciao principessa, ciao Simone- disse mio papà. -allora che ci devi dire? Non sei mica incinta?- strabuzzai gli occhi alla domanda posta.
-no, certo che no- risposi, poi guardai Simone che mi strinse a lui. -volevo dirvi che prossima settimana, il 22 dovrò affrontare un processo- dichiarai.
-oddio, che è successo?- chiese mia madre.
-vi ricordate di Federico?- annuirono -ho subito della violenza fisica e allora l'ho denunciato.- affermai. Mi madre cominciò a piangere, mente vidi mio padre accendersi dalla rabbia.
-quel figlio di puttana deve marcire in galera- disse mio padre sbando il pugno sul tavolo.
-mamma ti prego non piangere- la supplicai.
-come faccio sapendo che mia figlia è stata picchiata dal proprio ragazzo.- rispose lei cercando di asciugarsi le lacrime.
-ti posso assicurare Sabrina che non le succederà mia più- prese parola Simone.
-lo spero Simone, il 22 saremo lì con te ad affrontare il processo- disse mio padre.
-grazie papà, ci sentiamo- risposi prima di chiudere la videochiamata.

Sospirai pesantemente, mi faceva male vedere mia madre piangere per una cosa che mi era successa, non la vedevo così da tanto tempo.

-ora mi tocca chiamare sia Daniele che Lorenzo.- guardai Simone.

E così feci, in dieci minuti chiamai entrambi i miei fratelli, che non ebbero una bellissima reazione, difatti dissero le stese parole che disse mio padre e volevano fare ciò che aveva fatto Simone.
Anche loro, come i miei genitori, decisori di venire a Perugia per assistere al processo.

-ora che si fa?- chiesi.
-tutto ciò che vuoi, cucinare, pulire, guardare un film, dare retta a Lily. Si può fare tutto ciò che vuoi.-
-sai cosa voglio fare?- chiesi
-no, non abito nella tua mente- rispose ironico.
-voglio fare questo- presi l'iniziativa e lo baciai.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora