4. Non sempre è odio

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Il giorno della partita era arrivato, oggi avremmo giovato contro la squadra di Milano in casa, prima però di entrare in campo venni fermata da Simone.

-tieni- disse prima di andarsi a sedere in uno dei posti 'vip', non ebbi neanche il tempo di dirgli grazie.
Incominciai a mangiare la barretta che mi diede, era da quando svenni che si comportava così, mi portava le barrette da mangiare prima di ogni allenamento però restava sempre e comunque distaccato.

Entrai in compo insieme alle ragazze e incominciammo a riscaldarci, qualche schiacciata, qualche passaggio, alcune battute e cose del genere.

Dopo circa un'ora incominciò la partita, la prima a battere fu Nicole, l'altra squadra prese la palla, però feci muro e facendoci fare punto.

Il primo set lo vincemmo noi con 25 a 17.

Iniziò il secondo set, che tutto sommato non andò malissimo, le ragazze del Vero Volley Milano erano molto agguerrite, ma nonostante tutto vincemmo 25 a 23.

Per il terzo set cominciai io con la battuta, la feci abbastanza bene, portandoci a fare punto, ma purtroppo i festeggiamenti durarono poco, siccome sbagliai la seconda battuta.
La partita continuò e io feci un sacco di errori, così per colpa mia perdemmo il terzo set 13 a 25.
Il quarto set fu una vera sconfitta, perdemmo 18 a 25 tant'è che il nostro allenatore fece cambio tra me e Julia.
Per fortuna senza di me vinsero il set 15 a 8 e ci portammo a casa la vittoria, mi alzai dal mio posto ed andai verso lo spogliatoio.

-perché non festeggi con le altre Lavia- mi fermai in mezzo al corridoio quando sentii la sua voce. -Il gatto ti ha mangiato la lingua?- chiese scherzando, non risposi.-hey, stai bene?- chiese un po' preoccupato.
-mi sento morire- risposi con un filo di voce sentendo il fiato corto
-non ti preoccupare, ci sono io- disse abbracciandomi.
Con le lacrime agli occhi mi trascinò a terra, cercò di calmarmi in tutti i modi, dicendomi che anche ai migliore pallavolisti capita di sbagliare o di non dare il massimo in una partita.

Appena mi calmai, mi aiutò ad alzarmi. Stavo per andarmene quando mi prese il braccio fermandomi.

POV SIMONE

Presi coraggio e glielo chiesi.

-perché?- chiesi
-perché cosa?- chiese non capendo.
-perché mi odi?- chiesi nuovamente.
-non è sempre odio...- non riuscì a terminare la frase che qualcuno ci interruppe.
-ho interrotto qualcosa?- chiese Aaron.
-no, no- disse lei prima di andarsene.

Guardai Aaron, in quel momento avrei voluto ucciderlo anche solo con il mio sguardo.
Mi guardò capendo che non doveva fiatare perché se no non sarebbe arrivato a domani, alzò le braccia in segno di colpevolezza, si girò e andò via.
Sduffai.
'cavolo' dissi tra me e me prima di andare a casa con la macchina.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora