Era passato circa un mese da quella gara, oggi era il compleanno di mio fratello, ma anche il mio, purtroppo non l'avrei festeggiato con la mia famiglia perché abitiamo tutti in posti diversi d'Italia.
Andai a fare colazione, ma non prima di aver scritto gli auguri a Daniele e rispondere a tutti quelli che me li avevano fatti.-Auguri Cami- disse Miriam entusiasta, porgendomi un caffe e un cornetto con una candelina sopra.
-grazie, non dovevi- dissi abbracciandola.
-beh questo non è niente in...- si stoppò.In che senso? Che cosa stava per dirmi?
Scacciai quelle domande dalla testa addentando, successivamente, il cornetto.
Chiacchierammo su quello che avremmo fatto durante questa giornata di riposo, fin quando qualcuno non suonò al campanello.-vado io- dissi alzandomi da tavola e andando ad aprire. -chi è?- chiesi dal citofono.
-signorina Camilla?- chiese una voce maschile.
-si, chi mi cerca?- chiesi cortesemente.
-può scendere un attimo?-
-si arrivo- misi la felpa e scesi in ciabatte le scale del condominio.Aprii la porta d'ingresso e mi trovai davanti un signore con un mazzo di rose blu, le mie preferite, in mano, me le porse e andò via.
Ritornai nell'appartamento andando subito in cucina.-ne sapevi qualcosa?- chiesi a Miriam che negò immediatamente.
-aspetta che prendo un vaso- disse alzandosi e prendendo un vaso di vetro mettendoci dentro dell'acqua.
-oh guarda c'è un bigliettino- dissi prendendolo in mano."Per il tuo compleanno volevo regalarti qualcosa di unico, ma non mi sembrava il caso di impacchettarmi e mettermi in un pacco regalo, quindi accontentati di queste Rose blu, dello stesso colore dei tuoi occhi quando abbassi quei muri fatti di ghiaccio."
Lessi il bigliettino ad alta voce, la persona che mi ha fatto questo regalo è stata carina, ma il problema è che non era firmato da nessuno.
-chi può essere secondo te?- chiesi alla mia amica.
-non lo so, ma è qualcuno che conosce bene i tuoi gusti- rispose lei.Tutto il giorno lo passammo a girare per negozi, poi mi volli fermare alla Mondadori a comprare qualche libro e con mio grande stupore trovai due pallavolisti.
-hey ragazzi- dissi.
-ehm oh ciao Cami, come va? Non dovevi essere ad allenamento?- chiese Aaron impacciato.
-ma vi siete rincoglioniti? Oggi abbiamo tutti il giorno libero.- li rimproverò Miriam.
-ah si giusto, ci vediamo- dissero insieme Aaron e Luis prima di andare via.
-ma che... vabbè lasciamo perdere.- presi due libri, 'E poi ci sono io' e 'Una vita come tante'.Dopo un po' di compere ci dirigemmo a piedi verso casa.
-sta sera andiamo a mangiare fuori?- propose Miriam.
-si, tanto non ho niente da fare- dissi alzando le spalle.
-come stai?- chiese.
-un po' male, i miei non rispondono al telefono e la mia migliore amica non mi ha scritto niente da stamattina.- risposi un po' tristi.
-dai che magari avevano molto da fare e non sono riusciti a parlare con te.- giustificò lei.
-probabilmente hai ragione.Quando fummo a casa, andai subito a fare una boccia veloce, mi misi un maglione a collo alto nero, una gonna nera con dei collant del medesimo colore e degli stivaletti con tacco cinque.
Poi mi asciugai i capelli, li piastrai e passai al trucco, ne feci uno abbastanza leggero, ma ci misi una tinta labbra rossa.
Si finì di preparare anche Miri, che si mise un maglione che calzava come vestito beige, e degli stivali lunghi neri.-cavolo amica, così si che sembriamo due giganti.- constatò la mia coinquilina.
-secondo te abbiamo esagerato?- chiesi insicura dell'altezza.
-stai scherzando vero? Siamo uno schianto- disse leiDifatti entrambe con le scarpe basse arrivavamo a sforare di qualche centimetro il metro e ottanta.
Infilai il cappotto lungo color cammello, presi la borsetta e uscimmo di casa.POV MIRIAM
Io andai a prendere la macchina, mentre Camilla chiudeva la porta di casa, intanto scrissi a Nicole che stavamo per arrivare.
Entrai in macchina e l'aspettai di sotto, quando entrò anche lei partimmo per un ristorante poco fuori Trento.
In auto cantammo molte canzoni, ci divertimmo molto e poi uscì la questione ragazzi.-come va con Vettori?- chiese
-bene- risposi sorridendo. -tu invece, niente ragazzi?- chiesi ammiccando ad una persona in particolare.
-non ancora, vorrei qualcuno che riesca ad ascoltarmi anche quando parlo a vanvera, che mi istighi un po', che faccia uscire il mio caratterino e che si prenda cura di me nonostante i battibecchi continui.- rispose alzando le spalle.
-c'è una persona che è come l'hai descritta.- dissi guardando la strada.
-mettiamo in chiaro che Simone non mi sta proprio simpatico, ma si è carino, poi nel senso, quando ci fu la partita contro l'Allianz Milano mi chiese perché l'odiavo, ma non è vero.- disse lei ingenuamente, prima di accorgersi di quello che aveva detto e sgranare gli occhi.
-TI PIACE SIMONE GIANNELLI?- urlai sclerando mentre parcheggiavo la macchina.
-io no...- sospirò -si forse mi piace un pochetto- ammise. -ma acqua in bocca- rispose uscendo dalla macchina.
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NEL BENE E NEL MALE - Simone Giannelli
FanficDal capitolo 4: -Il gatto ti ha mangiato la lingua?- chiese scherzando, non risposi.-hey, stai bene?- chiese un po' preoccupato. -mi sento morire- risposi con un filo di voce sentendo il fiato corto -non ti preoccupare, ci sono io- disse abbraccian...