-Simone basta, non sono una bambina, so quello che posso e non posso fare- dissi irritata dal suo comportamento.
-allora stai seduta al posto di andare in giro, soprattutto senza stampelle- rispose lui incominciando a gesticolare.
-posso fare qualcosa o devo chiedere il permesso pure per andare in bagno? Non ti sopporto più- dissi sbuffando
-ah tu non mi sopporti? Cosa dovrei dire io, che continui a lamentarti che ti fa male il ginocchio, ma non prendi gli antidolorifici?- chiese diventando rosso in volto.
-se non li voglio prendere sempre è perché so cosa significa stare male dopo averli presi, so quali potrebbero essere gli effetti indesiderati e non vorrei accentuare il problema- risposi facendogli intuire il vero problema quale fosse.
-ora però non deviamo il discorso, lo sai meglio di me che non ti devi affaticare, ma fai il contrario, sempre.- continuò deviando il discorso.
-allora tu vuoi proprio litigare? Sappi Simone che non sono in vena di fare una litigata con te e se proprio vuoi allora non rompermi le palle con sta storia che devo stare a casa tua e me ne torno da Miriam, che forse almeno non ti rompo più i coglioni se è quello che mi vuoi dire- risposi alzandomi con l'aiuto delle stampelle e andando in camera a prendere il borsone.
-io non voglio litigare con te Camilla- rispose seguendomi e mettendosi davanti a me per bloccarmi il passaggio.
-vaffanculo Simone- lo vidi contrarre la mascella come se non avesse il coraggio di dirmi qualcosa.
-io ti voglio fra i piedi, ma non solo oggi e non solo per una settimana o per un mese. Io ti voglio tra i piedi sempre, 24h su 24, voglio sentire ogni secondo della mia vita la tua risata, tua parlantina, perché io ti amo Camilla e se potessi tornare indietro quel giorno al telefono ti avrei tradotto tutta la frase, perché si, mancava un pezzo che non ho avuto il coraggio di ripetere in italiano. Non voglio litigare con te, lo sai benissimo è solo che cert...- lo bloccai baciandolo mollando le stampelle che caddero a terra, così per non perdere l'equilibrio mi tenni a lui.
-hai parlato anche fin troppo, la logorroica della coppia dovrei essere io- dissi prima di baciarlo di nuovo. -ah e per la cronaca- lo guardai negli occhi che erano lucidi -ti odio, ma ti amo anche io- finii la frase.Questa volta fu lui a baciarmi, mi prese in braccio a mo di sposa e mi portò in camera.
Facemmo l'amore stando attenti al ginocchio.
Dopo un po' ci trovammo nudi con solo un lenzuolo che ci copriva, la mia testa appoggiata sul suo petto, mentre una mano disegnava sui sui addominali dei cerchi immaginari. Stessi cerchi che lui disegnava sul mio braccio. Certe volte scendeva fino a toccare il fianco facendo su e giù lungo la linea immaginaria che aveva creato.-quindi che ne dici?- chiese
-di cosa?- chiesi non capendo.
-di venire ad abitare qui- rispose prima di darmi un bacio tra i capelli.
-non lo so, fammici pensare- dissi
-okay- disse un po' deluso dalla sua risposta.
-amore, lo sai che per me è difficile però se non creo disturbo e per te va bene, va bene anche a me- risposi.
-certo che lo voglio- disse sporgendosi un po' e sorridendomi.E così da oggi avremmo cominciato la nostra vera e propria convivenza, ma non sempre va tutto a gonfie vele.
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NEL BENE E NEL MALE - Simone Giannelli
FanfictionDal capitolo 4: -Il gatto ti ha mangiato la lingua?- chiese scherzando, non risposi.-hey, stai bene?- chiese un po' preoccupato. -mi sento morire- risposi con un filo di voce sentendo il fiato corto -non ti preoccupare, ci sono io- disse abbraccian...