24. Dolore

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Luglio, con il suo caldo si stava insinuando nelle nostre giornate.
Oggi avevamo allenamento, io non volevo andarci, perché avevo un brutto presentimento, ma non ci feci tanto caso e andai.

-buongiorno ragazze, oggi 10 minuti di riscaldamento e poi partita tra di voi.- disse Stefano.

Facemmo qualche minuto di corsa e il resto del tempo esercizi individuali. Dopo di che cominciammo la partita.
Tutto stava andando per il meglio fin quando per salvare la palla e non perdere il punto, corsi il più possibile, la palla la salvai, ma non mi accorsi del pannello che c'era, così ci sbattei contro, sbattendo purtroppo il ginocchio infortunato e cadendo dall'altra parte di testa.

-oddio Cami- le ragazze corsero subito da me.
Incominciai a piangere dal dolore, sembrava di rivivere l'incidente.
-chiamo l'ambulanza- disse Nadia tirando fuori il telefono.
-Miri- dissi vedendola vicino a me.
-dimmi tesoro- disse avvicinandosi.
-chiama Simone- dissi tra le lacrime, annuì e andò a prendere il telefono per chiamarlo.

Dopo circa dieci minuti nei quali, Beatrice mi teneva la testa e Nicole premeva il ghiaccio sul ginocchio, arrivò l'ambulanza, i paramedici mi misero il collare e il tutore, portandomi poi in ospedale.

POV SIMONE

Stavo facendo una passeggiata in centro con mia sorella, che era arrivata settimana scorsa da Sofia, quando ricevetti una chiamata, inizialmente non ci diedi peso e lasciai perdere. Ma quando le chiamate cominciarono a persistere risposi.

-pronto- dissi poggiando il cellulare all'orecchio.
-finalmente eh. Continuo a chiamarti ma non rispondi, quando è urgente non rispondi mai.- disse Miriam irritata.
-urgente? Che cos'è successo?- chiesi
-non fare domande, ci vediamo all'ospedale, fra poco arriva l'ambulanza- rispose.
-ambulanza? Miriam mi spieghi cosa sta succedendo? Dove sei?- chiesi non capendo, vidi la faccia interrogativa di mia sorella.
-ah si giusto, stavamo facendo allenamento e Cami per prendere la palla è inciampata contro il cartellone pubblicitario, è caduta, ha sbattuto la testa e il ginocchio, quel ginocchio- rispose. Appena sentii il nome della mia ragazza il cuore mi arrivò in gola.
-arrivo subito- dissi chiudendo la chiamata e girandomi verso mia sorella che non stava capendo niente. -si tratta di Camilla è caduta di testa ad allenamento e forse si è rotta il ginocchio, la stanno portando in ospedale.- dissi.

Ci recammo immediatamente in ospedale, passammo per il pronto soccorso e vidi Stefano Saja, il suo allenatore fuori dall'ingresso.

-come sta?- chiesi andando da lui
-non so niente, siamo arrivati poco fa, dobbiamo aspettare- rispose.
-io vado dentro- risposi ansioso e spaventato allo stesso tempo.
-Simo non puoi, devi aspettare fuori- disse mia sorella.
-non mi interessa Marti, io devo andare da lei.- risposi prima di entrare.

Purtroppo venni subito bloccato da degli infermieri che mi fecero tornare fuori.
Dopo circa quattro ore fuori da pronto soccorso un'infermiera venne fuori portando un esemplare di Camilla il carrozzina.

-amore- dissi andando da lei.
-sto bene, niente di grave- rispose, la guardai male.
-allora, questi sono gli antidolorifici che dovrà prendere quando ha dolore, poi il collo non ha avuto nessuna lesione e stessa cosa la testa, ma almeno per le prime 48 ore deve essere controllata.- disse l'infermiera porgendomi la ricetta per andare in farmacia -Il ginocchio invece deve stare con il tutore per circa un mese e mezzo, non può toglierlo, non ci sono gravi danni, ma solo una piccola lesione.- continuò.
-okay, grazie- risposi prendendo in braccio la mia ragazza.

La portai nella mia macchina e la misi nel sedile anteriore del passeggero.

-Simo non serve- disse lei -potevo stare dietro, mi dispiace per Martina- continuò.
-oh non ti preoccupare, l'importante è che tu stia bene- disse Martina da dietro.
-grazie- rispose Camilla.
-allora signorine, volete che lo chef prepari qualcosa da mangiare oppure volete andare a mangiare il sushi?- chiesi imboccando la strada verso la farmacia, dallo specchietto vidi le due che si guardavano.
-Sushi- risposero all'unisono.
-e che sushi sia- risposi parcheggiando.

In farmacia comprai gli antidolorifici, poi mi fermai a casa a prendere le stampelle che utilizzai quando mi feci male e le portai in macchina.
Dopo di che ripartii in direzione Sushi.

Mangiammo in abbondanza, nel tardo pomeriggio accompagnammo Martina in stazione, perché sarebbe ritornata a Bolzano, dopo di che mi fermai a casa di Camilla a prendere un borsone per metterci qualche vestito e l'intimo e poi tornammo a casa.
Per fortuna il mio condominio aveva l'ascensore così da non farle fare tutte le scale con le stampelle.

-grazie amore- disse appena si sedette sul divano.
-mi hai fatto spaventare oggi- risposi.
-mi dispiace- rispose abbassando lo sguardo.
-hey amore, io attraverserei l'oceano per te.- dissi alzandola per il mento.
Ci guardammo per un tempo indefinito, stavo per dire quelle due parole quando il suo telefono cominciò a squillare.

Volevo solo che lei sapesse che l'amavo.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora