82. Misure sbagliate

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Eravamo quasi alla fine di Aprile e oggi dovevo andare a fare una delle ultime prove per vedere come mi sarebbe andato il vestito.
Così appena sveglia andai a fare subito colazione, mangiai delle fette biscottate con la marmellata di fico, un paio di biscotti au cereali e mi feci un caffè veloce.
Successivamente dopo la colazione andai a vestirmi, cercando di fare il meno rumore possibile, siccome Simone stava ancora beatamente dormendo.
Presi i vestiti e mi recai in bagno.
Mi lavai, mi vestii e mi truccai leggermente, così alle 8:30 uscii per portare Lily a passeggio e successivamente, alle 9 presi la macchina per recarmi in atelier.

-buongiorno- dissi trovandomi davanti al negozio Vanessa.
-buongiorno- rispose prima di entrare.
-salve, sono qui per l'ultima prova dell'abito.- dissi alla ragazza.
-certo, Camilla giusto- chiese ed io annuii. -prego venite pure con me- continuò conducendoci vicino a un camerino.

Lasciai Vanessa sul divanetti e vi ci entrai, mi tolsi i miei indumenti e con l'aiuto della commessa, misi il vestito.
Mentre cercava di allacciarmelo, vidi che faceva delle facce abbastanza preoccupate.

-c'è qualcosa che non va?- chiesi.
-ehm mi sa che le sarte hanno sbagliato a prenderti le misure.- con quella frase tutto il mondo mi crollò addosso.
-com'è possibile?- chiesi
-fa fatica a chiedersi sul busto e sul seno non si chiude per niente- dichiarò facendomi girare di poco per farmi vedere.
-questo non ci voleva proprio.- dissi
-vado a chiamare una sarta e arrivo- disse uscendo dal camerino.

Restai qualche minuto da sola prima che entrasse Vanessa.

-hey che succede?- chiese venendo verso di me. -oh no tesoro non piangere- disse appena vide le lacrime scendere sulle mie guance.
-hanno sbagliato le misure dell'abito, non si chiude e manca meno di un mese al matrimonio- dissi
-gli intoppi possono capitare a tutti, ma tu devi essere calma e avere tanto sangue freddo su queste robe- rispose abbracciandomi.

Durante questa dimostrazione d'affetto entrò la commessa accompagnata dalla sarta.

-scusami tanto per aver sbagliato le misure, ora vediamo come rimediare.- disse quest'ultima.

Cominciò a misurarmi da capo alcune circonferenze e poi maneggiare del tessuto vicino al vestito.

-allora, quando è il matrimonio?- chiese
-è il 20 maggio- risposi.
-ti spiego in breve quello che andrò a fare, taglierò le parti di tessuto vicino ai bottoni posizionandoci del lo stesso tipo di tessuto con sopra il pizzo il modo continuativo, poi riapplicherò i bottoni in modo tale che il vestito ti calzi a pennello.- spiegò brevemente.
-perfetto grazie- dissi asciugandomi le lacrime.
-di nulla e scusa ancora- disse prima di uscire.

Mi tolsi l'abito rivestendomi e uscendo dal camerino.

-la settimana prima del matrimonio ti chiameremo per venirlo a ritirare, scusaci ancora per l'inconveniente- disse la ragazza.
-l'importante è che si sia risolto tutto, grazie ancora- risposi.
-grazie a voi e buona giornata- disse prima che uscissimo dal negozio.

Inspirai un po' di aria fresca prima di girarmi verso Vanessa.

-andiamo a berci qualcosa?- chiese mentre camminavamo per la strada.
-ma si dai- risposi.

Ci dirigemmo in un bar e successivamente prendemmo posto all'interno.

-salve ragazze, cosa volete ordinare- chiese il cameriere.
-per me uno spritz aperol - disse Vanessa.
-io invece un peach spritz- risposi sorridendo.
-va bene, arrivano subito- rispose segnandosi la comanda e andando via.

Cominciammo a chiacchierare delle solite cose e di una in particolare, dei nostri matrimoni.
Una settimana dopo il mio matrimonio anche Vanessa si sarebbe sposata.

-almeno il tuo vestito non l'hanno sbagliato.- risposi sorseggiando il mio drink.
-sono cose che capitano nella vit...- si bloccó.
-perché hai smesso di parlare?- chiesi.
-da quando mangi le olive?- chiese vedendomi con un oliva in mano.
-beh non so da poco comunque sono davvero buone- risposi alzando le spalle.
-lo so che sono buone, io le mangio da sempre- disse lei ovvia.
-a pensare che prima non riuscivo neanche a mangiarle.- dichiarai.

Chiacchierammo per una bella oretta prima che lei dovesse andare via.
Tornai a casa per pranzo, prima di prepararmi per andare ad allenamento, il quale fu molto stancante.

La sera quando tornai a casa, trovai Simone a petto nudo mentre cucinava chissà quale sfiziosità.

-ciao amore- dissi baciandogli la schiena nuda.
-ben tornata- rispose lui.
-che cucini di buono?- chiesi curiosa.
-filetto di carne e zucca.- rispose.
-mhm buono- dichiarai.
-aspetta a mangiarlo- ammiccò lui.

Finimmo di cenare, mettemmo apposto tutta la cucina e andammo quasi subito a dormire per la stanchezza.

Mi svegliai verso le due del mattino, perché avevo l'urgente bisogno di andare in bagno.
Presi anche una Tachipirina per il mal di testa e poi andai in cucina per mangiare qualcosina.
Presi una mela, la sbucciai, la tagliai e cominciai a mangiarla.

Qualche minuto dopo sentii dei passi scendere le scale e venire in cucina.

-amore ma hai visto che ore sono?- chiese indicando l'orologio.
-si e scusa se ti ho svegliato.- risposi.
-dai andiamo a dormire- disse grattandosi la testa.
-tu intanto vai, io finisco la mela e arrivo- dissi mandandolo via.

POV SIMONE

In queste ultime settimane Camilla era molto strana e un po' lo ero anche io, magari era l'agitazione per il matrimonio che sarebbe avvenuto a distanza di pochi giorni.
Veniva da allenamento stanca, si addormentava subito dopo cena, ma altrettante volte era un sacco energica.

Non pensavo che l'organizzazione di un matrimonio comportasse così tanti cambiamenti e tanto accumulo di stress.

Dopo qualche minuto Camilla ritornò in camera, si mise sotto le lenzuola abbracciandomi.

-ti amo- disse
-anche io, però ora addormentati- risposi

E così abbracciati ci addormentammo, restando uniti per tutta la notte.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora