8. Collegamenti

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Aprii il regalo con le mani tremanti, all'interno trovai una scatola nera in velluto di medie dimensioni, c'erano due scomparti, aprii prima quello più piccolo che conteneva una collana con un punto luce azzurro.

-è bellissima- dichiarai.
-appena l'ho vista mi ha ricordato i tuoi occhi. Se vuoi ti aiuto a metterla.- si offrì lui, annuii, mi girai di spalle, misi i capelli da una parte e me la mise al collo, il suo tocco mi mandò in tilt il cervello e mi fece venire la pelle d'oca.
-grazie- dissi rigirandomi verso di lui.

Successivamente aprii il primo scomparto, c'era una rosa blu all'interno di un cubo e di vetro, rimasi scioccata da quello che avevo tra le mani.
Dei flash di questa mattina si insediarono nel mio cervello e non ci misi molto a collegare le due cose insieme.

Era stato lui a regalarmi quel mazzo di rose questa mattina.

-ne avevi parlato un giorno con le ragazze durante l'allenamento e, lo so che non si fa, ma ho origliato.- dichiarò grattandosi la nuca.

Poggiai a terra il regalo stando attenta a non romperlo, gli presi il viso con le mie mani e istintivamente lo baciai, non si fece indietro, anzi lo approfondimmo, le ligue facevano una danza che solo loro conoscevano.
Le sue mani si fermarono sulla mia vita, mentre le mie si legarono dietro al suo collo.

Dopo un tempo indefinito ci staccammo per via del fiato corto.
Non disse niente, si girò e andò via.
Vidi la sua macchina sfrecciare lontano da casa mia, si era pentito, me lo sentivo, le lacrime cominciarono ad uscire copiose sul mio volto, raccolsi tutto da terra ed entrai dentro.
Che stupida che ero stata, come avevo potuto immaginare che uno come lui provasse qualcosa per me, sono stata una grande stupida.

POV SIMONE

Stavo girando per Trento a caso, mi fermai sotto casa mia, restai in macchina, sbuffai e misi la fronte sul volante.
Che stupido, che codardo che ero stato, deficiente, l'avevo ferita.
Avevo cominciato a provare qualcosa per lei un po' di tempo prima, forse ancora prima di lasciarmi con Selly.
Chiamai l'unica persona che avrebbe detto cosa fare, l'unica che forse mi avrebbe ucciso, ma era anche l'unica sponda su cui aggrapparmi.

-pronte Simone? Ti sembra il caso di chiamare a quest'ora?- chiese.
-lo so, ma io ho fatto una cazzata e tu mie devi aiutare...- mi bloccai quando sentii una porta sbattere.
-continua, sono uscito in balcone- mi incitó
-Camilla mi ha baciato, lei mi piace.- dissi
-aspetta, Camilla mia sorella?- chiese Daniele.
-si lei- risposi confermando.
-lo sai che ora potrei anche ucciderti- insinuò
-oh lo so eccome, soprattutto dopo quello che ti dirò- risposi
-non dirmi che hai fatto il cazzone e te ne sei andato lasciandola davanti a casa sua in lacrime- disse esasperato sbuffando.
-vuoi quello che ti piacerebbe sentire o la verità?- chiesi
-io ti ammazzo Simone, porco cane, è mia sorella- rispose lui.
-mi dispiace, scusami- dissi.
-non è con me che ti devi scusare, ma con Camilla- disse
-lo farò domani, buona notte- dissi staccando subito dopo.
Ora potevi definirmi un uomo morto.

Nel mentre continuai a ricevere un'infinità di chiamate a Miriam, che continuai a rifiutare fino allo sfinimento. Cosí decisi di rispondere.

-Ora tu dirmi se devo venire a picchiarti oppure a prenderti a manganellate.- disse lei minacciandomi
-le ho dato il regalo, poi lei mi ha baciato e io sono scappato lasciandola lí.-
-è da quando è arrivata che continua a piangere, sei un senza cuore, ora non ti aspettare che riceverai rispetto da me e men che meno da lei dopo tutto questo.- chiuse la chiamata senza darmi tempo di replicare.
Infondo aveva ragione.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora