89. Tempo

224 9 0
                                    

Ritornati a Perugia, abbiamo avuto poco tempo per restare da soli, perché a Luglio Simone dovette partire con la nazionale.

Mi svegliai mettendomi seduta sul letto, la sua parte era fredda.
Qualche lacrima mi rigò il viso, Lily appoggiò la testa al materasso cercando di capire se stessi effettivamente bene.

-Dai piccolina, andiamo a fare colazione.- dissi alzandomi dal letto e scendendo le scale di casa.

Cominciai a prepararmi un caffè mentre la moka faceva il suo dovere, misi un po' di crocchette alla mia cagnolina e le cambiai anche l'acqua.
Come di consuetudine alle 10:30 spaccate il telefono prese a squillare.

-buongiorno mio splendida schiacciatrice- disse Simone dall'altro campo del telefono.
-giorno- risposi
-come stai? Ti sento giù- rispose cominciando a preoccuparsi come era solito fare.
-no niente, tutto bene. Tu come stai?- chiesi.
-mi mancate- rispose e fu proprio quella la goccia che fece traboccare il vaso. Cominciai a piangere nuovamente. -Camilla, ascoltami, so che è difficile, soprattutto perchè stai affrontando la gravidanza da sola, ma ti prometto che appena torno non ti mollo neanche per un secondo.- rispose
-lo so, ma quando inizierà il campionato inizierà anche la champions e ciò significa che potrai essere dall'altra parte dell'Europa.- dichiarai asciugandomi le lacrime che continuavano a scendere.
-lo sai che ci sarò sempre- constatò.
-e quando nascerà?- chiesi.
-sarò lì con te e affronteremo la vita da genitori insieme-
-me lo prometti?- chiesi
-te lo prometto, ora vado, tu riposati, ci sentiamo dopo- disse.

Lo salutai prima di chiudere definitivamente la chiamata.

Era difficile saperlo lontano e non poter stare con lui.
Feci un grosso respiro e andai a prepararmi per dirigermi al Palazzetto per stare in compagnia.

Prima peró feci fare una passeggiata a Lily e poi andai.

Dopo mezz'ora di viaggio arrivai.
Entrai dentro e mi sentii quasi a casa, mi mancava venirmi ad allenare.

-buongiorno a tutti- dissi entrando.
-o mio dio Cami- corsero tutte ad abbracciarmi.
-come stai?- domandarono
-maschio o femmina?- chiesero
-quando è la scadenza?-
-un attimo, una domanda per volta se no impazzisco. Sto bene, anzi stiamo bene, non so ancora se sia maschio o femmina, più precisamente nè io nè Simone vogliamo saperlo prima della nascita e la scadenza dovrebbe essere per fine novembre- risposi
-Lavia, ben tornata- disse l'allenatore.
-grazie mille-

Chiacchierammo un altro po', poi decisi di ritornare a casa.
Pranzai e mi stesi un po' sul divano.

Non era bello stare tutto il giorno da sola, la casa era troppo silenziosa e le giornate troppo monotone, stavo pensando di andare a Rossano e stare con i miei però non sarei riuscita a fare 12 ore si viaggio, soprattutto nelle mie condizioni.
Così presi il telefono e chiamai Vanessa.

-Ciao tesoro, tutto apposto?- chiese subito.
-si, certo.
-Mi chiedevo se ti andrebbe di venire qui ad Assisi, non mi piace stare da sola.- risposi.
-ti andrebbe invece si venire te da me? Sai, Simone è stato operato da poco, preferirei restare qui.- rispose -scusa- continuó.
-okay, fa niente, non vorrei disturbare con Lily.- dichiarai.
-casa mia è sempre aperta, se vuoi venire puoi.- disse.
-grazie Vane- risposi
-di nulla, poi stanne certa che qualche volta verró- disse -ciao Cami.-

Tempo, serviva tempo.

Mi mancava Simone, mi mancava la mia vecchia vita.
Mi mancava tutto, ma lo rifarei un'altra volta per vedere Simone felice.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora