97. Visite speciali

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Avevo appena parcheggiato la macchina in centro a Perugia.
Scesi dalla macchina, presi Andrea con la culla e la misi nella struttura della carrozzina e infine feci scendere Lily dal retro della macchina, mettendole il guinzaglio.
Successivamente andai ad aspettare la mia famiglia nel luogo prestabilito.

Dopo circa dieci minuti vidi arrivare tutti quanti.

-buongiorno.- dissi.
-buongiorno- risposero prima di catapultarsi su mio figlio.
-ciao Andrea, ma buongiorno- disse mia madre.
-amore della nonna- disse Sabrina.

I due nonni inizialmente non dissero niente, ma neanche a dirlo che cominciarono anche loro.

-ma ciao, hai dormito eh?- chiese Paolo.
-oh questo l'hai preso dalla mamma, anche lei era una gran dormigliona- constatò mio padre.
-grazie sto molto bene, voi?- chiesi.
-oh si scusa tesoro- disse Paolo.
-sei stanca amore della mamma?- chiese mia madre.
-non tantissimo, ci ha fatto riposare quasi tutta la notte- risposi.
-a che ora si è svegliato?- chiese Sabrina.
-l'ultima poppata gliel'ho fatta fare alle undici, poi si è svegliato verso le quattro, quattro e mezza- risposi.
-beh dai ha dormito. Simone da piccolo non dormiva quasi mai, ci ha fatto fare le notti insonne a girare per Bolzano con la macchina- dichiarò Paolo.
-e adesso è un vero e proprio dormiglione- sorrisi.
-beh tu eri un angelo, invece Daniele, mamma mia, dormiva pochissimo- disse mio padre. -siamo arrivati ad un punto in cui potevamo avere un crollo nervoso da un momento all'altro.- continuò.

Andammo a farci un giro, incontrai alcune ragazze che mi chiesero delle foto, mi fecero gli auguri e molti complimento appena vedevano mio figlio.

A pranzo mangiammo in un ristorante tipico e il pomeriggio salutai tutti e li invitai a casa per cena.
Colsero così l'occasione di prendersi Lily con la promessa che me l'avrebbero riportata sta sera, perchè a detta di Sabrina "le avrebbe fatto bene stare tutto il giorno all'aria aperta".

Smontai la carrozzina e fissai la culla al sedile, dopo di che partii per andare a PalaBarton.

Quando arrivai presi Andrea ed entrammo all'interno della struttura.

C'erano tutti, il mio vecchio allenatore, Lorenzetti, le ragazze e i ragazzi delle due squadre principali del Perugia.

Erano tutti in riga girati di spalle a sistemare e affinare alcune tecniche di gioco e senza farmi sentire arrivai da loro.

I primi a vedermi furono gli allenatori e i preparatori tecnici, che subito sorrisero.

-possiamo ascoltare anche noi?- chiesi e a quel punto anche tutti gli altri si girarono.

Vennero subito da me ad abbracciarmi.

-è bellissimo- dichiararono le ragazze.
-cavolo Giannelli, avete fatto un bel lavoro- scherzarono alcuni ragazzi.
-onestamente- disse mio marito.

Ad un certo punto Andrea cominciò a piangere, così lo presi in braccio.

-no, amore della mamma, no non piangere.- dissi.

Sicuramente aveva fame, così mi sedetti cercai di allattarlo.

-aspetta- disse Simone frugando nella mia borsa, prese una copertina e la mise sulla testa di nostro figlio e sulla mia spalla, così da poterlo allattarlo tranquillamente.

Continuammo a chiacchierare.
Quando Andrea fu soddisfatto, mi aggiustai il seno, mettendo le coppe assorbenti in modo da non far bagnare la maglia con il latte.

Simone lo prese in braccio e lo appoggiò alla sua spalla.

-sicuro di non voler mettere un asciugamano?- chiese Seba.
-nah l'ho già fatto giá altre volte- rispose mio marito.
-altre volte basta per una bella vomitata sulla maglia- disse Giorgia ridendo.

Vedemmo ad una certa la faccia di Simone cambiare mentre raddrizzava la schiena.

-ecco appunto, come non detto- dissi girandolo per far vedere ciò che aveva fatto altre volte.

Scoppiarono tutti a ridere.

-questa va lavata, intanto vai in spogliatoio a pulirla un minimo.- dissi prendendo mio figlio.

-va bene capo- disse scomparendo dalla palestra.

-beh dai, non volevo disturbarvi così tanto, avete perso mezz'ora di allenamento- dissi sentendomi leggermente in colpa.
-stai tranquilla Camilla, anzi quando vuoi puoi venirti ad allenare- disse il mio allenatore.
-grazie mille Fabio- dissi io grata.

Andarono tutti via e così dovetti aspettare Simone e la sua lentezza nel farsi la doccia.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora