51. Spiacevoli situazioni

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Dopo quella sera, cercai di evitare Federico, mi aveva ferito con le sue parole.
Bussarono alla porta, cosí mi alzai e andai ad aprire. Davanti a me mi ritrovai Vanessa con la piccola Viola.

-hey amica- disse entrando.
-che ci fai qui Vane?- chiesi chiudendo la porta.
-una persona mi ha chiamato e sono soccorsa in tuo aiuto.- disse mettendo l'obiettivo con dentro la piccola sul divano.
-chi è stato? Tu non hai il numero di Federico e viceversa- risposi.
-infatti non è stato lui- alzó le spalle. -non dirmi che...- prese in mano il barattolino.
-Vanessa ne avevamo già parlato, posalo- dissi.
-ti fai di nuovo di questa merda?- chiese
-me le sono fatte prescrivere dalla psicologa della squadra- risposi.
-queste saranno la tua rovina- disse posandole sul tavolo della cucina.
-sono solo antidepressivi- constatai.
-ne ha parlato con qualcuno, ne hai parlato con Federico?- chiese.
-non lo sa- dissi abbassando il capo.
-è stato lui vero?- chiese. -è stato lui a farti venire di nuovo la depressione?- continuò.
-la depressione non viene per colpa di una persona, ma viene dopo alcuni avvenimenti che ti segnano.- risposi.
-se non stai bene con lui, diglielo, affrontalo. C'è sempre qualcuno che ti vorrà e ti farà tornare la ragazza di una volta. E se prima era semplice DPTS, più facile da controllare, ora è più forte e devi farti aiutare.- disse.
-non da lui- sussurrai. 
-vedi, l'hai detto anche tu- constatò. -tu e solamente tu, sai chi ti può salvare, quella persona non è lontana, basta solo cercarla- continuò.
-grazie Vanessa- l'abbracciai.
-di niente- rispose -ora, la piccola dorme, ma ho dietro il passeggino, quindi, che ne dici di farci un giro in centro?- chiese 
-va bene- dissi sorridendo un po'.

Così mi vestii, misi la giacca e uscimmo di casa.
Vanessa prese la carrozzina dalla sua macchina e a piedi ci dirigemmo in centro.
Girammo così tutto il centro storico, successivamente ci sedemmo ad un bar per prendere un caffè.
Ordinammo e poi aspettammo, nel mentre chiacchierammo, fin quando non vidi Simone avanzare verso di noi con un suo compagno di squadra, che riconosco subito essere Roberto.

-oh, ciao Camilla- disse quest ultimo.
-ciao Rob- risposi salutandolo.
-Ciao- disse il mio ex ragazzo.
-ciao ragazzi, volete sedervi con noi?- chiese Vanessa e in quel momento la fulminai con gli occhi.
-se non disturbiamo più che volentieri- rispose Roberto.
-ma certo, nessun disturbo- disse la mia amica e così le tirai un calcio da sotto al tavolo.
-come sta la piccola?- chiese Simone alla mia migliore amica, mentre il suo compagno si sedeva vicino a me.
-bene bene, sta crescendo a vista d'occhio- sorrise Vanessa.
-posso prenderla in braccio?- chiese il ragazzo.
-certo, aspetta che la prendo su- disse alzandosi, e tirandola fuori dalla carrozzella. -buongiorno amore- le disse e poi la passò a Simone che se la mise in braccio.
-è identica a Simone- constatò.
-non sei l'unico che lo dice.- disse lei guardandomi.

E così mentre i due cominciarono a parlare con Vanessa, io stavo in silenzio a girare il mio caffè ormai freddo.
L'ossigeno cominciò a mancarmi, il fiato si faceva sempre più corto, stavo avendo un attacco di panico. Mi alzai dal tavolo e andai fuori cercando di riprendere un minimo di fiato.

POV SIMONE

Vidi Camilla alzarsi dal tavolo in fretta e furia e uscire fuori dal bar.

-vai da lei, ne ha bisogno- disse Vanessa, così annuii e la raggiunsi fuori.
-Camilla- dissi vedendola seduta sul marciapiede.
-ti prego Simone- mi pregò. -aiutami, non ce la faccio più- dichiarò. Il suo respiro era affannato.
-da quanto ce li hai?- chiesi.
-da poco, sono ricomparsi da poco- rispose.
-respira con me, guardami Camilla, guardami- dissi prendendole le mani e mettendole una sul mio petto e l'altra sul suo. -inspira ed espira- continuai così per qualche minuto fin quando non vidi che si stava calmando e il respiro cominciò a diventare regolare.

Non disse niente, mi abbracciò soltanto. 
Quell'abbraccio valse di più rispetto a mille parole.
In quell'abbraccio c'era tutto l'amore che lei provava per me.
La strinsi di più con la paura che da un momento all'altro potesse scappare da me, un'altra volta.

-staccati dalla mia ragazza, ora!- sentii dire, così feci e vidi un ragazzo abbastanza incazzato. -non rispondi alle mie chiamate da giorni e appena ti vedo sei già nelle braccia di un altro?- chiese.
-Fede posso spiegarti.- rispose lei con un filo di voce. -lui...lui è un mio amico, ho saputo, che da poco si era trasferito qua e così abbiamo deciso di vederci.- inventò una scusa.
-piacere Simone, un suo grande amico- enfatizzai la cosa.
-Cami tutto bene?- chiese Vanessa uscendo accompagnata da Roberto. -oh tu dovresti essere Federico, Camilla mi ha parlato tanto di te. Io sono Vanessa, la sua migliore amica.- disse vedendo la situazione. -comunque mi ha chiamato Simone, ha il pomeriggio libero, verrà per l'ora di pranzo- continuò.
-perfetto- disse la sua amica -Fede, a pranzo ci sei?- chiese.
-no e sta sera sono a cena con dei colleghi- rispose.
-allora ci sentiamo quando torni?- chiese lei.
-va bene- le diede un bacio e se ne andò.

La sentii sbuffare mentre il mio amico e la sua migliore amica guardavano non capendo.

-in che cazzo di situazione siamo finiti?- chiese.
-ora spiegate- disse Vanessa.
-non c'è niente da spiegare, andiamo.- ordinò e così se ne andarono.
-è Camilla la tua ex?- chiese Roberto indicandola.
-si, si è lei- dichiarai.
-nah, tornerete insieme.- disse.
-bella battuta, dai andiamo che se no arriviamo in ritardo ad allenamento.- 

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora