40. Lose control

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Oggi sarei andata a trovare Vanessa a Civitanova, ma questa volta a casa Anzani non c'erano più due persone, ma una settimana a questa parte erano in tre.
Partii la mattina presto arrivando a destinazione alle dieci circa.
Parcheggia la macchina sotto la loro stupenda casa e poi andai a bussare al campanello, che venne aperto da un Simone piuttosto assonnato e devastato dalla nuova vita da padre.

-auguri- dissi abbracciandolo.
-grazie, prego entra, Vanessa è di là.- disse, così entrai in casa.
-ciao tesoro, dov'è la nuova arrivata?- chiesi abbracciando la mia migliore amica.
-è qui un po' sveglia- disse scostando la copertina dall'ovetto.
-amore che bella- dissi mettendo le mani sul petto.
-la vuoi prendere in braccio?- chiese lei sorridendomi.
-sei sicura, cioè non è che si fa male?- chiesi premurosa.
-ma va tranquilla.- disse prendendola in braccio mentre io mi sedetti sul divano vicino a lei. -ora conoscerai la zia Camilla.- parlò alla bambina prima di mettermela tra le braccia.
-è così piccola- sussurrai mentre i miei occhi si inumidirono.
-è il regalo più bello che la vita ci potesse regalare- disse Anzani sedendosi su una sedia.
-siete solo po' devastati- dissi mentre cullavo Viola.
-nonostante la stanchezza siamo qui- disse la mia amica.
-già- risposi malinconica.

Dopo un po' la bambina si addormentò e la rimisi nell'ovetto.

-come va a Perugia?- chiese Vanessa.
-bene bene, per ora non ho conosciuto ancora la mia squadra, ma settimana prossima dovrei iniziare gli allenamenti- risposi.
-quindi non ti manca nessuno?- chiese Simone, lo guardai.
-voi lo sapete, non serva che dica molto- continuai.
-gli manchi- constatò Simone -ha detto che non ce la fa a vivere oppresso dalla sofferenza di non essere più suo- continuò.
-non è l'unico a soffrire.- risposi cacciando indietro le lacrime.

POV SIMONE

Non sentirla, non vederla, non poterla toccare mi faceva andare fuori di testa.
Fra qualche giorno avrei completato il mio trasferimento, ma decisi di non trovare una casa a Perugia, bensí ad Assisi.

-ciao- dissi appena entrai in casa
-ciao- rispose Daniele. -come va?- chiese
-va tutto a rotoli, comunque bell appartamento- risposi.

Daniele si era trasferito da poco a Trento perché aveva firmato con la Trentino Volley.

-Camilla mi ha raccontato e sinceramente sono poco d'accordo con lei- continuò lui.
-ti prego Dan parliamo di altro, ho bisogno di staccare la testa- rispondi passandomi una mano sul viso.
-e quindi che vuoi fare? Rimpiangerti addosso per il resto della tua vita oppure te la vuoi riprendere?- chiese lui alterato.
-io la voglio, ma lei non vuole me. Io la amo, ma lei non ama me.- dissi stremato dalla situazione.
-lei ti ama, lei ti vuole, ma non ha le forze di tenerti con se sapendo di non volerti offrire ciò che tu vorresti- rispose mettendomi una mano sulla spalla.
-lo so, purtroppo lo so.- risposi amareggiato.
-fai qualcosa Simo, non stare qui con le mani in mano, non aspettare che lei trovi qualcun altro che sia disposto a lottare per il suo amore. Non aspettare che qualcuno la trovi e la tenga per se per sempre.- cercò di incoraggiarmi.
-lo farò dopo le olimpiadi e gli europei.-
-no, tu lo devi fare ora- negai con la testa.
-sei una testa di cazzo fattelo dire. Ti stai facendo scappare mia sorella per colpa delle sue paure.- mi rimproverò.

Cambiammo discorso subito dopo, cominciammo a parlare delle Olimpiadi, che erano sempre più vicine.
Ormai eravamo a fine Maggio e fra poco ci sarebbe stato il mese di ritiro a Cavalese, per la preparazione di ben due competizioni.
Le ragazze sarebbero andate a Monza, quindi non l'avrei vista.
Mi raccontava sempre quanto le sarebbe piaciuto essere convocata per le Olimpiadi e per gli europei e quando ricevette quella chiamato fu molto entusiasta a tal modo da mettersi a piangere per la gioia.

Mi mancava e lo avrei sempre detto fino allo sfinimento.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora