POV SIMONE
Fredda.
Distaccata.
Apatica.
Questa era diventata Camilla in pochi giorni.
Piangeva, per tutta la notte.
Cercavo di consolarla, ma invano, perché come ogni notte prendeva il cuscino e qualche coperta e andava a dormire sul divano, e puntualmente quando si addormentava la riportavo a letto.
Non nego la mia paura che le fosse successo qualcosa nei giorni appena passati, a mala pena mi parlava e quello poche volte era per assicurarmi che non le fosse successo niente.Menzogne.
Solo stupide menzogne.
Avevo iniziato pallavolo per scatenare la mia rabbia, ma quella fiammella che tenevo conservata dentro di me si stava pian piano riaccendendo.
Da una parte però c'era la paura che fosse nuovamente in quel circolo vizioso chiamata depressione.
-non so cosa possa avere Camilla- dissi.
-hai provato a parlarle?- chiese
-Grazie Filippo non ci avevo pensato- dissi ironico -se solo non fosse così testarda e provasse a dirmi ciò che non va- sbuffai mettendomi una mano sulla faccia.
-magari è solo preoccupata, non so, magari vuole dirti qualcosa, ma non sa come fare e allora cerca di allontanarsi per non ferirti- suppose.
-stai cercando di dirmi che probabilmente mi ha tradito?- chiese facendo un sorriso amaro.
-ma ti pare? Da esterno posso dire che lei è follemente innamorata di te, dovresti vederla come ti guarda.- constatò.
-e come mi guarda?- chiesi.
-come la cosa più preziosa che ha, ti guarda come se tu fossi la sua bussola, ti guarda come io faccio con la mia donna-
-tu dici?-
-si e ora ti devo abbandonare, ci sentiamo più tardi- disse prima di staccare la videochiamata.La serratura di casa scattò e dalla porta entrò Camilla.
-ciao amore- dissi.
-ciao- mi sorpassò e andò in bagno a svuotare il borsone.POV CAMILLA
Un mese.
Avevo un mese per decidere.
Avevo chiamato la team manager del Perugia dicendole che non avevo ancora deciso e lei mi rispose che entro la fine del campionato dovevo darle la risposta.
Appena varcai l'ingresso di casa mi ritrovai dinanzi a me Simone.
Lo salutai e andai in bagno per mettere in lavatrice i vestiti sporchi dell'allenamento,-Camilla ti prego parlami- mi supplicò.
-stai tranquillo, non è successo niente è che sono in sovrapensiero, penso troppo alla prossima partita- inventai una scusa.
-e mi vuoi dire che solo per questo tu sei così apatica nei miei confronti?- chiese.
-si- lo sorpassai e andai in camera.
-Camilla ti prego voglio solo la verità- mi supplicò.
-Simone non insistere, te l'ho già detto perchè i comporto così e mi dispiace se ti sono sembrata così apatica e fredda-La cosa che feci successivamente lo lasciò di stucco.
Lo abbracciai, lo strinsi forte per paura di perderlo.
Incominciai a piangere, copiose lacrime rigavano il mio volto.-amore, hey- mi alzò il viso e mi asciugò le lacrime. -sai che se devi dirmi qualcosa io ci sono?- chiese
-si- dissi dandogli un piccolo bacio sulle labbra. -ti amo- continuai facendo un piccolo sorriso.
-ti amo anche io- disse baciandomi nuovamente.Ora come ora avevo paura di dirgli ciò che mi era stato offerto.
La paura che quell'offerta potesse cambiare drasticamente le nostre vite mi mandava in tilt.Lo amavo ma la distanza non si poteva compensare con un sentimento, nel caso avessi accettato la trasferta nella squadra perugina.
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NEL BENE E NEL MALE - Simone Giannelli
Fiksi PenggemarDal capitolo 4: -Il gatto ti ha mangiato la lingua?- chiese scherzando, non risposi.-hey, stai bene?- chiese un po' preoccupato. -mi sento morire- risposi con un filo di voce sentendo il fiato corto -non ti preoccupare, ci sono io- disse abbraccian...