26. Gelosia

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Finalmente anche per noi giocatrici e giocatori di pallavolo erano arrivate le vacanze, anche se a me in largo anticipo.
Con Simone avevamo pensato di andare a Tropea al mare, ovviamente saremmo andati in macchina fermandoci una notte a Civitanova, dove avremmo incontrato Simone Anzani e la mia migliore amica che aveva appena finito il suo trasloco da Bergamo.
Partimmo da Trento alle otto del mattina, poi alle 13 circa arrivammo al B&B, dopo aver fatto il check-in e aver portato il borsone in camera, andammo nel punto di ritrovo che avevamo stabilito durante il viaggio.

-neanche un anno che ti lascio e ti ritrovo con il tutore e le stampelle- disse Vanessa venendomi ad abbracciare.
-mi sei mancata anche tu Vane- risposi sorridendo -piacere Camilla- dissi presentandomi a Simone dando una delle due stampelle al mio ragazzo per liberarmi una mano per porgergliela.
-Simone- rispose stringendola.
-piacere Simone- disse il ragazzo al mio fianco.
-dai fra non fare lo scemo, vieni qua- disse abbracciandolo, i due Simone si conoscevamo perché giocavano insieme in nazionale, quindi per loro non c'era bisogno di presentazioni.

Andammo all'interno del locale, dove facevano piatti tipici.
Io presi i Vincisgrassi e fui seguita a ruota a Vanessa, Simone prese i friscarelli, mentre Anzani prese i calcioni.
Prima del primo ci facemmo portare delle olive ascolane che gustammo molto volentieri.

-allora? Come ti trovi qui a Civitanova?- chiesi a Vanessa.
-bene, le ragazze della squadra sono molto affettuose e poi beh mi trovo bene- disse la mia migliore amica.
-vi fermate solo oggi?- chiese Simone.
-purtroppo si, poi andiamo a Tropea- rispose il mio ragazzo.
-la prossima volta promettiamo che ci fermeremo di più- continuai.

Mangiammo con molta tranquillità, ma prima di uscire, dopo aver pagato, il titolare ci chiese se potevamo fare una foto con lui e firmare un foglio.
Così molto gentilmente accettammo, mettendoci uno di fianco all'altro, io e Vanessa in mezzo e i nostri ragazzi ai lati.
Ringraziammo e andammo via.

Facemmo un giro piccolo per il centro e poi un po' per la stanchezza del viaggio, un po' perché io non riuscivo più a camminare i due ci invitarono a casa loro.

-eccoci qua- rispose Simone posando le chiavi sul mobiletto all'ingresso.
-proprio bella- commentai.

Ci sedemmo sul divano a chiacchierare tutti quanti insieme, parlammo di tutto quello che ci passava per la mente.

-voi andrete in vacanza?- chiese il mio ragazzo.
-si, prossima settimana partiremo e andremo a Malaga- rispose Simone.
-già, abbiamo fatto i bigliettini per scegliere la città, un po' come si fa quando si è indecisi sui nomi da dare ai propri figli prima che nascano- disse Vanessa sganciando la bomba.
-io non penso che farò mai i bigliettini- dissi.
-questa me la segno, voglio vederti quando diventerai mamma- rispose la mia migliore amica.
-e soprattutto te la devi vedere co me e i nomi che decido anche io- intervenne Simone, lo fucilai con lo sguarda.
-intendevo che non voglio figli- dissi e da una parte era così, non volevo che crescesse senza una madre presente e poi non volevo abbandonare la pallavolo.
-ah- rispose un po' male il mio ragazzo.
-vabbè comunque quando io e Vanessa verremo su a Trento vogliamo visitare tutto quello che è possibile da visitare- intervenne Anzani cambiando discorso.
-va bene, vi porteremo al lago, vi faremo fare il giro del centro, vi porteremo in città vicine e molto altro- rispose il suo amico.

Ormai la tensione si poteva tagliare con un coltello.
Non avevamo mai parlato di diventare genitori, anche perché non stavamo insieme nemmeno da un anno.

Il giorno dopo ripartimmo presto e arrivammo nel tardo pomeriggio a Tropea, mangiammo un boccone in hotel e poi andammo a farci un giro per il centro.

Il giorno successivo andammo a Cariati dai miei genitori, a casa trovammo sia Daniele che Lorenzo con la sua fidanzata.
Durante la mattinata, restammo a casa, mentre il pomeriggio, in compagnia dei miei fratelli andammo a farci un giro a Cosenza.

-da quanto che non venivo- commentò Daniele.
-beh anche io- risposi. L'errore più grande in quel momento fu guardare dinanzi a me, sbiancai e il cuore cominciò a rallentare.
-amore che hai? Stai male? Sei stanca?- chiese Simone.
-n...no- risposi ingoiando a fatica.

Lo vidi avanzare verso di noi.

-oh ma chi si rivede in giro? Quanto tempo- disse Riccardo.
-ciao Riccardo- rispose Lorenzo cordialmente, mentre stringeva la mano della sua ragazza.
-non mi saluti più piccola Lavia?- chiese
-piacere Simone, il fidanzato di Camilla- disse il mio ragazzo porgendogli la mano, nel suo tono si sentii un pizzico di gelosia.
-sono Riccardo, un vecchio amico di Camilla- rispose.

Si guardarono a lungo negli occhi, cercando di sfidarsi con gli sguardi.

-amore, non mi sento bene, torniamo i albergo- dissi fingendo un mancamento.
-si, andiamo- disse prendendomi in braccio, dando le stampelle a Lorenzo.
Da lontano vidi Daniele dire qualcosa a Riccardo, sembrava incazzato.
Dopo un po' ci raggiunse, ci salutammo e noi tornammo a Tropea.

-puoi chiedermelo, non ti mangio- risposi vedendo Simone con la mascella contratta.
-era un tuo ex?- chiese.
-si- dissi abbassando la testa.
-e presumo che sia stata tu a lasciarlo- disse freddo.
-si, quando ho firmato il contratto con la squadra di Bergamo.- risposi guardando fuori dal finestrino.
-e scommetto che lui ti ama ancora- continuó.
-non penso, lui è sempre stato mio amico- continuai
-lo ami ancora?- chiese diretto.
-cosa?- chiesi scioccata girando la faccia verso di lui.
-rispondi- disse in modo distaccato.
-no, certo che no, io amo te, lui è una storia passata, ma tu sei la persona che amo- dissi ingoiando un groppo che si era formato in gola.
-se mi ami veramente non faresti così ora, non ci penseresti su- rispose.
-io spero che ti stia scherzando- risposi.
-no non sto scherzando- disse serio parcheggiando la macchina davanti all'hotel.
-vaffanculo a te e alla tua cavolo di gelosia- uscii dalla macchina con un po' di fatica.

Entrai in hotel, persi l'ascensore e successivamente, quando si fermó al piano, andai in camera.
Mi appoggiai nel letto e cominciai a piangere in silenzio.
Dopo qualche minuto sentii l'altra parte del letto abbassarsi sotto il suo peso e poi mi cinse la vita con un braccio.

-scusami, è che mi sono fatto prendere dalla gelosia- dichiaró.
Mi girai verso di lui con le lacrime agli occhi.
-sei uno stronzo- dissi rigirandomi.
-amore, lo sai che ti amo, perdonami.- mi imploró.
-ora non ho voglia di perdonarti- risposi. Lo sentii sbuffare e poi sentii la porta del bagno chiudersi.

Per ora era meglio far calmare le acque e aspettare qualche oretta giusto il tempo per riflettere su tutto.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora