9. Ti sta bene

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Era passata una settimana dal mio compleanno, una settimana da quel bacio, una settimana che non vado ad allenamento e per fortuna questa domenica non avevamo avuto nessuna partita.
Oggi mi svegliai presto, avrei dovuto fare tre ore di Analisi all'università e poi sarei andata al palazzetto non prima di aver mangiato.

-buongiorno- dissi mentre Miriam varcava in cucina.
-oh già vai?- chiese vedendomi con la giacca indosso.
-eh si, sono le nove, fra mezz'ora iniziano le lezioni.- risposi.
-ah si giusto, vabbè ci vediamo direttamente al PalaTrento, a pranzo sono da Luca.-
-va bene, ci vediamo dopo- dissi prima di uscire da casa.

Presi la macchina e mi diressi all'università.
Entrai in aula, mi preparai tutto l'occorrente per prendere appunti. Per fortuna analisi era una delle materie che mi veniva facile da studiare, anche se per alcuni miei compagni di corso sembrava impossibile.
Arrivò la professoressa che incominciò subito a fare lezione, ci spiegò delle cose vecchie ma anche alcune nuove.

Finita la lezione, mi diressi in palestra, entrai in spogliatoio e mangiai l'insalata mista che preparai questa mattina.
Dopo di che mi cambiai e nel mentre arrivarono anche le altre ragazze.

-oh finalmente sei venuta- disse Eleonora posando il borsone a terra.
-che ti è preso? Non puoi abbandonare la squadra cosí- continuò Beatrice.
-lo so ragazze e per questo voglio scusarmi, è stato un periodo no.- mi giustificai.
-confermo- si intromise Miri, cosí le mimai un grazie.

Uscimmo dallo spogliatoio e andammo verso il campo, vidi Simone venirmi in contro, si fermò davanti a me, aveva delle grosse occhiaie, come se non dormisse da giorni, mi porse una barretta.
Nei suoi occhi vedevo dispiacere e speranza, spedava che io prendessi quella dannata barretta, aveva ancora paura che io non mangiassi.
Ma quello che feci stupí anche me...

POV SIMONE

Le porsi la barretta, la solita, mi guardò negli occhi per un tempo indefinito, ero molto dispiaciuto da quello che avevo fatto e da una parte speravo che prendesse ció che avevo in mano.
Sospiró e poi in tutta la palestra si sentí un rimbombo, la guancia ormai mi stava andando a fuoco, mi aveva appena tirato uno schiaffo, aveva fatto bene, me lo meritavo.

-e la barretta meglio che non ti dico dove te la potresti infilare.- disse andandosene dalla mia visuale.
-ha fatto bene, io ti avevo avvertito- alzó le spalle Miriam mettendosi davanti a me.
-sono stato un coglione?- chiesi.
-non sei stato un coglione, sei un coglione, che è molto differente.- rispose.
-c'è un modo per rimediare?- chiesi disperato.
-non penso esista un modo, soprattutto dopo quello che hai fatto- rispose andandosene.

Andai dai ragazzi che purtroppo avevamo visto tutta la scena.

-e quello a cosa è dovuto- chiese Alessandro, il più piccolo della nostra squadra.
-non fare mai soffrire una donna se non vuoi fare la sua fine- rispose al mio posto Lorenzetti.
-le donne sono più complicate di quello che sembra- risposi posando una mano sulla spalla del ragazzo.

Cominciammo gli allenamenti, non ero molto concentrato ma mi imposi di mettere da parte le questioni extra e cercare in qualche modo di pensare alla pallavolo, almeno per il momento.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora