22. Stringimi più forte

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-ciao ragazze, ci vediamo ad allenamento- dissi prima di entrare in macchina. Avevo una bruttissima sensazione, ma non ci feci tanto caso.
Partii imboccando la tangenziale per andare verso casa, canticchiavo le canzoni che passarono alla radio, poi vidi i fari di un veicolo.

-Camilla-

Un fischio si insinuò nelle mie orecchie, poi buio.

-NOOO-urlai prima di aprire gli occhi e svegliarmi.
-Amore hey, sta tranquilla è solo un incubo- disse Simone preoccupato mentre mi abbracciava.
-è stato bruttissimo rivivere tutto- incominciai a piangere.
-ora sei qua, con me.- mi rassicurò.
-stringimi più forte, non voglio che mi lasci- dichiarai.
-non lo farò, promesso.- me lo promise.

Cercammo di tornare a dormine, anche se io, purtroppo non chiusi più occhio, non riuscivo a riposarmi, avevo in testa l'incidente ed era la prima volta che facevo un incubo del genere difronte a Simone.

Verso le sette del mattino decisi di alzarmi e andare a preparare la colazione.
Mi cucinai un porridge per me, entre a Simone feci dei pancake veloci.

-buongiorno- disse un Giannelli abbastanza assonnato.
-buongiorno anche a te- dissi dandogli un bacio sulle labbra. -scusami per sta notte-
-non ti devi scusare, può capitare- rispose
-ecco a te la tua colazione, ho improvvisato un cappuccino, ma è venuto caffè e latte.- risposi sorridendo.
-grazie mille.- rispose

Facemmo colazione insieme, trovai il momento più adatto per fare una domanda che mi permeava la testa da questa notte.

-Simo- lo chiamai.
-si?- chiese.
-mi hai chiamato amore?- chiesi.
-quando?- chiese facendo finta di niente.
-lo sai quando- risposi guardandolo storto.
-oh non sapevo fosse vietato.- ironizzò.
-che scemo che sei- risposi
-sai che c'è? Ti chiamerò Amore da qua allo sfinimento- disse alzandosi e venendo verso di me per poi baciarmi.
Dopo di che ci guardammo per un tempo indefinito, poi il silenziò si ruppe con una mia proposta.
-che ne dici se andiamo a correre?-
-oh, io avrei bisogno di un altro tipo di allenamento.- rispose malizioso.
-sai Amore- calcai la parola -per il nostro allenamento c'è tempo- risposi.
-quindi posticipiamo la corsa?- chiese
-no, ora andiamo a correre, posticipiamo altro- risposi allontanandomi da lui e andando in camera sua a cambiarmi, siccome avevo portato un po' di vestiti da casa mia.

Facemmo circa un'ora di corsa, poi sudati tornammo a casa, andai subito a farmi un bagno caldo nella vasca di Simone.

Chiusi gli occhi e rilassai i muscoli.
Sentii il rumore della porta e aprii gli occhi.

-beccato- disse alzando le mani in aria.
-mi fai un piacere?- chiesi
-tutto quello che vuoi.- rispose.
-fai il pranzo che è arrivata l'ora, primo pomeriggio ho da dare il penultimo esame.- dissi
-e io che pensavo che mi chiedessi altro- rispose lui sbuffando.
-ai bimbi che fanno i capricci si da il carbone, quindi attento- risposi.
-va bene mamma- disse abbassandosi e mi diede un bacio, prima ci andare via.

Dopo un po' uscii dalla vasca svuotandola, mi asciugai e mi vestii, mentre andavo in cucina per vedere cosa stesse cucinando il mio fidanzato, ricevetti una chiamata da mia madre.

-ciao mamma, come stai?- chiesi appena risposi.
-ciao tesoro, tutto bene, tu?- chiese.
-noi tutto bene.- risposi
-oh mi fa piacere- rispose -ma un attimo, voi chi? Ah si giusto Miriam- si corresse.
-si Miriam sta bene, ma è con Luca, il suo ragazzo.- dissi.
-e scusami tu con chi sei? Non sei a casa?- chiese non capendo.
-sono qui con Simone- dissi guardando il ragazzo affianco a me, che mi stava guardando.
-ma non era a Bolzano?- chiese.
-è venuto a Trento quando hanno aperto- risposi.
-ciao Sabrina- disse Simone prendendomi il telefono di mano e mettendo il vivavoce.
-ciao a te, si sta comportando bene Camilla?- chiese.
-mamma- la richiamai.
-si si- disse ridendo.
-questa estate ti aspetto qui.- dichiarò mia madre.
-verremmo molto volentieri- rispose lui.
-va bene mamma, ci sentiamo dopo- dissi.
-va bene, ciao- chiusi la chiamata.

-Non è giusto che mia madre voglia più bene a te che a me- dissi mettendo il broncio.
-alle bambine che fanno i capricci si da il carbone.- disse lui ridendo.
-stai usando le mie parole contro di me?- chiesi facendo la finta scioccata.
-si- rispose dandomi un bacetto sul naso.

Forse cominciavo a provare qualcosa di più, forse cominciavo ad amarlo.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora