21. Ansia e sapone

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Finalmente da oggi i congiunti potevano vedersi, il problema è però che io e Simone ci trovavamo in due provincie diverse e non sapevo come fare.
Mi alzai dal letto, andai in bagno, mi lavai la faccia e poi andai in cucina a fare colazione.
Preparai il caffè per me e Miriam, quest'ultima stava ancora dormendo, mi tostai due fette di pane e ci spalmai sopra un po' di burro d'arachidi e marmellata.

-buongiorno- disse Miriam sbadigliando.
-buongiorno a te- dissi versandogli il caffè in una tazzina e gliela misi sul tavolo. -oggi io e Luca ci vediamo, viene qui a casa, se per te va bene ovvio- rispose.
-tranquilla, resterò in camera a studiare, settimana prossima ho un esame.- risposi un po' triste.
-grazie- disse abbracciandomi.

Finii di fare la colazione e poi mi recai in camera, presi il telefono in mano e cominciai a leggere qualche post su Instagram, fin quando non ricevetti una videochiamata dal mio fidanzato.

-hey, come stai?- chiese appena apparì sul mio schermo.
-bene, anche se vorrei fossi qua.- risposi stendendomi sul letto.
-che ci fai ancora in pigiama? Hai due minuti per vestirti e scendere.- rispose.
-perché?- chiesi non capendo.
-la quarantena ti ha dato alla testa, tu scendi senza fare domande- rise staccando la videochiamata.

Così mi vestii di fretta e poi andai via scendendo di fretta le scale di casa, mentre mi mettevo la mascherina.
Aprii il portone di casa e mi guardai attorno finché non sentii il clacson di una macchina, misi una mano al petto per lo spavento, mi girai e vidi l'Audi nera di Simone.
Sorrisi e corsi da lui, aprii lo sportello e ci salii dentro.

-tu sei pazzo- risposi senza togliermi la mascherina.
-si, pazzo di te-disse baciandomi, anche lui aveva la mascherina e quindi le nostre labbra non erano in collisione fra di loro.
Subito dopo partimmo per andare nel suo appartamento, intanto scrissi a Miriam che sarei stata da Simone.
Entrammo in casa, ci togliemmo le mascherine e sorridemmo, gli saltai letteralmente addosso e cominciai a baciarlo, lui preso alla sprovvista indietreggio di poco, poi mise le mani sulle natiche spostandosi sul divano di casa sua.
Incominciammo a spogliarci, ritrovandoci in intimo, ma durò poco, perché mi tolse il reggiseno e le mutandine, mentre io gli levai i boxer finendo a fare l'amore.
Restammo sdraiati e abbracciati sul divano per un tempo indefinito, incominciai a tremare un po' per il freddo che si stava insediando nel mio corpo e il mio ragazzo lo notò.
-aspettami qua- disse alzandosi e rimettendosi i boxer, così intanto che lui andò di là io mi infilai l'intimo. -tieni- disse tornando con una sua maglia.
-grazie- risposi mettendola.

Successivamente preparammo qualcosa da mangiare, anche se la dispensa e il frigo scarseggiavano di cose.
Cucinammo un po' di pasta al sugo e mentre la mangiavamo chiacchierammo del più e del meno.

Quel giorno non ci limitammo a chiacchierare, ma facemmo l'amore un po' da per tutto.
In sala sul divano, in camera sul letto, per terra, in vasca, in cucina, sul tavolo, ecco ci sbizzarrimmo un po', ma quel contatto che non avevamo da tre mesi si sentiva, quindi eravamo giustificati.
La sera dormii da lui e decisi che per qualche giorno sarei stata da lui, avevamo bisogno di stare insieme e così Miriam poteva avere un po' più di spazio insieme a Luca.

-mi sei mancata- disse abbracciandomi sotto le coperte.
-anche tu, molto- risposi sorridendo.
-non smettere mai- disse serio.
-di far cosa?- chiesi non capendo.
-di sorridere, perché è la cosa più bella del mondo- rispose baciandomi.
-ti prometto che non smetterò mai- dissi.

Ci addormentammo abbracciati, lui mi strinse e io feci la stessa cosa, come se sapessimo già che da un momento all'altro questa bolla d'amore sarebbe scoppiata, perché prima o poi uno dei due avrebbe preso posto in un'altra squadra.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora