17. Scream & Shout

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Natale lo passammo al ristorante e subito dopo la fine del pranzo partimmo per andare a Trento, siccome Simone doveva giocare una partita.
Qualche giorno dopo presi un treno per andare in Calabria a festeggiare capodanno con i miei familiari.

-Cami aiutami con le lenticchie- disse mia madre.
-arrivo subito- risposi due secondi prima di passargliele.
-Daniele hai intenzione di darci una mano?- chiese mia madre vedendo mio fratello indaffarato a non fare niente.
-si, arrivo- rispose alzandosi e venendo in cucina.
-apparecchia la tavola, metti tutti i posti- gli ordinò mia madre.
-quanti siamo?- chiese.
-20- rispose lei ovvia, incominciai a farmi i conti: io, Daniele, Lorenzo con la fidanzata, mamma e papà, ed eravamo già in 6; dalla parte di mio papà erano in 5, portandoci a 11; i nonni che erano 3, quindi 14, più dalla parte di mia mamma che erano in 5, facendoci arrivare a 19, e quel posto in più?

-mamma siamo in 19- risposi guardandola.
-no, siamo in 20, quest'anno c'è una persona in più.- rispose lei alzando le spalle.
-non dirmi che Giorgia si è fidanzata- dissi, Giorgia era mia cugina, avevamo un anno di differenza, lei era classe '98.
-oh ma lo sai che prima o poi la curiosità ti ucciderà?- chiese mio fratello.
-ma smettila.- dissi scherzando, tirandogli uno schiaffetto dietro alla nuca.
-hey hey hey, niente mani, andate via entrambi qui mi arrangio da sola- ci riprese mamma cacciandoci.

Ne approfittai per iniziare a prepararmi, incominciai dai capelli, li arricciai, ci misi circa un'ora. Poi incominciai a truccarmi, stesi un leggero strato di fondotinta, fissai la base è mi truccai gli occhi.

Ad un certo punto suonarono al campanello, guardai l'orologio e vidi che erano le 19, questa doveva per forza essere mia zia che veniva sempre in anticipo per aiutare.
-Camilla via ad aprire- disse mio padre dalla sala.
-perchè non vai tu che sei più vicino?- chiesi.
-vai tu e non fare storie- disse, sbuffai uscendo dal bagno e andando ad aprire la porta d'ingresso e siccome ero una donna multitasking, cercai di infilarmi gli orecchini.
-chi é?- chiesi ma non ricevetti risposta.
Così aprii la porta trovandomi davanti Simone.
Stavo sognando, richiusi la porta.
-hai intenzione di lasciarmi qui fuori Lavia?- chiese la voce dall'altra parte della porta.
Così aprii nuovamente, non uscii neanche una sillaba dalla mia bocca.
-che c'è, il gatto ti ha mangiato la lingua?- chiese.
Gli saltai addosso.
-non ci credo, ma che ci fai qui?- chiesi incredula.
-sorpresa- disse -tuo fratello mi ha scritto e mi sono messo d'accordo con i tuoi genitori.- rispose, poi giro la gli occhi da una parte all'altra, per vedere se qualcuno ci stesse vedendo e successivamente mi baciò.

Lo portai in camera mia, facendolo aspettare mentre io in bagno mettevo il vestito che volevo che indossassi il giorno di Natale, ma che rifiutai di mettere.
Quando ebbi finito aggiunsi i tacchi e andai da lui, che appena sentii i miei passi fermarsi alzó la testa.

-allora?- chiesi facendo un giro su me stessa. -ho esagerato con in tacchi vero?- chiesi incominciando a toglierli, ma venni fermata.
-sei stupenda- disse -anche con i tacchi- si avvicinò a me. -anche alta un metro e novanta, sarai sempre bella- mise le sue braccia sui miei fianchi e mi diede un bacio sulla punta del naso.
-però ora li tolgo va, la mia famiglia non è alta quanto me, quindi meglio se mi abbasso un pochino- dissi togliendo completamente i tacchi, mi liberai della sua presa e andai a infilare le mie ciabatte.

Dopo circa mezz'ora arrivarono gli ospiti.

-oh ma chi è questo bellissimo e altissimo ragazzo?- chiese mia zia.
-zia lui è Simone- dissi in imbarazzo.
-piacere sono Tiziana- disse lei -la moglie del fratello di Sabrina- continuò.
-è un piacere- disse lui stringendole la mano.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora