19. Something I need

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Il campionato purtroppo era stato sospeso per colpa del Covid.
Io e Miriam ci ritrovammo a dover condividere casa 24h/7, che per carità era bellissimo fin quando non incominciavo a piangere o a diventare isterica causa la mancata vicinanza di Luca.

-Miri lo sai che ti voglio bene, ma ora basta, sto cercando di studiare- dissi dopo il suo ennesimo 'mi manca Luca' del giorno.
-scusa, ma a te non manca Simone?- chiese.
-certo mi manca, ma non posso farci niente- risposi.
-okay, hai ragione, forse sto esagerando ma non riesco a stare per così tanto tempo lontano da lui.- ammise.
-e su un giorno, uno dei due si dovesse trasferire e andare in un'altra squadra?- chiesi.
-non sopporterei la lontananza e penso che ci lasceremo- rispose.
-che melodrammatica, non è niente la distanza se c'è fiducia reciproca- risposi alzando gli occhi al cielo.

Rincominciai a studiare, cercando di concentrarmi al massimo, ma oggi avevo Venere contro perché cominciò a suonarmi il telefono.

-chiunque tu sia, sto studiando, ho vicino una ragazza in preda a degli attacchi isterici perché gli manca il suo ragazzo e non riesco a concentrarmi, quindi parla ora o non chiamarmi fin quando non ho finito- risposi senza vedere chi fosse effettivamente al telefono.
-allora ti chiamo dopo, così non ti disturbo, anche se ti dovevo dire una cosa abbastanza importante- rispose Vanessa dall'altra parte del telefono.
-oh ciao Vane, se è urgente puoi anche dirmelo adesso- risposi.
-mi è arrivata un'offerta da una squadra qui in Italia- rispose.
-oh ma è fantastico, di quale squadra si tratta?- chiesi
-una squadra in A2- disse.
-si, ma quale?- chiesi curiosa.
-Civitanova- rispose.
-oh ma è stupendo, così sarai vicino a Simone- dissi
-si, voglio fargli una sorpresa, penso di accettare- dichiarò.
-bellissimo, ne parliamo dopo, ora finisco di studiare e poi ti chiamo.- disse, rispose affermativamente e chiusi la chiamata.

Studia fino alle 12:30, poi io e Miriam preparammo da mangiare, dopo di che lei andò in camera a parlare con Luca, mentre io mi misi sul divano a guardare la tv mentre parlavo un po' con la mia migliore amica.
Dopo circa un'ora decisi di staccare e cominciare ad allenarmi un pochino, per quel che era fattibile in casa.
Poi andai a farmi una doccia e la sera, prima di cena chattai un po' con Simone, che cercò di tranquillizzarmi, perché nonostante non lo facevo vedere, avevo molta paura.
Simone smise di scrivermi per fare una videochiamata, che accettai molto volentieri.

-ora puoi sfogarti- rispose comparendo sul mio schermo.
-è che un po' mi manchi, poi c'è Miri che mette il dito nella piaga e ora che è uscita la notizia che non si può uscire di casa fino a fine Maggio mi dà su i nervi- risposi.
-tranquilla, tutto passerà e prima di quando te lo aspetti, saremo di nuovo ad allenarci tutti insieme e soprattutto noi due staremo insieme- disse cercando di calmarmi, annuii tristemente.
-dai ti lascio andare, così puoi stare un po' con i tuoi- dissi.
-chiamami, per qualsiasi cosa, anche in piena notte- disse.
-va bene, grazie- risposi mandandogli un bacio e staccando la videochiamata.

Simone quando scoprimmo di dover entrare in lockdown mi chiese di andare da lui, ma non volevo lasciare da sola Miriam, così declinai l'offerta e lui andò a Bolzano per non stare completamente da solo.

Mi misi sotto le coperte mentre le lacrime uscivano copiose, piccoli singhiozzi si sparsero in tutta la stanza silenziosa.
Chiusi gli occhi e mi addormentai.

Ero in macchina che guidavo verso casa, canticchiavo 'I miss the day' di NF, c'era un po' di pioggia che sbatteva sul vetro della macchina.
Ad un certo punto vidi delle luci nella mia corsia, frenai frettolosamente ma non ci fu modo per non andare addosso a quella macchina.

-NOOOO- aprii di corsa gli occhi, vidi Miriam aprire di corsa la porta della mia camera, per poi recarsi da me.
-va tutto bene, è stato solo un brutto incubo- disse abbracciandomi, mentre le lacrime bagnavano le mie guance.
-era così reale, è un incubo che mi perseguita, non ce la faccio.- risposi incominciando a respirare male.
-hey hey guardami, inspira ed espira, fai come faccio io- prese la mia mano e la misi sul suo petto, mentre lei mise la sua sul mio.
Pian piano riuscii a calmarmi.
-grazie- risposi abbracciandola di slancio.
-con il tempo si impara a far passare gli attacchi di panico e come adesso, anche a prevenirli- mi accarezzò la schiena.

Si stese anche lei sul mio letto e ci addormentammo vicine.
Meno male che c'er lei.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora