Eravamo ad allenamento quando venni chiamata da Nadia per andare da Serena, la team manager.
-Buongiorno- appena entrai nel suo ufficio, vidi anche il direttore sportivo, Duccio, e altre tre persone che non conoscevo.
-Ciao Camilla, siediti- mi invitò Serena.
-si certo, scusate le condizioni, ma ero ad allenamento- mi giustificai.
-non preoccuparti, allora loro sono Antonio Bartoccini, Silvia Matacchioni e Remo Ambroglini.- disse Duccio presentandomeli. -lascio la parola a loro- continuò.
-Vado dritta al punto, così non ti tolgo tanto tempo all'allenamento. Noi siamo rispettivamente dirigente, team manager e dirigente sportivo della Wealth Planet Perugia, ti abbiamo vista giocare più volte. Siccome la nostra schiacciatrice l'anno prossimo cambierà squadra volevamo farti firmare un contratto con la nostra società- disse la donna.
-oh- uscii dalla mia bocca. -è una decisione dura da prendere.- dissi aggiustandomi la coda.
-lo sappiamo che cambiare squadra potrebbe essere faticoso inizialmente, ma per noi tu vali un sacco e ti vorremmo con noi.- disse uno dei due uomini.
-quanto ho tempo per pensarci?- chiesi.
-loro partono oggi stesso, io resterò qui un'altra settimana- disse la ragazza. -questo è il mio numero di telefono, per qualsiasi chiarimento puoi contattarmi. Se non deciderai prima che io me ne vada, sta tranquilla che in ogni caso l'offerta è valida- continuò.
-ci dovrei pensare quindi non so se accettare o meno- dissi facendo un sorriso triste.Uscii da quell'ufficio con un nodo alla gola, tanti dubbi pervasero la mente.
Pensai a me, pensai al mio futuro, ma pensai anche a Simone e a come avrebbe reagito.Quando finimmo allenamento al posto di andare a casa, presi la macchina e andai in montagna.
La neve era alta e poca era la gente, entrai in una baita e mangia un boccone, visto che era l'ora di pranzo.
Ricevetti un sacco di chiamate da parte della squadra e dal mio ragazzo, probabilmente aveva allarmato tutti siccome non ero tornata a casa. Addirittura mi chiamarono i miei fratelli a cui non risposi.
Volevo stare in compagnia dei miei pensieri.
Guardai l'anello che avevo al dito, nella mia testa riecheggiavano le promesse che mi fece Simone qualche settimana fa.-Camilla?- chiese qualcuno, girai il volto e vidi Selly.
-ciao Selly- la salutai.
-posso?- chiese ed annuii -come va?-
-potrebbe andare meglio- dissi battendo piano le mani sul tavolo.
-oddio, non dirmi che ti ha fatto la proposta di matrimonio.- disse indicando l'anello.
-no no, mi ha fatto una promessa, che sarò probabilmente io a non mantenere- risposi abbassando la testa.
-perché dici questo?- chiese non capendo.Qualche lacrima mi rigò il volto.
-promettimi che non lo dici a nessuno-
-promesso- disse
-oggi mi hanno fatto un'offerta per andare nella squadra femminile di serie A del Perugia.- ammisi.
-è una bella notizia- rispose.
-non so come dirglielo, non so se accettare, non so se la nostra storia possa durare se stiamo lontani. Ho paura che tutto possa finire se io firmassi- esposi le mie paure.Il telefono riprese a squillare.
Era lui.
Selly guardò il nome sul telefono.
-rispondi- mi incitò e così con le mani tremanti decisi di rispondere.
-Simone?- chiesi
-oh finalmente mi hai risposto, mi stavo preoccupando- ammise.
-mi dispiace è che ho incontrato una mia amica e mi sono fermata con lei a pranzare.- mentii.
-potevi anche avvisare- constatò.
-mi dispiace, mi sono dimenticata. Ci vediamo dopo- chiusi la chiamata senza dargli il tempo di replicare.-devi dirglielo, al diritto di sapere che tu hai ricevuto un'offerta. Scommetto che sarebbe contento- disse la ragazza difronte a me. -ora vado, però Camilla, pensa a quello che ti ho detto- mi salutò e andò via dalla mia vista.
Pagai il conto e andai in macchina, scrissi un messaggio a tutti quelli che mi avevano chiamato dicendo che stavo bene e che mi si era scaricato il telefono, poi ripartii per tornare a casa.
Avrei dovuto prendere la decisione che avrebbe cambiato la mia vita per sempre.
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NEL BENE E NEL MALE - Simone Giannelli
FanfictionDal capitolo 4: -Il gatto ti ha mangiato la lingua?- chiese scherzando, non risposi.-hey, stai bene?- chiese un po' preoccupato. -mi sento morire- risposi con un filo di voce sentendo il fiato corto -non ti preoccupare, ci sono io- disse abbraccian...