69. Convivenza

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Presi in braccio l'ultima scatola, chiusi la macchina e salii fino al mio piano.
Il trasloco era terminato e anche in tempo prima di andare a prendere Simone in ospedale.

Lui non sapeva niente del trasloco, era una sorpresa che gli avevo voluto fare per portarci avanti con la convivenza.

Preparai un po' di riso che poi avrei messo in forno, diedi da mangiare a Lily e successivamente uscii di casa recandomi in ospedale.

POV SIMONE

Oggi, finalmente, sarei uscito dall'ospedale.
Ancora un po' dolorante mi cambiai, feci il borsone che qualche giorno fa mi aveva portato Camilla e poi l'aspettai seduto sul letto.

Sentii la sua voce parlare al telefono, segno che era arrivata. Entrò in camera con il suo stupendo sorriso.

-allora ci vediamo a Modena- disse prima di chiudere la chiamata.
-chi era?- chiesi curioso.
-Miriam- rispose -mi ha chiesto se vado alla prova finale dell'abito a Modena- continuò.
-si, lei è di lì, però mi ha detto che si sposeranno a Reggio Emilia, perché si trova a metà per le famiglie di entrambi.- mi rispose.
-perfetto- dissi.
-allora possiamo andare ometto?- chiese, risi.
-si- risposi alzandomi.

Pian piano uscimmo dall'ospedale e con la sua macchina andammo a casa sua.
Entrammo nell'appartamento, Lily arrivò correndo a farmi le feste, ma Camilla la sgridò siccome mi stava saltando addosso.

-l'hai sgridata solo perché puoi saltarmi addosso solo tu?- chiesi scherzando.
-senti...- prese una pausa. -io non sono gelosa di un cane, sono solo gelosa delle tue vecchie fiamme crucche- rispose.

Scoppiai a ridere.

-comunque, ho una sorpresa da dirti.- dichiarò.

Da lei potevo aspettarmi di tutto.

-spara- dissi.
-questa non è più casa mia- la guardai non capendo. -è diventata casa nostra, momentaneamente ovvio- continuò.
-si lo sapevo già, l'avevamo già accordato- risposi.
-vero però che non capisci un cazzo- sorrise. -ho fatto il trasloco. Certo non tutto da sola, ma ho fatto tutto il trasloco- disse.
-ma lo dovevamo fare insieme- constatai.
-nelle tue condizioni io non ti faccio fare un bel fico secco- rispose abbracciandomi.
-ti amo- sussurrai.
-anche io- rispose baciandomi.

Ad interrompere il momento, fu lo stomaco di Camilla.

-dai che il bambino a fame- disse ridendo.
-bambino?- chiesi scioccato -quale bambino?- continuai, poi sorrisi. -sei incinta?- chiesi entusiasta.

Si girò facendomi un big side eye.

-ma che cavolo spari? Io stavo parlando del mio stomaco- disse lei un po' irritata.

Alzai le spalle e andammo in cucina.

Mentre pranzavamo, uscì il discorso sull'incidente.

-comunque la tua macchina è leggermente distrutta- dichiarò.
-la mia povera piccola- dissi, mi lanciò il tovagliolo addosso. -e ora che ho fatto?- chiesi.
-la mia povera piccola- imitò la mia voce.
-si scusa, il mio povero amore-
-io con te ho perso le speranze- disse ironica. -comunque è dal meccanico- continuò.
-grazie capo- risposi.

Dopo pranzo ci mettemmo comodi sul divano per un'oretta, giusto il tempo di riposare e stare in intimità prima che lei si preparasse e andasse al palazzetto.

Il pomeriggio a casa vennero i ragazzi a salutarmi e a farmi compagnia, mentre Camilla era andata ad allenamento.

-allora come vanno gli allenamenti?- chiesi.
-bene, soprattutto perché non ci sei tu- rispose ironico Oleh
-molto divertente- risposi bevendo un sorso della mia birra.
-alla fin fine siamo molto preparati per la partita- disse Roberto.
-bene, prossima settimana faccio una visita e vedo se posso rientrare- dichiarai.
-bhe perfetto no?- chiese Sebastian.
-si infatti- risposi.

Chiacchierammo tutta il pomeriggio e a farci compagnia c'era anche Lily, che cercava attenzioni da tutti senza tanto successo.

Verso le sette arrivò Camilla a casa, che portò il nostro cane a fare una passeggiata.

-hey ragazzi vi fermate a cena?- chiese mentre si legava la sua lunga chioma castana.
-no no tranquilla, andiamo a casa- rispose Sebastian.
-si, infatti, non ti scomodare- continuò Oleh.
-noi ora togliamo il disturbo- disse Rob.
-va bene, ma sappiate che quando volete casa nostra è aperta.- rispose la mia ragazza.

I ragazzi la ringraziarono prima di salutare e uscire.

Finalmente eravamo da soli, cenammo in tranquillità e poi ci mettemmo a guardare un film che passava in televisione.

-ti amo.- dissi, ma non ricevetti risposta, cosí mi girai dalla sua parte e la vidi mentre dormiva beata. -amore- la svegliai.
-ehm?- rispose
-andiamo a dormire dai- sussurrai e così si alzò dal divano e seguita da me andammo a dormire.
-buona notte, ti amo- disse dandomi un bacio prima di coprirsi con le coperte.
-ti amo anche io, notte- le diedi un bacio sulla testa prima di aggiustare i cuscini e chiudere gli occhi:

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora