39. Nuova vita

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-ciao Federico, non se ti ricordi, sono Camilla- dissi appena rispose al telefono.
-oh si ciao Camilla- disse
-se sei libero e non hai niente da fare mi chiedevo se volessi aiuturami a portare gli scatoloni vari nell'appartamento. Giuro che dopo ti offro la cena- dissi
-certo, vengo fra una ventina di minuti, giusto il tempo per andare a casa a cambiarmi e sono da te- rispose prima di staccare la chiamata.

Cominciai così a tirare fuori gli scatoloni dalla macchina e portarli nell'appartamento.

Dopo circa una ventina di minuti, come promesso, Federico arrivò in mio soccorso.

-beh dai, cominciamo.- disse rimboccandosi le maniche .
-okay- sorrisi

Mi aiutò a portare sopra le ultime cose, successivamente a suon di musica cominciammo a sistemare il tutto.

Ridemmo e scherzammo, facendomi dimenticare quello che avevo lasciato a Trento.

-questa dove la metto?- chiese con in mano la fato di me e Simone della scorsa estate.
-ehm, lasciala nello scatolone- risposi.
-Non puoi mettere nello scatolone la foto con tuo fratello, è bellissima.- disse.
-non ... non è mio fratello, è il mio ex ragazzo- dissi facendo un sorriso malinconico.
-oh scusami non volevo- cerco in tutti i modi di scusarsi.
-tranquillo- dissi mentre misi la foto con Vanessa sulla mensola.

Quando finii anche di mettere le lenzuola al letto erano ormai le sette e mezza di sera e visto che non avevo niente da mangiare in casa decisi di andare fuori.

-ti va una pizza?- proposi.
-va bene- sorrise Federico -però andiamo con la mia macchina cosi ti porto in una pizzeria dove si mangia benissimo- disse.
-ci sto- accettai.

Così insieme partimmo e andammo in pizzeria. Per fortuna avevano ancora dei posti liberi, dopo circa dieci minuti ordinammo, poi cominciammo a parlare.

-dai Federico, raccontami un po' di te- lo incitai mettendo una mano sotto al mento.
-come sai sono un agente immobiliare, ma anche un corridore- rispose congiungendo le mani sopra il tavolo.
-corridore?- chiesi.
-diciamo che mi piace andare a correre- alzò le spalle.

Arrivarono le pizze e allora cominciammo a cenare.

-è squisita- dissi assaporandola con gusto.
-sono contento che ti piaccia- disse sorridendo.

Finita la cena, dove dopo vari batti becchi pagai io, decidemmo di andarci a fare un giro per il centro.

-sai è la prima volta che ho così tanta confidenza sin da subito con una ragazza- dichiarò.
-perché di solito sei stronzo?- chiesi cruciando la fronte.
-no, anzi sono abbastanza timido. Prima ti ho parlato di me, ora vorrei scoprire qualcosa in più su di te.- mi incitò.
-va bene, allora, come forse sai sono una pallavolista e questa è la terza squadra della serie A che cambio- risposi.
-com'era Trento?- chiese.
-bella, poco caotica e abbastanza tranquilla.- dissi.
-fra qualche mese ti chiederò come sarà Perugia allora- scherzò, lo guardai interrogativa. -'estate ci sono un po' di turisti- continuò alzando le spalle.
-capisco, ma credo che tu me lo debba chiedere l'anno prossimo- constatai. -sono stata convocata per le olimpiadi con la nazionale.- continuai spiegandogli.
-Tokyo vero?- chiese conferma ed io annuii. -che figata- disse entusiasta.

Dopo circa un'ora mi riaccompagnò a casa.

-è stata una bella serata, grazie Federico- dissi abbracciandolo.
-no grazie a te di avermi chiamato. Buona notte Camilla- mi diede un bacio sulla guancia prima di andarsene.

Mi aveva fatta stare bene, nonostante ci conoscessimo da poco, il solo problema era che non era lui. Non era Simone. Non era la persona che avrei continuato ad amare per sempre.
Ma prima o poi avrei dovuto continuare la mia vita o crearne una nuova, dove Simone, ahimè non ci sarebbe più stato.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora