44. Una lotta continua

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Per fortuna i gironi li avevamo passati qualificandoci al primo posto, vincendo tutte le partite.
Ora ci toccava passare gli ottavi che erano contro il Belgio.

La partita doveva iniziare all'incirca mezz'ora dopo, così il nostro allenatore ci chiamò per annunciare la formazione di partenza, che ad ogni partita era sempre diversa dalla precedente.

-allora ragazze, Eleonora posto 6, Marina al 3, Ofelia posto 2, Caterina al 4, Sylvia nel 5 e Elena tu batti- disse Davide.
-va bene- dissero le ragazze chiamate andandosi a posizionare in campo.

Intanto tutte noi altre andammo a sederci aspettando il fischio d'inizio, che non tardò ad arrivare.
Questa partita dovevamo assolutamente vincerla per riuscire ad arrivare ai quarti.
Il primo tempo lo vincemmo noi 25 a 14, con un vantaggio di 11 punti.
Il secondo tempo non andò come desiderato, infatti perdemmo 23 a 25.

-Lavia- sentii dire così mi girai.
-si coach- risposi.
-preparati, entri tu- dichiarò, così mi alzai per riscaldarmi un minimo prima che il terzo fosse iniziato.

Al fischio dell'arbitro i posizionai al posto 1, quello della battuta e così la partita iniziò subito con un mio ACE.
Alla seconda battuta che feci le avversarie presero la palla cercando in tutti i modi di fare punto, ma un muro fatto da Paola e Miriam ci fece segnare il secondo punto.
E così il terzo set finì 25 a 17 per no, un ultimo set e saremmo andate ai quarti.
L'ultimo set fu una vera passeggiata, infatti vincemmo 25 a 12.

Prima però di festeggiare sul campo andammo a congratularci con la squadra belga che comunque erano riuscite ad arrivare agli ottavi.

I festeggiamenti durarono poco perché il giorno dopo ritornammo sul campo ad allenarci perché il giorno successivo, ovvero il primo settembre avremmo avuto i quarti di finale.

La sera quando tonammo in camera chattai un po' con Federico, ma stufa di scrivere messaggi avviai la videochiamata.

-hey Cami- disse quando comparve sul mio schermo.
-hey Sim...Fede- dissi correggendomi quasi subito, guardai Miriam che cercava in qualsiasi modo di trattenersi dal ridere mentre leggeva un libro.
-siete state bravissime, soprattutto tu e complimenti che siete arrivate ai quarti- disse.
-grazie mille Fede.- sorrisi.
-sei così bella quando sorridi- sussurrò ed io arrossii -dico davvero, sei bellissima, hai gli occhi che si illuminano di luce propria- continuò.
-se mi lusinghi troppo, potrei diventare egocentrica e non è un bene- risposi cercando di deviare l'argomento.
-ma allo stesso tempo non si può negare l'evidenza- rispose.

Continuammo a chiacchierare, fin quando decisi che era meglio chiudere e andare a dormire.

-buona notte Federico.- dissi.
-sognami sta notte mi raccomando- disse scherzando.
-nei tuoi sogni- risposi.
-allora non vedo l'ora di sognarti- rispose prima di staccare la chiamata.

Guardai Miriam, che al suo tempo mi guardava esterrefatta da tutto ciò che aveva sentito.

-amica mia quello lì striscia ai tuoi piedi- constatò.
-ma vaaa- liquidai l'argomento.
-dì quello che vuoi ma lui striscia ai tuoi piedi. Ma poi quanto è stato divertente quando lo stavi per chiamare Simone- disse ridendo.
-non è divertente chiamare una persona con il nome del proprio ex, soprattutto ... lascia stare.- dissi.
-soprattutto quando lo si ama ancora?- chiese -potete ritornare più forti di prima, basta volerlo con tutto il cuore. Guarda me e Vetto, noi siamo l'esempio, voi siete l'eccezione.- disse.
-buona notte Miriam- spensi la luce segno che non ne volevo più parlare.

POV SIMONE

La voglia di scriverle, di complimentarmi era tanta, ma ero frenato dal fatto che lei non mi volesse più o ancora peggio che nella sua vita stesse entrando qualcun altro, occupando quel posto che fino a qualche mese fa occupavo io.

-io dico che voi dovresti riprovarci, magari funziona.- disse Anzani.
-ma è lei che non mi vuole.- dissi.
-come fai a pensarlo?- chiese.
-perché a Tokyo ho provato a parlare, ma se n'è andata dicendomi solo un misero "mi dispiace"- mi misi le mani nei capelli.
-mia sorella ti vuole, ma ha sofferto tanto e secondo lei tu hai pensato troppo poco a te stesso. Ti sta lasciando libero e siccome non voglio nessun altro come cognato oltre che te per piacere vai a prendertela prima che arrivi qualcun altro- si intromise Daniele.
-io la penso come Dan- rispose Alessandro.
-anche io- disse Anzani.
-3 contro 1 insomma- constatai.
-prenditela prima che lei scappi del tutto e diventi irraggiungibile- dissero insieme.
-va bene va bene, ma ora da capitano i due intrusi in questa stanza vadano a dormire che domani abbiamo allenamento- dissi facendo valere la mia autorità.
-va bene boss- disse Alessandro, così sia lui che Daniele andarono via e io e Simone potemmo andare a dormire pronti per il giorno successivo.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora