47. Amore fraterno

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E così dopo la nostra vittoria, anche i ragazzi alzarono la coppa salendo sul gradino più alto d'Europa.
Oggi 27 settembre saremmo state dinanzi al presidente della Repubblica, l'appuntamento sarebbe stato al Quirinale, così qualche minuto prima ci incontrammo tutti là davanti con la divisa ufficiale della nazionale.
Mi girai un po' intorno e quando vidi mio fratello andai ad abbracciarlo.

-ciao Dani- dissi dandogli un bacio sulla guancia.
-Cami- disse-mi sei mancata sorellina- continuò.
-anche tu, molto- risposi. -ho bisogno di parlare con te, come quando eravamo più piccoli- dichiarai.
-è successo qualcosa?- chiese preoccupato.
-si, ma non ti preoccupare, dopo in Hotel ne parliamo- risposi, prima di salutarlo e andare dalle mie compagne di squadra.

Entrammo all'interno del palazzo, ci accompagnarono in una sala dove c'era Mattarella che ci aspettava.

Il presidente ci fece un discorso molto lungo complimentadosi con noi per come abbiamo portato in alto l'Italia, non dimenticando la vittoria degli europei di calcio, il secondo posto di Berrettini e la vittoria dei Måneskin all'Eurovision.

Dopo l'incontro al Quirinale andammo a mangiare in hotel.
Ebbi così l'occasione per stare un po' con mio fratello.

-come va con Elena?- chiesi.
-bene, sembra un sogno aver incontrato una ragazza come lei.- rispose con occhi sognanti. -ti invece, cosa mi volevi dire?- chiese
-quando andai a cercare casa a Perugia conobbi un ragazzo- cominciai a dire -e poi diventammo anche buoni amici- sospirai.
-e ora?- chiese mio fratello cercando di farmi arrivare al punto.
-e ora stiamo insieme- risposi alzando le spalle.
-ti rende felice?- chiese lui.
-si- risposi.
-perché allora non mi sembri così contenta?- chiese con sguardo indagatore.
-perché per ora l'ho detto a due persone e una di esse non è d'accordo.- risposi mentre un nodo alla gola si stava formando e le lacrime salivano agli occhi. -e non voglio che le persone vicine a me stiano così per colpa mia- continuai cercando in tutti i modi di trattenere le lacrime.
-se sei felice tu, lo sono anche io.- disse stringendomi la mano.
-mi fai un favore?- chiesi guardandolo negli occhi.
-si, tutto quello che vuoi- rispose.
-puoi non dirglielo? So che ci starebbe ancora più male- chiesi sottonintendondo il soggetto.
-rispondi sinceramente, lo ami ancora?- chiese
-io...- delle lacrime volarono sulle mie gote. -io si, ma come già detto, l'amore non basta. Ero solo un peso per lui.- risposi. Si alzò dalla sua sedia e mi venne ad abbracciare, quel gesto fu la goccia che fece traboccare il vaso e scoppia del tutto in un pianto liberatorio.
-vuoi andare in camera?- sussurrò, annuii e insieme ci dirigemmo in camera sua.
-grazie Dani- dissi sedendomi sul suo letto.
-tutto per la mia sorellina e comunque per la promessa, va bene, non glielo dirò, ma devi promettermi che qualsiasi cosa succeda d'ora in poi me la dovrai dire.- mi guardò negli occhi alzando il mignolino.
-promesso- risposi -giurin giurello- continuai prima di abbracciarlo nuovamente.

Era bello avere un fratello su cui contare e sapere che non ti avrebbe mai giudicata, indipendentemente dalla scelta presa.

NEL BENE E NEL MALE - Simone GiannelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora