Capitolo 11

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Emma

«E quindi siamo andati al supermercato insieme...» prendo un po' di crema per il viso e picchietto sulle guance, sul naso e sulla fronte sotto gli occhi attenti della mia amica. Ho appena finito di fare la seconda doccia della giornata, visto che lo stare con quei due, mi ha fatta sudare come dopo due ore di palestra, almeno credo, non le ho mai fatte. Con l'accappatoio ancora indosso inizio a spalmare, mentre racconto a Rosi gli avvenimenti.

«Enrico è stato molto galante, attento io... io non ho mai avuto tutta questa attenzione neanche con il mio fidanzato.» Rosi annuisce, rattristandosi, ancora, per non essersi accorta che la mia non era una vera favola.

«Dove hai i boccali? Non li trovo al solito posto!» Luca urla dalla cucina. Ha deciso di trasformare il mio salotto in un pub con cuscini bassi e tappeti, luci soffuse per un'atmosfera che per me sarà imbarazzante, per lui intima.

«Guarda nella lavastoviglie!» rispondo per poi girarmi verso Rosi, la guardo negli occhi e poi mi incammino in stanza. Lei mi segue silenziosa e una volta dentro la mia camera io scelgo l'intimo e lei tira fuori un leggings nero con una maxi camicia a jeans e una canotta in pizzo semitrasparente. Guardo senza parole quegli abiti sul mio letto, non li ho mai visti abbinati così.

«Ma come hai fatto?» me ne stupisco sempre.

«È il mio lavoro abbinare i tessuti.» Si liscia il vestito aderente nero con le borchie sulle spalle e si siede sul letto.

«Non sarà troppo il pizzo?» titubante guardo il reggiseno che ho nelle mani prima che Rosi me lo tiri via.

«Questo non serve, il top ha le coppe.» Si alza per rimetterlo nel mio cassetto della biancheria e torna a sedersi con le mani appoggiate indietro sul letto.

«Ho una quarta.» Mi indico il seno ricordandole che non è il caso.

«Lo so. Sarà divertente.» Fa una risatina e io guardo il tetto.

«Non mi aiuti così.» Imbarazzata mi giro per infilare le mutandine con ancora l'accappatoio indosso, mi vergogno a farmi vedere nuda da lei, in realtà ho questo problema da sempre anche Fabio. Lui si disperava per il mio atteggiamento. Aappena finito allungo la mano verso Rosi che mi passa la canottiera e torno a voltarmi verso la porta. Non parliamo mentre compio quei gesti e tra il pensiero di Fabio e quello dei miei nuovi vicini mi sento schiacciare dall'ansia.

«Perché sei così turbata?» Mi stavo lasciando andare ai miei pensieri. Un turbinio indistinto in cui il mio essere si contorceva. Il suo tono è serio e dopo un sospiro mi lascio guardare da lei mentre finisco di vestirmi.

«Ho paura Rosi.» Stringo le labbra e i suoi occhi azzurri mi accarezzano il volto. «Forse i discorsi di mia madre mi hanno danneggiata. Forse credo davvero che sto bene a stare da sola.» Cerco di far passare le mie parole come una battuta, forzando una risata.

Le mie mani tremano mentre abbottono la parte bassa della camicia. Inserisco nell'asola l'ultimo bottone e resto con la testa in giù lasciando che i capelli celino il mio viso alla mia amica.

Stavolta a sospirare è lei. Vedo la punta delle sue scarpe accanto ai miei piedi nudi. Mi porta i capelli indietro sforzandomi a guardarla.

«È normale avere paura quando si deve affrontare qualcosa di nuovo. Io non ho mai veramente amato, lo sai, però sono fermamente convinta che quando si incontra quello giusto lo si capisce proprio perché si sarà disposti a superare qualunque cosa e lo si farà in maniera naturale senza forzature.» Mi accarezza una guancia. «Si troverà nell'altro il coraggio.» Leggo nei suoi occhi limpidi l'affetto per me. In questo siamo uguali noi due. Siamo tremendamente romantiche.

A volte l'amore fa dei giri immensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora