Emma
Mi tiro fuori dal letto con la solita grazia del lunedì mattina. Leggiadra come un bradipo mi incammino verso il bagno trascinando i piedi.
Io odio il lunedì. Il solito dolce pensiero per questo giorno che ha come unica colpa quella di essere il primo giorno lavorativo della settimana.
«Accidenti!» ancora ghiacciata l'acqua mi accoglie per una nuova settimana che vedo abbastanza difficile. Credevo che le stelle fossero girate. Ieri sono stata così bene che ho creduto davvero che fosse ritornato il mio karma che mi aveva abbandonata. Poi ecco che ricordo un dettaglio che avrebbe dovuto farmi capire. «Ahi!» Mi buco l'occhio con il mascara. Enrico, ieri sera, è uscito con una ragazza.
Non so se credere alle solite spiegazioni. Anche Sergio ha tenuto a precisare che era un impegno già preso, come se fosse lui a doversi giustificare, ma poi di cosa.
Con la palpebra ancora abbassata, per evitare che le lacrime rovinino quel minimo di trucco che mi concedo, torno in stanza a vestirmi.
Infilo i pantaloni e una cosa mi è ovvia: se gli fossi interessata davvero, sarebbe stato tranquillo nel cancellare quell'impegno per stare con me.Sbuffo contrariata da me stessa. Non doveva cambiare niente, invece, sono passate ventiquattro ore, ci siamo appena conosciuti e già pretendo chissà cosa. Tutta colpa di mia madre che nel suo insistere mi ha sempre spinta agli eccessi: fino a oggi non volevo nessun uomo e poi ecco arrivare l'unico che avrebbe potuto farmi cambiare idea, il mio sogno proibito.
Continuo a tormentarmi anche mentre mescolo il mio latte e caffè. Cosa cerco in lui? Cosa cerco nell'amore? Sono davvero pronta a stare con qualcuno?
Mi sento così insicura di me stessa. Da una settimana a questa parte credo di non conoscermi più. Non so bene come è accaduto ma mi sento persa, come se tutto quello che avevo costruito fosse la vita di qualcun'altra.
Finisco di fare colazione e prendo la borsa pronta ad affrontare il gelo mattutino. Apro la porta cercando le chiavi in borsa, non vorrei restare fuori e ovviamente non sono nella solita tasca.
«Dove vi siete cacciate!» vorrei infilare la testa dentro come ho visto fare a Mary Poppins tante volte. Poi le mie dita toccano qualcosa di freddo e trionfante le tiro fuori. «Trovate!» Forse con troppa enfasi esulto, ma ci sono quei giorni in cui anche le piccole cose sono delle vittorie.
Mi giro distrattamente verso il vialetto e la mia spalla colpisce qualcosa di duro e caldo.
«Scusa!» Enrico mi afferra per la vita così da impedirmi un ulteriore schianto, questa volta con il pavimento. Le sue mani calde mi fanno rabbrividire. Strano che le senta con indosso diversi strati di lana.
«Oh!» Alzo il viso verso di lui e riesco a vedere il sole anche con il cielo grigio pronto a piovere. È così, che mi sono sempre immaginata debba essere un avvocato di successo. Me lo trovo davanti con un completo grigio scuro e uno smanicato sopra dello stesso colore per coprirlo dal freddo. La camicia celeste e la cravatta blu completano quello splendido look da uomo che non deve chiedere mai.
Cerco di riprendermi dallo shock e di evitare lo sguardo da pesce lesso. Con calma mi allontano da lui avvicinandomi al legno freddo della mia porta.
«Tutto bene?» Si affretta a dire e io che dovrei rispondere? Forse: mai stata meglio.
«Oh, sì si. Tranquillo.» Aggiusto la borsa e poi il cappotto per poi tornare a guardare i suoi occhi, non appena capisco che i miei ormoni lo possono sopportare. «Stavi andando a lavoro?» Indico la strada nella speranza che smetta di guardarmi. Mi sento prendere fuoco.
«Sì.» Alza lo zaino con dentro immagino il pc e poi mi invita a camminare. «In che zona è il tuo ufficio?»
Gli cammino leggermente avanti mentre rispondo alla sua domanda.

STAI LEGGENDO
A volte l'amore fa dei giri immensi
ChickLitImmagina che il ragazzino con cui tua madre ti obbligava a passare le vacanze sia cresciuto dannatamente bene. Immagina che, per puro caso, i tuoi genitori decidano di affittare proprio a lui l'appartamento sopra al tuo. Immagina che, quest'ultimo...