Capitolo 64

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Emma

Quando ho letto il mittente e poi il resto non potevo crederci. Non può aver prenotato quella vacanza proprio ora, cazzo. Sono ferma nella stessa posizione e mi tormento il labbro e il cervello in cerca di una soluzione.

«Emma, non restare qui ferma, vieni a sederti.» Rosi cerca di risvegliarmi e io la vedo appena, mentre penso a cosa questo voglia dire.

Sergio va in cucina ma sono sicura che stia scappando da me, ho letto nei suoi occhi il timore per ciò che queste righe significano. Enrico non tralascia il suo entusiasmo nel poter stare con me quei giorni e come suo solito è molto romantico nell'esprimersi.

«Rosi, che devo fare?» Mi sembrava complicato gestire la cosa qua, ma in una casa dove vivremo tutti insieme e impossibile.

«Per prima cosa devi stare tranquilla e poi vi aiuteremo io e Luca.» Mi accarezza i capelli per poi approfittare di questo momento da sole per farmi qualche domanda, vedo la sua curiosità fare capolino. «So che sembra superfluo, per ciò che già si vede e che è molto evidente, ma stai bene?» e vedo anche la sua preoccupazione.

«È stata dura.» Le confesso. «Lui non era e forse non è sicuro di ciò che prova e quindi ha cercato di farmi ragionare.» Riposo il telefono e mi stringo le braccia in petto.

«Pensi davvero che non sappia cosa prova?» Alzo il viso verso Rosi, dopo che mi ero persa nei miei pensieri osservando il vaso sul tavolo.

«Penso che ne sia travolto e che non sappia dargli un nome, per questo ha tentato di fuggire all'inizio e forse lo farà ancora.» La voce mi trema. «Io, invece, ne ho ora la certezza Rosi, avevi ragione tu, io sono innamorata di lui. Lo sono sempre stata e quando finalmente mi ha stretto a se mi è stato chiaro che farò qualunque cosa per rimanerci.» L'espressione di Rosi è meno tesa. «Lo so che ho fatto un gesto orribile tradendo Enrico...»

«Tu non hai tradito nessuno, siete ben lontani da questo punto. È una frequentazione, non avete ancora scambiato promesse né, il tempo che avete trascorso insieme, può essere inteso come una promessa esso stesso. Come ti dicevo ieri, hai tutto il diritto di tirarti indietro, però certo non bisogno peggiorare le cose e sono d'accordo con Sergio che non devi prenderlo in giro.»

«Ma come posso chiudere domani, così, su due piedi.» Rosi si gratta il capo e si allontana leggermente.

«Dobbiamo trovare una soluzione. Forse il viaggio stesso lo è, in fondo, verranno fuori le vostre differenze e magari, anzi, proprio la presenza di sua sorella può aiutarti a tenere le distanze, perché ti puoi giustificare che sarebbe inopportuno stare troppo insieme con Rachele con noi.» Annuisco alla mia amica, capisco cosa vuole dirmi e anche se questo non può evitarmi completamente i contatti può aiutarmi a giustificarne molti.

«Pensi che Sergio lo accetterà. Credi che lui resterà?» Rosi mi si avvicina nuovamente e stavolta mi abbraccia confortante. «Ho paura Rosi, è così bello quello che ho trovato ieri sera. Io... io non credevo esistesse.» Non so come descriverglielo.

«Devi dargli tempo amica mia. Secondo me lui  è molto più avanti di quanto sia in grado di capire. Magari sbaglierà, ma tu devi tenere duro anche per lui.» Mi sento più fiduciosa con l'aiuto suo e di Luca. «Ora va in bagno a sistemarti, sei stravolta.» Annuisco per poi guardare l'orologio sulla mensola.

«Sono in cucina da molto tempo, l'ho messo in una posizione davvero difficile. Forse dovrei mantenere le distanze con entrambi. Magari dovrei accontentarmi di ciò che è stato al momento e lasciare che il tempo chiarisca le idee a tutti.» Guardo quel separé che solitamente tengo alzato e che invece quella sera divide la cucina dal mio salotto. Vorrei fosse un vetro per vedere cosa sta accadendo là dentro. Sento il petto stringermi a quella possibilità che ho espresso a voce alta.

«Non dire sciocchezze. Abbiamo appena detto di dare tempo a Sergio di maturare i suoi sentimenti e di chiarire tutto con Enrico, perché ora te ne esci così drastica?» Rosi mi guarda sconvolta e io sembro diventare più risoluta se non fosse per una lacrima che scivola dispettosa facendo vacillare il mio piano. «Emma.» Vuole farmi ragionare, pronuncia il mio nome come a cercare conforto dalla mia idea.

Sento un rumore provenire dalla cucina e preoccupata di farmi vedere nello stato in cui sono scappo verso la mia stanza. Rosi mi è alla calcagna.

«Non esiste, signorina, che tu mi possa sfuggire dopo questa stronzata che hai detto.» Scuoto il capo.

«È l'unica soluzione per non prendere in giro nessuno.» Le ribadisco portando nuovamente le braccia strette al petto.

«Allora, mi spiego meglio. Tu non devi precluderti la possibilità di vivere finalmente una storia in cui sei davvero te stessa e non ciò che ci si aspetti da te, però, comunque, devi dire al povero Enrico che è l'uomo perfetto ma non per te. Chiaro?» Sto per rispondergli quando la porta si apre.

«Sono qui!» Discretamente, come un venditore ambulante, Luca, comunica la nostra posizione a Sergio. «Perché vi siete chiuse qui?» Avanza nella stanza e poco dopo sbuca anche Sergio.

«Perché la tua amica ha sempre idee stupide e bisogna farla ragionare.» Non si poteva risparmiare quella frecciatina.

«Ovviamente, non è così.» Guardo distrattamente Luca per soffermarmi su Sergio. Ho bisogno di capire cosa prova. La sua espressione smarrita mi riporta la forza di volontà che avevo smarrito. Muovo qualche passo verso Sergio, attratta da lui che sembra ora mancarmi profondamente, visceralmente. È difficile non cadere nei vecchi errori, credo che sarà lungo il lavoro che dovrò fare su me stessa per mettermi al primo posto.

«Sì, invece. Comunque ora noi andiamo. Fammi sapere cosa avete deciso. Ciao a tutti.» Il povero Luca si era appena seduto sul mio letto nella speranza di assistere a qualcosa di interessante e quando, assecondando il mio desiderio poso i miei palmi sul petto di Sergio, è messo lì in prima fila come al cinema.

«Muovi il culo.» Rosi lo rimprovera ma lui scuote la testa mettendosi più comodo accavallando le gambe. «Luca, vuoi lasciarli stare, devono parlare, dai.» Stavolta decisa gli afferra le mani trascinandolo via sotto le sue insistenti proteste.

«Sei così insopportabile. Magari hanno ancora bisogno di noi.» Spera in un mio assenso che ovviamente non arriva.

Quando restiamo soli, finalmente, ho il coraggio di alzare gli occhi verso di lui. «Emma...» e quasi sofferto il mio nome che riempie il silenzio e io non voglio che sia così.

«Sergio, io ho deciso di non voler più stare a guardare, ma non voglio costringerti a scegliere me e a stare male, quindi se posso aiutarti sono ben disposta a farlo.» La sua pelle sembra bruciare sotto i miei palmi, sento il suo fiato riempirgli il petto. «Mi spiace che Rosi e Luca ti abbiano costretto a dire loro cosa è accaduto e poi quel messaggio mi ha fatto comprendere che è impossibile evitare che altri lo scoprano, quindi farò come hai detto tu: ci comporteremo da amici, fino a quando tutto non sarà risolto.» Tolgo le mani imbarazzata dal suo corpo, come al solito le mie azioni non seguono mai i miei propositi.

Le mani di Sergio raggiungono le mie riposizionandole su di lui.

«È difficile per tutti Emma, anche per te, perché so che non sei solita comportarti così e sicuramente non lo è usare sotterfugi e mentire.» Le sue dita accarezzano le mie braccia. «E devo ringraziarti, perché se non fosse stato per te, non mi sentirei così confuso.»

«Ma non è un bene.» Mormoro.

«Certo no, ma nonostante non sia piacevole esserlo è piacevole la motivazione che mi porta a esserlo.» È palese come si trovi in una posizione che non ha mai vissuto e provo tenerezza. Stringo la felpa fra le dita e mi alzo sulle punte per baciarlo.

«Certo che in appena un giorno ho vissuto emozioni per una vita intera, mi sento sulle montagne russe e tu, Emma, ne sei l'unica causa.» Parla sulla mia bocca e io lo ricambio con un sorriso, prima di tornare a baciarlo.

A volte l'amore fa dei giri immensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora