Capitolo 40

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Emma

Chiudo l'acqua e in fretta infilo l'accappatoio. Tiro su il cappuccio e gocciolante striscio con le ciabatte fino all'ingresso. Il suono si ripete, stringo il nodo sul fianco e mi preparo alla faccia da schiaffi del mio amico Luca. È sempre lui a rovinare i miei momenti.

Afferro il pomello e lo giro pronta al freddo che ben presto mi investirà. «Come puoi essere sempre così inopportuno.» Quando finisco il mio monologo e alzo il viso due occhi neri, come la notte alle sue spalle, mi osservano stupiti.

«Cazzo! Sapevo che era un errore.» Si porta la mano ai capelli e la vedo tremare. «Scusami... io... io non dovevo venire.» Fa un passo indietro e poi un altro. «Cazzo!» I suoi occhi non mi lasciano e io ne sono stregata ma non appena con un movimento brusco si gira per salire sopra gli sono già addosso.

«Aspetta!» Afferro il suo braccio con la mano destra mentre con la sinistra tengo la spugna per evitare di mostrare troppo. «Ti prego, vieni dentro. Voglio sapere perché sei qui.» Il suo volto si abbassa a osservare il punto in cui la mia mano tiene ancora stretto il suo braccio. «Sergio.» Non posso permettere che vada via.

«Okay. Andiamo.» Lo lascio libero e mi giro per tornare dentro. I miei denti sbattono fra di loro producendo un suono inconfondibile.

«Scusa, ti ho fatto prendere freddo.» Alza la mano verso di me ma poi la rimette giù prima di toccarmi.

«Tranquillo... sto... bene.» Non riesco neanche a parlare senza balbettare. Siamo fermi davanti al mio divano e io, nonostante sono praticamente nuda, non mi allontano temendo che possa andare via. «Voglio... chiarire.» I suoi occhi sono nei miei, scrutano le mie paure e alla fine si arrendono guardando in basso.

«Vai, ti aspetto qua.» Lo vedo sedersi sul mio divano e tranquillizzata da quel gesto mi giro per andare nella mia stanza a vestirmi.

In fretta infilo l'intimo e infine il pigiama che avevo già pronto sul letto. Mi asciugo i capelli quel tanto che mi permette di non tremare più e sono pronta a tornare da lui. Non so bene come iniziare il discorso e purtroppo il mio corridoio è troppo breve per trovare le parole.

Sergio è seduto dove l'ho lasciato con in mano il telefono che scorre con il pollice. Sospiro alla sua vista. La sua gamba destra si alza e si abbassa ritmicamente mostrandomi così che anche lui è nervoso. Quando sono, ormai, a pochi passi da lui, mi schiarisco la voce.

«Vuoi qualcosa?» Il suo capo si alza verso di me e la mano con il cellulare si abbassa sul divano.

«Sì, un po' d'acqua per favore.» Si spinge un po' più indietro e porta i gomiti sulle gambe spostando il busto in avanti.

«Bene.» Giro sulle punte e prendo due bicchieri uno per me e uno per lui, li riempio e li porto entrambi in salotto.

«Grazie.» Lui prende quello che gli porgo e beve tutto d'un fiato il liquido che presto scompare dal vetro. Io sorseggio e quando lui posa il bicchiere sul tavolino davanti al divano faccio anche io la stessa cosa e poi mi siedo al suo fianco.

«Almeno non tremi più.» Mi sbircia per un attimo per poi coprirsi il viso con le mani che strisciano su e giù nell'evidente tentativo di portare chiarezza nella sua testa. «Allora, Emma...» Finito di tormentarsi il viso si gira leggermente verso di me. «Io, cazzo.» Riporta l'attenzione alle sue mani che ora si intrecciano sulle sue gambe.

«È colpa mia.» Intervengo senza neanche capire bene il perché, ma volevo aiutarlo e, in fondo, è un bene purché trovi così il coraggio di parlare.

«Tua?» Sembra incredulo per la mia ammissione e io annuisco convinta.

«Non so cosa mi abbia preso. Tu non hai fatto niente, sei stato professionale mentre io... io... scusami.» Ora sono io che guardo le mie mani che stringono le mie cosce fino a imbiancarsi.

«Non è proprio così.» Si gira maggiormente dalla mia parte e mi volto anche io fino a incrociare i nostri occhi. Io sono dispiaciuta, ho la fronte corrucciata e riesco a sentire gli angoli delle mie labbra andare giù. «Perché eravamo insieme Emma e io non mi sono tirato indietro e se...» imbarazzato si gira per passare le dita a riavviare il solito ciuffo indietro.

Sappiamo entrambi che se Enrico non fosse arrivato quel bacio ci sarebbe stato, perché entrambi lo desideravamo.

«Sì, ma ho iniziato io e se non chiariamo questa cosa io ci starò male. Ho bisogno di assicurarti che non accadrà più.» Sono risoluta nella mia affermazione, raddrizzo la schiena e porto il petto in fuori come se promettessi di dire la verità, tutta la verità, lo giuro e per fortuna che non è così, perché in cuor mio sarei già in arresto. «Mi spiace. Possiamo far finta di niente e tornare indietro.» I miei palmi stringono la sua felpa nera proprio sull'avambraccio.

I nostri occhi si rincorrono e non posso che notare la linea sottile che gli solca la fronte proprio sul naso. Non è affatto convinto delle mie parole e come biasimarlo, anche ora non riesco a non toccarlo, nonostante dovrei mantenere le distanze per essere più credibile.

«È questo che vuoi?» Cielo, ma che domanda è. Sì. No. Sì. Devo.

«E tu?» Lo so, non è educato rispondere a una domanda con un'altra domanda, ma io devo sapere perché mi ha chiesto se sono sicura.

«Anche io voglio questo.» Mi regala un sorriso che mi prende contropiede, sento la delusione scorrere nelle mie vene e le spalle si abbassano sconfitte. Non dovrei sentirmi così e il flash di quel viso sotto la doccia mi tormenta. «Allora ci vediamo domani.» Si alza velocemente ed è praticamente già giunto alla porta.

«Sergio.» Io non capisco. Cerco di camuffare quanto sia dispiaciuta dalla sua reazione e corro fino all'uscio di casa mia. Lui è fermo che mi da le spalle e io mi blocco a pochi passi da lui. «Sergio.» Ripeto come se fosse sufficiente quello a fargli capire che qualcosa non va.

«Emma, io voglio che tu sia felice e Enrico, Enrico è la persona giusta.» Io non capisco. «E poi lui è mio amico...» la voce si affievolisce e io tendo l'orecchio perché vorrei sentire bene e odio il fatto che si sia fermato.

«Sì, è un bravo ragazzo.» È vero, su questo devo concentrarmi. «Ma...» Cosa? Vorrei un tuo bacio?

Osservo ogni muscolo della sua schiena, dalle spalle larghe alla forma che si stringe verso la vita, un disegno perfetto. Non aspetto oltre e sono stretta a lui. Le mie braccia gli avvolgono il bacino e la mia guancia preme contro la sua felpa. Respiro il suo profumo non perdendomene neanche una nota.

«È lui quello giusto. So che tu cerchi una storia seria, non credo tu sia fatta per un'avventura.» È vero, non sono mai riuscita a lasciarmi andare con qualcuno solo per una notte. «Io non ho tempo per queste cose. Io non sono adatto a quello di cui tu hai bisogno.» La mia testa si alza e abbassa per mostrare il mio assenso, ma allora perché mi sembra così sbagliato. «Ti ho detto che ti avrei aiutata a trovare te stessa e allora fidati del mio giudizio.» Le mie mani e il mio viso seguono il movimento del suo busto che si gonfia e poi sgonfia in un sospiro, non so se si sente sollevato o sconfitto dal nostro discorso e poi le sue mani sciolgono le mie braccia dal suo corpo. Vorrei trattenerlo, ma non avrebbe senso.

Sconfitta porto le braccia lungo i fianchi, alzo appena il viso e lui lasciando le mie mani si volta verso di me.

«Starai bene, okay?» Si gira e mi porta i capelli dietro le orecchie. Le dita mi sollevano il mento gentilmente e nonostante un lieve sorriso distenda la sua bocca i suoi occhi... nei suoi occhi c'è l'oscurità. Resto a fissare quell'onice in attesa di un gesto che, ahimé, non arriva e alla fine, arresa, mi tiro indietro e alzo la mano in un saluto.

«Ci vediamo domani.» A fatica pronuncio quelle parole. Il labbro mi trema e le sue dita lo accarezzano esitanti, l'espressione sul suo viso cambia divenendo assorta e io trattengo il fiato. Rieccoci allo stesso punto. L'aria si riempie di tensione e io sono tentata di compiere quel passo che ci divide.

«Buonanotte.» Non faccio in tempo. La sua voce roca si sente appena e la sua mano corre nuovamente alla maniglia.

«Notte.» Quando davanti a me non c'è più la sua sagoma ma solo il legno liscio non riesco a trattenere le lacrime.

A volte l'amore fa dei giri immensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora