Capitolo 51

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Emma

Mi sembra di veder vorticare la sua iride nera come il cono di un tornado e io mi sento come la protagonista del mago di Oz quando ne viene risucchiata.

Vorrei distogliere lo sguardo, avere la forza di rispondergli qualcosa, ma invece sono incastrata in quell'occhiata in cerca della sua verità. È come se stessi guardando dentro un pozzo in cerca del fondo ed è così buio e profondo che per quanto mi sforzi non riesco a vedere niente. So che lui me la sta mostrando ma io non riesco a vedere, e me ne dispiaccio e me ne rammarico, e mi affliggo, per non riuscire a capire cosa lui mi voglia dire con quello sguardo serio che mi ha catturata.

«Io...io...» alla fine riesco solo a balbettare senza avere il coraggio di parlare, di dirgli ciò che ho scoperto da poco.

«Non tormentarti mia piccola Emma, io non ho niente per te.» Una lama colpisce il mio cuore. «Non ho nessuna intenzione di iniziare una storia seria.» Si tira su fino a sovrastarmi. La sua volontà è di farmi paura. «A meno che tu non voglia essere scopata, hai fatto la scelta giusta e questa è Enrico.» Le mie palpebre tremano, perché davvero mi sento intimorita, oltre che ferita, da ciò che mi dice e dal tono crudo con cui pronuncia quelle orribili parole. «Allora dimmelo mia dolce Emma, dimmi se vuoi che io ti fotta perché in tal caso non opporrò resistenza ma avrai solo questo da me e nulla più.» La sua espressione, la sua voce, le sue parole mi fanno sentire come al cospetto del diavolo tentatore. Sento la lussuria che fa vibrare il suono di ciò che mi ha sussurrato e la sento serpeggiare dentro di me fino a raggiungere il centro del mio desiderio e nonostante io mi senta tremendamente offesa, da ciò che mi ha detto, non posso mentire a me stessa e non ammettere che lo desidero, lo desidero ardentemente.

Chiudo gli occhi per nascondermi da lui. Ho bisogno di una pausa per quel momento del tutto inatteso. Nei miei sogni romantici, lui avrebbe dovuto confessarmi il suo amore, anche con mille remore, ma sempre di sentimenti doveva parlare non certo di solo appagamento fisico.

Scossa mi rendo conto di stare tremando e istintivamente stringo ancora più stretto il cuscino che tengo ancora in mano. Perché farmi questo? Perché parlare così? Sono completamente confusa dal suo atteggiamento che non corrisponde affatto alla gentilezza che ha mostrato verso Luca, per esempio. Perché trattare me così?

Sorpresa dai miei pensieri spalanco gli occhi, lui si è allontanato tornando a poggiare la schiena al divano, con lo sguardo perso verso il tetto. Ed è lì, che ne ho la certezza, proprio nell'attimo in chi vedo la tristezza velare i suoi occhi. È una tattica. Il suo accanirsi verso me è l'ennesimo tentativo di allontanarmi da lui.

«Io non credo che tu voglia da me questo.» L'espressione cambia e uno sguardo furbo anima i suoi lineamenti. «O almeno non solo questo.»

«Sei ingenua Emma.» Non mi guarda, sempre concentrato sul bianco del tetto dove le nostre ombre si disegnano mostruose.

«Questo è vero, ma sul tuo di interesse non mi sbaglio. Sei sempre stato gentile con me, attento, galante e non hai approfittato della situazione quando avresti potuto.» Vado all'attacco per smascherare la sua finta, perché sono certa che ci sia.

«Mi hai frainteso Emma, non sono interessato a te.» Ora sembra stanco, come se spiegasse la stessa cosa nuovamente a un bambino che continua imperterrito con i suoi perché.

«Ah no. Okay.» Sposto dietro il cuscino che ora non mi serve più. «Allora perché non mi guardi?» Stavolta non mi risponde. Resta fermo immobile a fissare quel dannato soffitto. Mi sembra addirittura che il suo petto stia fermando il suo movimento. «Forza fallo! Forza!» Un movimento e i suoi occhi si incollano ai miei. Furioso il suo sguardo cerca di soggiogare il mio che invece gli si mostra risoluto e fiero. Sono nel giusto e non è così che riuscirà a farmi cambiare idea.
Questo atteggiamento non gli si addice. Okay Sergio non ha relazione stabili, so benissimo che una donna viene subito sostituita nel suo letto, ma lui è sempre e comunque un gentiluomo e ne sono certa e allora perché con me mostrarsi così sgarbato e volgare se non per apparire quello che non è, quello che io non voglio.

«Te lo ripeto Emma: che cazzo vuoi da me?» irrequieto torna ad appoggiarsi al divano questa volta però resta rigido come se volesse scappare ma non trovasse la via di fuga.

«Tu mi leggi sempre bene, dimmelo tu cosa voglio.» Mi sposto leggermente verso di lui per guardarlo meglio.

«Che cazzo vuoi che ne sappia io. Non sono un veggente.» Si agita portando le mani ai capelli, i suoi occhi tornano a me per poi scappare impauriti. «Che cazzo vuoi Emma, lasciami in pace!» I suoi palmi sbattono sul divano.

«No!» Scuoto il capo. «Io non voglio lasciarti in pace.» Sgrana gli occhi sempre più arrabbiato.

«Ma che cazzo ti prende. Cosa devo fare per dirti che non ti voglio. Come dici tu sono una persona gentile, non pensi che sia per me imbarazzante rifiutare una persona? E se poi quella persona sei tu, non pensi che per me sia ancora più difficile?» La mia determinazione traballa. «E allora sarò più chiaro: io non voglio storie serie e siccome sono certo che tu sia il tipo da storia d'amore, io non sono la persona che fa per te.» Eccolo nuovamente parlare con il bambino capriccioso, che sarei io. «Ho raggiunto degli obiettivi e ne ho ancora altri da realizzare e una donna mia non è tra le cose che ho nella lista.» Alla parola mia la sua voce trema. «Mi piace fare sesso e mentirei se dicessi che non mi andrebbe di farlo con te ma è tutto qua, non c'è altro.» Sembra essersi rinvigorito con il suo discorso mentre io lo guardo delusa.

«Perché non mi dici la verità?» Insisto.

«È questa, ma tu non vuoi sentirla. Io non sono interessato e tu sei fortunata ad avere una persona come il mio amico. Lui ti farà felice perché cerca quello che vuoi tu.» Ha finito la sua spiegazione e io sento mancarmi le forze.

«Davvero tu vorresti che io continuassi la mia storia con Enrico?» Lui annuisce. Porto i capelli dietro le orecchie, lentamente, mentre cerco di ingoiare la delusione: forse mi sono sbagliata. «Quindi mi stai dicendo che io ho frainteso tutto di quello che credo tu possa provare per me e che se il tuo amico facesse l'amore con me, per te, non sarebbe un problema.» Il suo labbro trema e allora mi tuffo in quel piccolo segno che fa vacillare la sua armatura. «Se i casti baci che ci siamo dati sulla bocca fossero seguiti da carezze più intime per te andrebbe bene.» Il suo capo non si muove più. «Se la sua bocca sfiorasse il mio seno o la sua mano scendesse fra le mie gambe tu ne saresti felice perché lui è l'uomo per me.» Le sue palpebre scendono a coprire gli occhi. Il respiro diventa più pesante e le mani si serrano in due pugni che mostrano le vene gonfie in risalto. «Quando lui si spingerà dentro di me, è giusto che dopo io venga da te a ringraziarti per avermi convinta.» La sua mano si alza a massaggiare il suo viso.

«Ti prego Emma, smettila.» Dopo un lungo sospiro la sua voce esce come una supplica. «Ti prego, basta.»

«Non vuoi che continui per essere certa di aver capito bene di quanto tu sia felice per la mia storia con un altro?»  Sto facendo la stronza ma non mi fermerò certo ora.

Torna a chiudere gli occhi mentre scuote il capo insicuro. «Ci siamo rivisti da poco, sei confusa.» ultimo tentativo di persuadermi.

«Dimmi la verità Sergio.»

A volte l'amore fa dei giri immensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora