Capitolo 1

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Emma

«Si mamma, sono a casa.» Giro il risotto ai funghi che sto preparando per questa domenica sera che trascorrerò felicemente seduta sul mio divano, con un caldo plaid da stringere a me mentre in tv guarderò la nuova serie italiana che aspettavo.

«Ma sei sola?» non mi passa inosservato il tono di dispiacere nella sua voce. «E i tuoi amici? Potevi uscire? Magari sei ancora in tempo...» assaggio soffiando bene il riso il cui profumo di porcini e zafferano si spande stuzzicando le mie papille. «Dai chiamali...» non cambierà mai questa donna. Sospiro.

«Mamma, stai tranquilla. Sto per cenare...» mi preparo alla imminente discussione.

«Ma sola...» Conto fino a dieci.

«Mamma, ti prego.» Ecco ci siamo. Da quando lei è mio padre si sono trasferiti nella nostra terra natia, lei si sente in colpa per avermi lasciata "sola", a suo dire. Ovviamente, essendo io figlia unica, sono abitua alle apprensioni sue e di mio padre, ma mi sembrano peggiorate da qualche tempo.

«Tesoro, io vorrei solo che tu avessi qualcuno accanto.» Il suo tono si alza e io lotto per non fare altrettanto. Spingo indietro la ciocca castana che mi finisce negli occhi. «Avevi qualcuno in realtà...»

«Mamma, no! Non ho intenzione di iniziare a parlare di questo.» La sto quasi suoplicando. «Devi accettare che io amo la mia vita...» Cerco di tenere il tono calmo, altrimenti so bene che lei non mi ascolterebbe. «Mi piace stare da sola. Ho una vita piena, un lavoro che mi piace.»

«Si dice sempre così...»

«Ma è vero! Perché non puoi fartene una ragione?» Non avrei dovuto dirlo. «Mi piace avere tutto sotto controllo, organizzato. Vivo come voglio e se troverò qualcuno sarà per amore e sarà come me: calmo, riflessivo. Amerà stare a casa...» io cerco la pace la tranquillità.

«Sono d'accordo solo sull'amore, tesoro mio. Per il resto ti ci vorrebbe un po' di pepe, di vita. La complicità con un uomo che sia anche amico. La passione...» Il colmo, ecco cos'è questa chiaccherata. Alla soglia dei trent'anni è triste sentirsi dare della noiosa dalla propria madre. Come vorrei una sorella o anche un fratello per dividere queste sue preoccupazioni.

La sua voce diventa un suono indistinto, so così bene ciò che mi dice da non avere la necessità di ascoltarla. Agito il capo mentre la mia bocca si apre e chiude in un'imitazione di mia madre che i miei amici avrebbero adorato. Sento in me crescere la necessità di tenere il punto. Solo per darle fastidio.

«Ma io non starò a guardare che ti rovini la vita...» Sembra quasi un'avvertimento. Una voce che dalle tenebre, con un pentolone davanti, pronuncia un sortilegio per far rinsavire la povera ragazza grazie alla pozione di zampe di gallina e cuori di ragno. Cielo e il peggio è che sono certa di assomigliare a mia madre più di quanto sono disposta ad ammettere. Lei che all'apparenza sembra così remissiva e dolce è in realtà una donna forte e caparbia, pronta a raggiungere i suoi obiettivi senza farsi distrarre. E, purtroppo per me, sembra essere la mia vita amorosa quello che le sta più a cuore al momento.

Pulisco i palmi sul canovaccio e mi tiro indietro i capelli guardando il soffitto disperata, per poi appoggiare le braccia sul ripiano accanto al telefono. Non lo accetterà mai. Comunque la colpa è la mia. Sono io che invece di dimostrare la mia indipendenza ho vissuto in una relazione fasulla.

Quando lei ha quasi finito gli argomenti o forse, ormai, sono io al limite della pazienza cerco di concludere la chiamata. Mi avvicino al microfono del telefono che è stato fino a ora in vivavoce.

«Ma sbaglio o papà ti sta chiamando? Non preoccuparti chiudi pure.» È patetico il mio tentativo.

«No, Emma! Non te la caverai in questo modo, devi darmi retta.» Insiste infuriandosi.

«Dai un bacio a papà. A domani.» Chiudo e subito poso il telefono sul tavolo, posizionato fra la cucina e i divani, spero abbastanza lontano per non vederlo illuminarsi. Lo guardo storto come se per farmi dispetto potesse rispondere da solo alla chiamata di mia madre che come mi aspettavo riempie già di musica la mia cucina.

Ignorando il suono che mi richiama ai miei, copro il tegame per far riposare, quanto basta, la mia cena ormai pronta.

Mi avvicino al ripiano della penisola e prendo fra le dita il calice di vino rosso che stavo sorseggiando rilassata, prima... dopo, a metà chiamata, era già finito e ho subito, generosamente, riempito ancora una seconda volta l'intero bicchiere che ora finirò rimuginando.

Il telefono smette di lampeggiare e io rimetto il suono alla televisione per seguire la parte finale della trasmissione a quiz su rai uno che mi piace.

Tento di distrarmi seguendo le domande ma la voce di mia madre mi tormenta obbligandomi a riflettere.

Mi lascio andare sullo sgabello della penisola, porto il bicchiere alle labbra. Assaporo quel vino corposo e profumato, è davvero piacevole da sorseggiare anche se si è da soli. Si, è così, perché nonostante mia madre non sia disposta ad accettarlo il vivere con sé stessi non è affatto male.

Ho la mia routine, la possibilità di leggere un buon libro appena tornata a casa da lavoro. Posso essere maniacale nella pulizia e nell'ordine perché nessuno se ne potrà lamentare. La mia ultima relazione mi ha insegnato che non è un bene unire due mondi opposti. La pensavamo diversamente su talmente tante cose che per far andare tutto avanti ho perso me stessa. Non volevo discutere, crearci problemi e lentamente, nei quattro anni che siamo stati insieme, ho smesso di dire la mia. Quando l'ho lasciato è stato un shock per tutti. Pure per i miei migliori amici a cui non ero riuscita a dire che non stavo bene in quella coppia.

All'apparenza eravamo perfetti e cercavo di crederci ogni notte quando lui mi abbracciava e io sentivo un peso nel petto. Alla fine ho deciso di scegliere me, non voglio credere che quello sia l'amore e mi sono convinta che possa funzionare solo tra simili. Interessi comuni, sogni comuni, stessa concezione di vivere la vita. Solo così le cose possono davvero funzionare. Non esiste rapporto che non abbia bisogno di questo.

Con gli amici ammetto che è diverso. L'unica eccezione.

I due con cui condivido ogni pensiero fin dalla preistoria sono pieni di vita, eccentrici, esplosivi. Io non sono fatta così. Preferisco una cena a casa anziché al ristorante e così per tutto il resto. Solo il cinema è la mia eccezione. E perché con loro funziona?

La mente si confonde.

Bevo ancora intravedendo il fondo del bicchiere, mia madre mi porterà all'alcolismo.

Non che io non sia la classica romantica senza speranza, perché lo sono e odio dover difendere così tanto la mia vita da mia madre perché mi sembra di dimenticarlo. È ovvio che vorrei qualcuno accanto, io sogno l'amore. I libri che scelgo, i film che vedo sono sempre storie bellissime di due che si incontrano e finiscono per innamorarsi per sempre. E io voglio questo. Cavolo se lo voglio. Ma lo immagino e desidero dolce. Senza tormenti, senza quella passione che brucia e poi si spegne. Io voglio il per sempre.

Decisa poso il bicchiere sul ripiano rischiando di romperlo, il che mi fa capire che sono un po' su di giri e se nel vino sta la verità ecco questi sono i miei sogni più intimi, veri. Speranze che vorrei soddisfare.

La mia immaginazione è sempre stata il mio dramma. Poggio i gomiti e poi il mento sui palmi. Un meraviglioso uomo in giacca e cravatta mi si materializza davanti. Capelli rasati ai lati e leggermente più lunghi sulla testa. Occhi verdi e uno splendido sorriso dolce. Le spalle larghe e il petto muscoloso pronto ad accogliere me e il mio plaid.

Estasi pura, questa visione mi riporta il buonumore.

Capisco le preoccupazioni di mia madre, ma non appena troverò il mio tipo sono certa che la farò felice. Non c'è niente di noioso in un uomo così. La sua mano raffinata mi accarezza la guancia, riesco a sentirla di quanto desidero questa realtà. È un uomo di cui puoi fidarti, solido...

Il timer del forno suona. Pouf... il mio principe scompare. Il mio risotto ha riposato abbastanza. Lo apro ritrovando quel profumo delizioso. Prendo il piatto e me ne servo una porzione abbondante. Soddisfatta torno a sedermi stavolta a tavola dove avevo apparecchiato e più tranquilla mi concentro sul cibo e sulla serie tv.

Io voglio solo vivere la mia vita senza costrizioni.

Ormai assorta dalla trama dimentico le parole di mia madre, ignara che potessero avere l'effetto di un vero incantesimo.

A volte l'amore fa dei giri immensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora